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Freebacoli

Freebacoli: aprile 2010

venerdì 30 aprile 2010

Pugliese (Svolta Popolare) attacca l'Udc: "Dimettetevi!"


S'infiamma il clima politico ed amministrativo montese a sole poche ore dall'inizio delle sedute del Consiglio Comunale utili per illustrare e votare, tra le altre cose, il Bilancio di Previsione 2011.
Un atto delicatissimo per il quale, con manifesto pubblico ed in maniera a dir poco plateale, l'Unione di Centro (rappresentata in sede consiliare dal vicesindaco Michele Petrone e dall'Assessore al Bilancio Luigi Illiano) ha deciso di palesare il suo voto contrario. Una posizione, a cui non è susseguita ancora alcuna lettera di dimissioni da parte dei due membri dell'esecutivo attualmente in carica, il quale sarà utile, a detta degli stessi "casiniani", sia per scongiurare la vendita dell'immobile sito in località Cercone che per evitare una possibile svendita del paese da parte della stessa maggioranza Iannuziana.
Affermazioni gravissime che, proprio perchè vengono firmate da un vicesindaco e da un Assessore al Bilancio, non possono far altro che suscitare il sorriso e l'adirazione dei più.
Attacchi i quali hanno ben poco a che fare con le soavi carinerie che lo stesso Petrone, non meno di pochi mesi fa, rivolgeva al suo "amato" primo cittadino: "Il sindaco Iannuzzi (quello che adesso lui stesso critica come svenditore del paese, ndr) è sia il mio padre che il mio sposo politico".
Un amore apparentamente finito che ha intanto spinto il consigliere comunale Giuseppe Pugliese (capo-gruppo consiliare di "Svolta Popolare") a stendere un pungente comunicato stampa che vi proponiamo in maniera integrale:

"Se proprio i consiglieri dell'Udc vogliono stare con due piedi in una scarpa, prendendo lo stipendio e tirando la giacchetta al sindaco quando fa comodo, almeno lo facciano bene avendo LA DIGNITA' E LA COERENZA DI DIMETTERSI subito da tutti gli incarichi.
Sono anni che parliamo di quel bene al Cercone e non hanno mai sprecato una sola parola (vd. delibera n.39 di c.c. del 2008 a seguito di una nostra interrogazione, oppure le altre numerose interrogazioni sulla villetta al Cercone) e ricordate la battaglia che facemmo sul regolamento per le alienazioni (illeggittimo e contro ogni logica che dà la precedenza a chi si approria abusivamente di un immobile comunale).
Anche allora non spesero una sola parola per il bene del nostro paese. Probabilmente la poltrona valeva molto più di quanto vale oggi, ad appena un anno dalle elezioni.
Hanno votato a favore del regolamento che disciplina questa mostruisità della precedenza agli occupanti abusivi, e di queste procedure agevolate per pochi eletti, ed oggi chiedono procedure ad evenzinza pubblica?
Hanno votato a favore della delibera di giunta comunale n°64 del 2010 (Clicca qui per visualizzare il verbale) che prevede l’alienazione degli immobili comunali ed oggi, poche settimane dopo, si svegliano dal torpore e sparano sentenze a destra e manca?
Io credo che nella trincea nella quale si sono annidati per mitragliare tutto intorno sentenze, chiacchiere, documenti ridondanti e paroloni senza senso, non c’è poi tutta la limpidezza politica e morale che si vuole millantare, ma il solito fango torbido e cupo.
Incrostazione di un modo di intendere la politica oramai tristemente noto.
Troppo vecchio e opportunistico per essere ancora credibile."

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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giovedì 29 aprile 2010

L'inquinamento Marino arriva su RadioClub91 (VIDEO)

La Redazione di Freebacoli è lieta di presentare parte della trasmissione radiofonica "Tutto incluso", il Magazine dell' Informazione in diretta su RadioClub91. Nella puntata in questione l'argomento trattato è la risorsa Mare, tra scandali ambientali, potenzialità e progetti per il futuro.
Tra gli ospiti della diretta: Giancarlo Chiavazzo, di Legambiente Campania, Gaetano Montefusco, Ass.Costa dei Sogni", Giovanni Capasso, Ass. ambientalista "MareVivo" Campania, Josi Della Ragione del movimento "Ci mettiamo la faccia".
Condotto dal direttore Roberto Esse, con la selezione musicale di Jerry Laslo.


