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Freebacoli

Freebacoli: gennaio 2010

domenica 31 gennaio 2010

Fusaro: la Bellezza ricoperta dall'Abbandono (VIDEO)










Di seguito pubblichiamo il comunicato ufficiale inviatoci dall'associazione Acherusia Palus, in relazione alla seconda passeggiata naturalistica da loro organizzata presso l'area di costa di Cuma e del Fusaro.

"Parcheggio auto al Lido Fusaro. Cornetto e caffè e di corsa tutti verso la stazione di Torregaveta dove un altro folto numero dicamminatori ci aspettava per prendere tutti insieme, l'unico treno utilealle 9:48 per Marina di Licola. Circa settanta persone hanno fatto questo viaggio di circa sette minuti un po anomalo, scrutando dai finestrini ciò che andavano a visitare, fra la curiosità e lo scetticismo. Arrivati a Marina di Licola, si svuota il treno. Stazione completamente abbandonata e degradata come del resto la piazza e la strada antistante. Rifiuti dappertutto. Non usciamo, ma oltrepassiamo i binari e ci immettiamo in un sentiero che ci porta ad un primo cancello di legno facilmente oltrepassabile e ci immettiamo nella "SILVA GALLINARIA". La prima cosa che mi è venuta da chiedere è stata se qualcuno dei partecipanti era a conoscenza dell'esistenza di questo bosco. Chi lo conosceva ha risposto che sicuramente non sarebbe venuto da solo o in poche persone a fare questa visita, vista la poca raccomandabilità del luogo in tema di sicurezza. Siamo stati immersi fra lecci e pungitopo; qualche talpa, è stata avvistata una volpe. Il secondo cancello è stato superato con qualche difficoltà divertente, visto che il varco pedonale era stato chiuso. Sono stati distribuite delle piantine del percorso ed una guida omaggio della Regione Campania Servizio Foreste che illustravano le varie attività possibili nella riserva. L'avvistamento uccelli è stato impossibile dato che ne eravamo inmolti e quindi anche se silenziosi c'era troppo movimento. Comunque l'entusiasmo era alto per il piacevole luogo. All'uscita del percorso, sotto il Monte di Cuma, una capatina al tempio di Iside e poi ttraverso la Duna Costiera siamo arrivati, tagliando per uno dei lidi alla fine del percorso,alla Sponda occidentale del Lago Fusaro. Qui da poco è stato ultimato un tratto di percorso pedonale, ma già completamente invaso dalle erbacce e completamente abbandonato. I rifiuti lasciati dai pescatori la fanno da padrone. Il giorno prima siamo andati a togliere rudimentali metodi di pescafatti con bottiglie di plastica e fingendomi un ispettore ho rimproverato e raccomandato i pescatori a non abbandonare rifiuti, sia nel loro interesse e anche per non dare un brutto scenario alle persone che l'indomani sarebbero passati da là. Anche qui lo scenario è stato stupendo. Vedere la Casina Vanvitelliana dal lato opposto è stata una sorpresa per tutti. Ma perché anche questo posto è negato alla cittadinanza? Senza dei coraggiosi accompagnatori attualmente non puo' essere proprio praticato. Sulle rovine del "Casone" dove Daniela Ibello, la nostra Guida Turistica Ufficiale ci hafatto un panorama storico sulla formazione del Lago e sulla costruzionedella Casina, è terminata la nostra passeggiata e siamo ritornati al Lido Fusaro, dove complice il bel tempo, il numeroso gruppo di persone si è goduto sulle sdraio il bel sole caldo e le ottime pietanze messe a disposizione del bar del Lido Fusaro. L'emozione e la rabbia sono direttamente proporzionali. I posti sono incantevoli, ma pensare che fra qualche anno tutto sarà in rovina di nuovo è deprimente. La nostra attività vuole fare in modo da rendere vivi e praticabili questi posti. Anche se investimenti sbagliati o incompleti daparte delle amministrazioni comunali e regionali, o di chi ne sia la competenza non fanno uscire fuori dal degrado la fascia costiera del Fusaro e di Cuma, noi come Associazione Culturale ci proponiamo promotori per lo sviluppo turistico della zona, cercando di farla uscire fuori dal tunnel di degrado dove senza adeguati provvedimenti rischia l'oblio.

Antonio Nocella
Presidente "Acherusia Palus"

CLICCA sull'immagine in basso per visionare lo stato d'abbandono in cui verte la pista ciclabile del lago Fusaro:


Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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sabato 30 gennaio 2010

La verità sulla Scabec: lettera ad Amendola

Di seguito pubblichiamo un documento scritto in data 8 settembre 2009 da Alessandro Parisi, ed inviato all'attenzione di Enzo Amendola, segretario regionale del Partito Democratico. Tale scritto a cui tutt'oggi, nonostante le rassicurazioni fatte dallo stesso segretario in occasione della festa estiva di Sinistra Democratica, non è ancora seguita alcuna risposta, verte per intero sulla questione relativa alla Scabec (clicca qui per visionarne il sito ufficiale) e di Campania Arte Scarl.

Buongiorno,
Invio questo messaggio in copia anche ad Annamaria Varriale, Anna Illiano, Antonio Illiano, Francesco Escalona e Giuseppe Paladino, che sono tutte persone con cui abbiamo discusso questo tema in occasione della Festa di Sinistra Democratica.


Come ti dicevo, a Bacoli ci sono molte "perplessità" riguardo il ruolo di Scabec.

Dalle allegate visure camerali (tutti i dati si riferiscono alle chiusure di esercizio del 2007 e sono visibili, attraverso un collegamento interterstuale, cliccando sulle sedi operative delle rispettive società) di Scabec e di Campania Arte Scarl, sembra, come ti accennavo in tale occasione che questa ultima, benchè conti in Scabec ben il 49%, sia praticamente una scatola vuota.

Infatti, nella sede secondaria “operativa” di Napoli non appare alcuna attività. In quella di Roma al 31/12/2007 si registrano in capo a Campania Arte Scarl ricavi per vendite e prestazioni per soli 60.617 euro, praticamente un nulla.

Non solo, ma avendo la Campania Arte un capitale di soli 100.000 euro e non avendo praticamente avuto fino al 31.12.2007 attività significative, i 607.600 euro spesi per le quote azionarie in Scabec sono stati finanziati con la formula del prestito infruttifero dai soci. Ciò significa che i soci dovranno essere ovviamente rimborsati e che quindi avranno partecipazione del 49% in Scabec pur avendo versato come capitale di rischio soltanto pochi spiccioli (tenendo presente che i soci di Campania Arte risultano essere 9, Pierreci, Mondadori Electa, Le Nuvole, Gamba, Ing . Sergio Fiore, La Nuova Lince, Cosmopol, Lavoro e Giustizia, La Vittoria).

Le domande che ci eravamo ripromessi di fare, in sede di festa di Sinistra Democratica, come Comitato Tutela Salute Pubblica, e che siamo riusciti a porgere, peraltro in maniera parziale soltanto a te, sono:

  • 1. Quale è il senso di avere soci privati nelle partecipate in generale ed in SCABEC in particolare? Quale è il contributo tecnico che porta in Scabec la Campania Arte Scarl?
  • 2. Quali sono i metodi di reclutamento del personale nelle partecipate? Questo punto è molto importante per l’area flegrea, in particolare per Bacoli, che da un lato ha molti giovani specializzati nel settore archeologico, mentre dall’altro vede che opere, costate decine di milioni di euro, come quelle realizzate al Castello di Baia, che è diventato museo di rilevanza nazionale e forse sovranazionale, non hanno ricadute occupazionali sul territorio. In particolare il museo del Castello non è visibile per mancanza di personale
  • 3. Come si conciliano gli affidamenti diretti “in house”, specialmente per le partecipate miste pubblico-privato, con la disciplina italiana ed europea della concorrenza?