Clicca sull'immagine in basso
per visualizzare il Video


Di seguito riportiamo poi l'inchiesta sull'inquinamento dei Regi Lagni pubblicata sul giornale
"Il Fatto Quotidiano"

Un serpente di canali d'acqua che copre 1000 chilometri quadrati: tra depuratori fantasma, consorzi milionari e malapolitica. La magistratura dichiara il "disastro ambientale" in Campania

Il serpente d’acqua è lungo 56 chilometri. Striscia intorno a 104 comuni, per 1.095 chilometri quadrati e tocca l’intera provincia di Caserta, una parte del napoletano e dell’area di Benevento. Il serpente è talmente velenoso che ha causato un disastro ambientale. Puoi trovarci carcasse di vacche che galleggiano, fendono l’acqua grigia e schiumosa, tamponano altre carcasse, quelle di decine d’automobili arrugginite e coperte, a loro volta, da sacchi di plastica d’ogni dimensione e colore. In quest’inferno, persino i depuratori inquinano. I comuni: riversano le fogne direttamente nell’acqua che affluisce al mare. Siamo nel "canalone" dei Regi Lagni: un reticolo di canali che convogliano acqua piovana verso il mare. Stivaloni ai piedi e mascherina al volto, Elpidio Pota e Pietro Papapicco, hanno setacciato i canali metro per metro. Per quattro lunghi anni. Parliamo di un luogotenente e di un maresciallo della Guardia di Finanza di Caserta. È stato il Nucleo Tributario, guidato dal tenente colonnello Michele Iadarola, a svolgere le indagini condotte dai pm Donato Ceglie e Paolo Albano e dal procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Raffaella Capasso. Risultato: 16 aprile, ventidue arresti, quattro depuratori e venticinque aziende sequestrate.

Colera e fondi pubblici

La magistratura ha messo nero su bianco il reato di "disastro ambientale". Seguono, negli atti, svariate accuse per truffa aggravata, gestione illecita dei rifiuti, danneggiamento di acque ed edifici pubblici, distruzione e deturpamento, falsi in atto pubblico. La procura parla di "mosaico criminale". Un mosaico che per anni, in tanti, hanno visto evolvere: tassello dopo tassello. Senza fiatare. Anzi. C’era chi affermava - su carte intestate della Regione Campania - che la depurazione funzionava. Strano. Perché s’immagina che l’acqua di fogna, immessa in un depuratore, ne debba uscire più pulita. A Orta di Atella accade il contrario: è più pulita quando entra. All’uscita è più inquinata. E pensare che la regione Campania, per questi depuratori, spende circa 250 milioni di euro l’anno. Le procure di Santa Maria Capua Vetere e Nola ne hanno sequestrati quattro su cinque. Per il quinto - quello di Caivano Acerra - la competenza spetta alla Procura di Napoli: gli atti sono stati spediti sin dalla fine del 2009. Eppure - nonostante, come vedremo, versi in condizioni pessime - il depuratore non è stato ancora sequestrato. Ma torniamo al serpente velenoso. Su quest’acqua, che scorre verso la foce di Baia Domizia, ci puoi leggere la storia antica e recente della Campania. Lo vollero i Borbone nel 1600: i Regi Lagni rappresentarono la bonifica, furono un atto di civiltà. Quattro secoli dopo vedi pale meccaniche che si alzano sui bordi del canale. Scaricano tonnellate di feci animali. Tonnellate che scorrono verso la foce. Altri le scaricano - sempre a tonnellate - nelle campagne. Le feci delle vacche sono rifiuti speciali. Inquinano le falde acquifere. Le stesse falde che, poi, restituiscono l’acqua usata per abbeverare le vacche, irrigare i campi, e realizzare il fiore all’occhiello della zona: la mozzarella di bufala.