Il tutto tanto più che la Scabec dovrebbe godere di finanziamenti da parte della Regione Campania per 118 milioni di euro in 10 anni e che in particolare, come si legge su “Il Denaro” del 4/4/2009, il solo progetto “Itinerari Baia di Napoli”, affidato alla Scabec, gode di finanziamenti per 2,3 milioni di euro.

Ritornando all’esame dei bilanci 2007, si nota che le spese per personale rappresentano soltanto il 2% dei costi mentre quello dei servizi rappresenta il 94,8%.

Questo è un dato molto significativo perché dà idea dell’impatto occupazionale.

Sarebbe inoltre estremamente importante, per la dovuta trasparenza trattandosi di soldi in larga parte pubblici, conoscere quanto dei 6.660.521 euro di ricavi sia dovuto a bigliettazione e quanto a fatturazione a enti pubblici.

Così come pure, mentre la nota integrativa, dall’esame dei debiti, ci permette di intuire che i maggiori fornitori sono Pierreci, Mondadori Electa, Nuova Lince, Gamba, Arteria, Edil Atellana, non si ha invece alcuna idea di chi siano i maggiori clienti, dato estremamente importante per quanto sopra detto.

Sicuri di ricevere a breve risposte puntuali ed esaurienti, colgo l’occasione per porgerti i miei migliori saluti.

Alessandro Parisi
Comitato Tutela Salute Pubblica di Bacoli

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venerdì 29 gennaio 2010

Scova l'intruso (Il Programma di Antonio Coppola)

Il Venerdì di Freebacoli
Il programma Coppoliano dell'anno 2005

Torna la nuova ed innovativa rubrica settimanale di Freebacoli dal nome "Scova l'intruso!". Essa, dal carattere esclusivamente satirico, è strutturata come una sorta di giuoco attraverso il quale ognuno di voi avrà l'opportunità di individuare il soggetto o i soggetti palesemente estranei all'insieme di foto poste di volta in volta alla vostra attenzione.L'insieme dei tentativi da voi supposti, a cui si chiede di accompagnare una serie di motivazioni, dovranno essere espletati attraverso la scrittura di un commento personale all'articolo.L'evento ludico, infine, si concluderà alle ore 23:00 della giornata di oggi quando, onde saziare la curiosità dei nostri lettori, la Redazione di Freebacoli pubblicherà tra i commenti ciò che ella ritiene essere l'unica e la sola soluzione possibile all'enigma proposto.Un commento con il quale la stessa Redazione si farà carico di mostrare, con tanto di accurata e dettagliata motivazione, il/gli instruso/i della settimana.

PS: Si rammenta che il sindaco Coppola è stato più volte appoggiato da numerosi politici, partiti, consiglieri, assessori, vicesindaci comunali. Sta a voi tenere bene a mente lo staff amministrativo che ha accompagnato gli ultimi governi cittadini.




























































































