A riversare nel canale (e nella terra) valanghe di feci sono stati gli stessi allevatori. Una follia. Gli stessi allevatori che hanno usato il canale come cimitero galleggiante delle loro vacche. Del colera che devasto l’area nel 1973, qui, forse non si ricorda più nessuno. Dei finanziamenti pubblici, forse, sì. Arrivano nel 1987: lo Stato decide che i Regi Lagni vanno risistemati. Costarono ben 520 miliardi di lire. Furono completati, in ritardo, nel 1997. Ma soprattutto: furono un grande affare per il clan dei Casalesi. Una delle principali forme d’accumulazione di quel capitale, ormai sterminato, che oggi consente loro di infiltrarsi ovunque nell’economia legale. Con i Regi Lagni misero a regime il loro “sistema”: non imposero soltanto le estorsioni. Riuscirono a far lavorare le loro stesse imprese. I miliardi incassati con i Regi Lagni continuano, ancora oggi, ad avvelenare l’economia pulita. Eppure questa volta Gomorra c’entra poco. Anzi. Intorno a questi canali, i soldi, per centinaia di milioni di euro, girano ancora. Ma la responsabilità ora ricade sui "colletti bianchi": i burocrati che avrebbero dovuto controllare. E che invece - secondo le accuse - hanno dato il proprio contributo a questo disastro.

Impianti inutilizzati

Un esempio. La popolazione servita dal depuratore di Acerra - in termini tecnici si parla di popolazione equivalente - è pari a 250 mila persone. In molti comuni della zona - sono decine - gli abitanti pagano una tassa perché sono convinti che la rete fognaria sia collegata al depuratore. E invece leggiamo cosa scrive l’Enea: "I reflui, seppure giungano a pochi passi dal cancello del depuratore, non entrano nell’impianto di trattamento. Si versano nel canale principale dei Regi Lagni, poche centinaia di metri più a valle dell’area del depuratore, senza subire alcun trattamento. La stazione pertanto è a tutt’oggi pressoché inutilizzata. L’impianto di fornitura per autoproduzione di energia elettrica, mediante recupero del biogas, è fuori servizio da tempo. Il nuovo impianto d’essiccamento dei fanghi non è mai entrato in funzione". E quindi: "L’impianto di Acerra non riesce a offrire garanzie sui valori d’abbattimento degli inquinanti previsti dalla normativa vigente”. Passiamo al depuratore di Villa Literno: l’Arpac, il 15 aprile, ha verificato che le acque, cariche di fanghi tossici, aggirano l’impianto e finiscono dritte nei Regi Lagni.

E i controlli? Ovviamente aggirati anche quelli. La Hydrogest gestiva i depuratori di Orta di Atella e Villa Li-terno. Un consorzio gestiva invece il depuratore dell’area no-lana. L’amministratore e il presidente del cda di Hydrogest, Gaetano De Bari e Domenico Giustino, ora sono indagati per aver “sversato illegalmente reflui urbani e industriali, inquinanti e maleodoranti, contenenti valori chimici e batteriologici di gran lunga superiori ai limiti massimi imposti dalla legge, cagionando un danno gravissimo anche alle acque del mare di larga parte del litorale Domitio". Hanno inquinato: ma non dovevano gestire la depurazione? "Trascorsi 31 mesi dall’affidamento in concessione degli impianti - scrive sempre l’accusa - non sono neppure iniziati gli interventi di ri-funzionalizzazione e adeguamento delle strutture [...] previste dal crono-programma". La Regione, però, i soldi li sborsava ugualmente. Scrive l’accusa: "Sugli otto megadepuratori gestiti dalla Regione Campania (cinque dei quali scaricano nei Regi Lagni), l’Amministrazione pubblica sopporta un costo annuo di circa 100 milioni di euro: 76 per canoni di gestione, 14 per la manutenzione straordinaria, 10 per l’energia elettrica". Poi si sottolinea: "Il servizio di depurazione è considerato alla pari della fornitura di energia elettrica o del gas. Il cittadino deve pagare solo se il servizio è fornito".

I buchi della rete

Bene. Il comune di Santa Maria Vico, nel 2009, scopre che l’impianto fognario non è collegato al depuratore: tutto affluisce direttamente nel "controfosso" dei Regi Lagni. Eppure gli abitanti pagavano il servizio. Idem per Casal di Principe, San Cipriano, Casapesenna e per decine di altri paesi: centinaia di migliaia di persone. Negli atti si parla di “avvelenamento” delle acque dovuto "alla criminale inefficienza del sistema di depurazione pubblico". E infatti: la pubblica amministrazione, anche nell’era Bassolino, non ha battuto ciglio. Dal 1999 esiste un "organo di controllo pubblico dei depuratori". Conta ben 25 persone: 6 dirigenti, 3 collaboratori tecnici, 9 esperti (professionisti esterni), 7 segretari degli esperti. La procura stima costi, oltre gli stipendi, per "4 milioni di euro" in otto anni.

La Guardia di Finanza aggiunge: "Mentre per i cittadini, le acque di scarico dei depuratori, è fonte di malattie, per questi fortunati dipendenti pubblici, la stessa acqua, è come l’oro". E infatti molti, tra gli indagati, sono membri della Commissione di controllo. Se ne contano 15 e, tra loro, anche un professore universitario: Manlio Ingrosso. Ecco come si giunge al disastro ambientale: "Bastava redigere una relazione tecnica mensile, pressoché a ciclostile, nella quale nulla si dice circa il disastroso stato del depuratore. Si avalla acriticamente ogni attività del gestore e si porta all’approvazione della Commissione di esperti". E gli esperti approvano. "Di approvazioni, da parte della Commissione di controllo, ce ne sono a centinaia".

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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mercoledì 28 aprile 2010

Il Parc(heggio) Monumentale del Fusaro (FOTO)










Si scrive “Parco”, si legge “Parcheggio”. Continuano a susseguirsi, in questa isterica commedia dell’assurdo, le più anomale vicissitudini improntate sul sovvertimento della normalità ed il radicamento dell’insulsa legge del degrado e dell’inconcepibile. Difatti, nonostante i lunghi anni di lavori, i fondi ricevuti dalla Comunità Europea, le pompose inaugurazioni di sorta e le centinaia di migliaia di euro investiti sia per il recupero del “Parco Monumentale del Fusaro”, della Casina Vanvitelliana e degli stabili ivi presenti, che per la creazione della celeberrima pista ciclabile, l’attuale realtà del parco fusarese non rispecchia di certo i ben diversi progetti preventivi. A testimoniarlo, al di là delle lamentele cittadine, s’ergono come macigni i fotogrammi posti alla vostra attenzione e nei quali si evince l’assoluta anormalità presente presso il bene di proprietà del Centro Ittico Campano (a sua volta controllato per il 99,97% dal Comune di Bacoli). Un ambiente pubblico in cui, tra qualche residente ed un gruppo sporadico di turisti incuriositi, si fanno spazio un numero indefinito di autovetture e ciclomotori parcheggiati in bella mostra negli interni del “Parco”. Insolita usanza la quale, in modo assolutamente surreale, viene tollerata sin anche dallo stesso presidente del Centro ittico, Raffaele Aragona, il quale, forse per stimolare un ulteriore imbarbarimento del posto, decide addirittura di avvicinare la propria automobile proprio nel bel mezzo di un “mini-sentiero” ivi stante, in modo tale da sistemare la vettura a soli pochi passi dalla porta del proprio ufficio.
Un oltraggio reiterato ed incomprensibile (se si pensa alla miriade di posti auto regolarmente presenti alle estremità del piccolo “Parco di periferia”) a cui però si aggiungono una serie di realtà ancor più sconcertanti. Infatti una buona parte dell’area non è ancora stata completata, mentre una grossa quantità tra lampioni non desueti e bidoni dell’immondizia forse riutilizzabili restano da mesi “parcheggiati” su un’aiuola della zona nell’attesa che, con il passare del tempo e delle piogge, possano ancor di più arrugginirsi.
Dati di fatto ai quali, per non farsi mancare proprio nulla, c’è d’aggiungere la presenza di un paio di cavi elettrici lasciati pericolosamente a contatto con le sterpaglie e l’erbaccia stante nella parte destra del sopraindicato Parco (alias Parcheggio) Monumentale.
Degrado immane, in cui di certo s’inserisce con forza anche una mancata manutenzione ordinaria, che si va a sommare all’abbandono presente lungo tutti i territori controllati dallo stesso Centro Ittico e per cui non si potrà fare a meno di prendere dei seri provvedimenti atti a far sì che ciò che attualmente si presenta come deposito di rifiuti o parcheggio gratuito autorizzato, possa a breve costituire una fonte di ricchezza per l’intera comunità bacolese.