Redazione Freebacoli

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giovedì 28 gennaio 2010

Scempio a scuola: chiusa la palestra della Vespucci






Infiltrazioni d’acqua lungo le pareti, pavimentazione sconnessa, servizi igienici insufficienti e in cattivo stato, intonaco staccato dai cornicioni, impianto idraulico da revisionare, porte sostenute da un solo cardine, sfasciate al centro.
Questo lo stato in cui si trova la palestra della scuola media Amerigo Vespucci, in via Panoramica a Monte di Procida. Locale destinato allo svolgimento delle lezioni di educazione fisica degli alunni e utilizzata da numerose Associazioni Sportive durante le ore non curriculari.
Degrado, fatiscenza, pericolo.
Per l’acqua che gocciola sulla centralina elettrica, per l’assenza di riscaldamenti, per gli spigoli vivi, per i bagni e gli spogliatoi in pessime condizioni igienico-sanitarie. L’elenco è lungo, agghiacciante. E le immagini fanno il resto.
A lasciare maggiormente sconcertati però, non è lo stato di abbandono e incuria, non è l’evidente inagibilità, non sono le scritte sui muri o gli attrezzi ginnici inutilizzabili.
A lasciare maledettamente interdetti è l’indifferenza.
Di chi potrebbe fare e non ha fatto, di chi sollecitato ha preferito ignorare e lasciar correre.
Nel corso degli anni, il dirigente scolastico dell’I.C.S. Vespucci, dott.ssa Fernanda D’Agostino, ha ripetutamente evidenziato lo stato di potenziale rischio del locale e suggerito possibili soluzioni. Era il 2006 quando il consiglio d’istituto decise di subordinare il parere favorevole relativo all’utilizzo della palestra alla realizzazione di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, era il 2007 quando, in seguito al parere sfavorevole espresso dallo stesso, un rappresentante di un’associazione sportiva si preoccupò di far verniciare le pareti, ed era nel Luglio dello stesso anno quando il dirigente scolastico segnalava al comune l’opportunità offerta dalla delibera della Giunta Regionale Campania circa l’erogazione di contributi agli enti locali, pari al 50% della spesa, per lavori di ristrutturazione, miglioramento, ampliamento e completamento di impianti e attrezzature sportive degli istituti scolastici”. Contributi che andavano chiesti entro Settembre di quell’anno a cui nessuno diede importanza. Contemporaneamente, venivano fatti sopralluoghi dal Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Istituto Scolastico, arch. Forte, e stilati una serie di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, che rivestivano un carattere di necessità e urgenza.
La Scuola difendeva se stessa. Dall’incuria e l’abbandono, dal pressapochismo, dalla noncuranza, dal disinteresse.
Verificava, segnalava, sottolineava.
Nel frattempo tutto continuava ad essere identico a se stesso. Le documentazioni si accumulavano ignorate e il tempo e le piogge facevano il resto.
L’ennesimo sopralluogo, prima delle feste natalizie, vedeva un piccolo corteo attonito formato dalla preside, dalla vicepreside, dal sindaco Franco Iannuzzi, dal neo- assessore all’edilizia scolastica, Peppe Scotti, dal funzionario preposto, dott. Scuotto, dal responsabile dell’Ufficio Tecnico, ing. Marasco e da un rappresentante di un’associazione sportiva, Biagio Romeo. Il primo cittadino, particolarmente indignato e preoccupato per le imminenti rappresentazioni teatrali delle feste natalizie (poi messe in scena altrove) prometteva una pronta risoluzione, inutile dirlo, mai arrivata.
Pareti imbiancate di fresco e un po' di stucco a coprire qua e là le crepe dei marmi delle gradinate.
Con i vetri rotti, gli avvallamenti della pavimentazione, il materiale di risulta abbandonato poco lontano.
Intatta è la rovina, sotto una mano di vernice bianca.
E così la Scuola decide di continuare a difendersi. Col coraggio, l'ardore e la lungimiranza di chi si batte per la salvaguardia della salute e della sicurezza dei minori.
Punta i piedi e, con la forza della ragione, chiude i battenti della palestra.

Alessandra Sagliocchi - A&J
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it






Articolo pubblicato anche su "Report on line"

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mercoledì 27 gennaio 2010

Campania, Terra di Tumori: Lettera di Antonio Marfella (Video)