Josi Gerardo Della Ragione
Redazione Freebacoli

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lunedì 26 aprile 2010

Via Poggio: dall'Abbandono all'Inciviltà (FOTO)

Riceviamo e Pubblichiamo

Si ritiene opportuno pubblicare una serie di foto e di considerazioni emblematiche inviateci nei giorni scorsi da Dino Esposito, residente presso via Poggio, circa il degrado e l'inciviltà in cui è tutt'oggi è incastrata l'intera arteria sita presso il centro storico di Bacoli.
Dalle immagini infatti è possibile ravvisare come, anche dove la Flegrea Lavoro (Società partecipata incaricata del servizio RSU cittadino) espleta il proprio dovere, una parte della popolazione continua periodicamente a ricoprire i cigli stradali con rifiuti ingombranti di ogni tipo e genere.
Una cattiva abitudine la quale non può essere di certo giustificata dalla colpevole mancanza di un servizio di raccolta ingombranti "porta a porta" la cui attuazione, in ogni caso, deve essere considerata prioritaria e necessaria.


Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

Di seguito le dichiarazioni di Dino Esposito
"Come si può notare la Flegrea Lavoro pulisce ed i cittadini educati sporcano.
Una guerra veramente che ha dell’incredbile.
L’educazione e il senso civico a molti cittadini del Poggio manca del tutto.
Sette giorni e il camion della Flegrea Lavoro con tre operai è giunto al parcheggio del Poggio per ben tre volte.
Per tre volte, gli operai della Flegrea Lavoro hanno raccolto un' immensa quantità di materiale ingombrante, sversato nel parcheggio, precisamente al solito posto, nei pressi dei cassonetti della spazzatura e della differenziata.
Lo spazzino ha pulito sotto i bidoni e nei pressi di essi e bene per tre volte i Nostri Amati Concittadini hanno sversato di nuovo materassi, frigoriferi, tavoli, pezzi di legno ecc. ecc.
Ci lamentiamo dei disservizi delle Amministrazioni Comunali e delle sue partecipate, ci lamentiamo dello spazzino, ci lamentiamo di tutto ma il “mea culpa” non lo fa mai nessuno
.

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domenica 25 aprile 2010

25 Aprile: dalla Costituzione violata alla Delibera 18 disattesa

Oggi 25 aprile, si festeggia in tutta Italia l’anniversario della liberazione dal nazifascismo. Purtroppo a mio parere dai media si vuol far passare l’idea che la liberazione sia qualcosa di lontanissimo, che riguardi al massimo i nostri nonni, che la situazione del nostro paese sia tutta rose e fiori e che il nostro paese sia una delle democrazie migliori al mondo , ma ahimè non è affatto così. Come si può chiamare democratico un paese, dove i diritti basilari sanciti dalla Costituzione, per la quale è meglio ricordare in molti hanno dato la loro vita, ci vengono negati ogni giorno?! in questo link potrete trovare i principi fondamentali della costituzione: immagino il vostro parere su quanti di questi sono rispettati, oppure se ne eravate coscienti dell'esistenza