Nell’area metropolitana di Napoli i dati epidemiologici ci confermano che stiamo vivendo un periodo storico con i picchi nazionali delle seguente tipologie di tumori maligni: fegato, pancreas, polmone: sono le patologie oncologiche maligne con il più basso indice di cura oggi . (..) E' stata per me una recente scoperta ed è diventato imperativo morale, oggi, nel rispetto dei giuramenti di tanti anni fa, combattere per garantire ai miei concittadini non tanto moderne e costose medicine quanto la qualità dell’aria, dell’ acqua , del pane e del latte per oppormi con maggiore efficacia alla più terribile malattia della nostra epoca : il cancro, specie a quelle tipologie di cancro ancora poco o nulla curabili come quelle che purtroppo primeggiano oggi a Napoli e in Campania, fegato e polmone. (8.6 e 12.8% di sopravvivenza a 5 anni!) (..)E' giunta l’ora che ci rendiamo conto che le decisioni ed i comportamenti collettivi e non solo individuali hanno un peso che e’ sempre maggiore nel mantenimento dello stato di salute delle persone. Se fino a qualche anno fa l’impatto dell’ambiente sulla genesi dei tumori son superava il 3 – 5 % del totale delle cause, oggi, specie in Campania, dobbiamo ammettere che siamo arrivati a non meno del 20 – 30%.
La prevenzione primaria e la tutela dell’ambiente, in questi termini, diventa quindi ancor più unico mezzo efficace per mantenere sufficienti risorse economiche per le cure e la assistenza in un Sistema Sanitario finanziato da risorse pubbliche come il nostro. Purtroppo da troppo tempo ciò non si vede a Napoli e in Campania.
Ancora una volta in questi giorni, dopo il dramma della crisi rifiuti degli anni scorsi, il sottosegretario Bertolaso indica invece chiaramente nel “degrado delle istituzioni locali” la mancata soluzione definitiva della questione rifiuti a Napoli e in Campania.
Ad esempio, se inceneritore dentro Napoli deve essere, sulla base del principio di precauzione, non si vede alcun razionale motivo, in un sistema integrato efficiente, per cui si debba pensare a costruire due maximostri la cui portata complessiva (in un raggio di soli 10 km) sia pari a quella di tutti e 9 gli inceneritori operanti in Austria (2100 tonnellate/die) o di tutti gli inceneritori operanti oggi in Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Lazio, maximostri localizzati oltretutto in prossimità delle zone più densamente abitate del Pianeta (Napoli centro, San Giovanni e Portici!) La vera e grave carenza degli impianti di compostaggio in regione non è stata affrontata come dovuto, dai politici ma anche dai Medici. E così, nel degrado delle istituzioni locali, abbiamo permesso che le tombe dei ventimila sanniti che furono massacrati dai Romani in località Suessola (Calabricito Acerra) per la conquista di quelle terre fertili, venissero profanate e riempite da fusti di diossina e metalli pesanti industriali, inquinando la piu’ bella terra della Regione Campania.
L’Italia intera dispone delle migliori leggi di tutela del lavoro in Europa ma opera i peggiori controlli di tutta Europa. Si è sempre chiuso un occhio sulle spese di smaltimento delle industrie per evitare difficoltà alla produzione.
Sostanzialmente il Meridione di Italia, tutta la ex Magna Grecia, in linea con le antichissime abitudini commerciali marinare anche illecite, soffre dei più gravi e ormai scoperti problemi di “sversamenti” e “affondamenti” tossici e nocivi. Da millenni la Magna Grecia ha con il “celtico Nord” commerci turpi e redditizi come gli schiavi. Da alcuni decenni sono commerci di rifiuti industriali nocivi e tossici. Solo ora si comincia a capire che è un commercio illecito e turpe molto conveniente (manca una valida legge penale) ma è molto pericoloso per la salute delle stesse popolazioni residenti, malviventi e loro famiglie incluse.
Una Legge regionale consentirebbe ai singoli Comuni di provvedere a destinare il materiale “umido” proveniente dai propri rifiuti urbani, direttamente a consorzi agricoli della Regione per ottenere un compostaggio di qualità utile a fertilizzare la Terra.
Come sarebbe bello se, dopo millenni, i Comuni oschi ed etruschi di Acerra e Casalnuovo, per non dire della greca Neapolis, anziché chiedere aiuto a Roma per combattere i Sanniti e bruciare ogni cosa, chiedesse aiuto ai Sanniti, affinche’ si facessero carico dei rifiuti “umidi” selezionati con cura per rigenerare la dura ma indomita Terra del Sannio e ritornare a quella meravigliosa armonia della natura cosi ben illustrata e lasciata ai posteri nei dipinti del prussiano Hackert della Reggia di Caserta: la nostra Campania Felix.

Dott. Antonio Marfella
Tossicologo-Oncologo



CLICCA sulle foto per visionare i video dell'intervista rilasciata dal
prof. Antonio Marfella presso il LICEO POLISPECIALISTICO di Bacoli
Prima Parte
Seconda parte














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