Un articolo della nostra Costituzione che riguarda in particolar modo Bacoli e il 32° articolo comma 1 che dice:” La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” che forse anche i nostri politici sull’esempio di quelli nazionali fanno finta di non conoscere. Infatti “ esperti (oncologi, medici, biologi…), le istituzioni (ASL, ARPAC… da ultimo, lo stesso municipio di Bacoli), la cronaca denunciano tutti l’incremento di malattie tumorali–cancerogene sul nostro comune, considerato dall’OMS e dall’ISS tra gli otto comuni con il più alto tasso di mortalità e di malformazioni della Campania. Costoro hanno altresì evidenziato come tal fenomeno sia riconducibile alle gravissime e precarie condizioni in cui versa il nostro territorio”. A riguardo di tutto ciò il nostro Comune non è stato a guardare ma ha dato vita alla famosa Delibera 18, che giusto una settimana fa ne ricorre il secondo anniversario, o meglio il famoso provvedimento alla Ponzio Pilato della nostra giunta, infatti non è stato mai applicato in nessun punto, neanche nei più importanti come:

2) … avviare il procedimento amministrativo per la bonifica del sito inquinato dai rifiuti tossici nella ex cava di pozzolana di Via Castello – Baia…
3) provvedere alla bonifica dei terreni co i rifiuti tossici rinvenuti sul Lago Fusaro vicino campi di tennis

La delibera è stata votata dall’ex sindaco Antonio Coppola, i consiglieri Carlo Giamapolo, Scotto di Carlo Simone, Giorgetto Maria Rosaria, Barletta Antonio, Salemme Ernesto, Macillo Francesco, Capuano Raffaele, Mancino Ciro Pasquale, Perreca Giacomo, Carannante Luigi, Scamardella Mariano, Illiano Vincenzo, Del Giudice Sossio, Grande Salvatore ed Esposito Giuseppe. Mentre i consiglieri Carannante Nicola, Salemme Salvatore e Laringe Giuseppe in quel giorno così importante non c’erano, avevano gente a cena.

Ma non c’è da preoccuparsi se vedete molti di questi nomi riconfermati alle ultime elezioni, siamo all’alba di una nuova era, infatti da come si leggeva dai loro programmi elettorali si impegneranno di sicuro per qualifica e la bonifica del territorio! Perché se non fosse così, dovranno confrontarsi con i partigiani del terzo millennio, cioè cittadini che non accettano più di continuare a vedere la loro terra stuprata e affogata nel degrado, dove le loro armi sono mettere una firma, scrivere un articolo da mandare in rete e giustamente prendere per il culo i colpevoli di tutto ciò! La liberazione un giorno arriverà!

Antonio Carannante

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sabato 24 aprile 2010

Tarsu: Bocciati Quarto e Bacoli


Riceviamo e pubblichiamo

"Tarsu, arriva l'ennesima stangata. La raccolta differenziata non decolla come dovrebbe, e la tassa sui rifiuti continua ad aumentare per coprire i costi di smaltimento dei materiali solidi-urbani.
I rappresentanti istituzionali conoscono bene la soluzione: far partire una collaborazione con i cittadini e insegnare una vera raccolta di materiali divisi tra loro. Quarto e Bacoli sono i due comuni flegrei che registrano un picco di aumento massimo della Tarsu rispetto al 2009. I costi relativi alla tassa sono provvisori, dato che si basano sulle percentuali comunicate dai singoli enti.
Tutti gli elementi trasmessi dal Comune alla Provincia saranno comunque ricalcolati. Premiati invece i Comuni “virtuosi”, come Monte di Procida. Pozzuoli sembra stabile, senza aumenti forti".

Notiziario Italiano
Elisabetta Froncillo

Vi invito a iscrivervi e a invitare i vostri amici di facebook, al gruppo che ho creato sulla raccolta differenziata
Antonio Carannante

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giovedì 22 aprile 2010

Quattro depuratori della Regione Campania sversano direttamente nelle acque marine

La Denuncia della Procura
Il Reportage di "Repubblica"
Gli allevamenti scaricavano nella condotta idrica che convoglia
le acque reflue e sorgive nel Tirreno

di ANTONIO CORBO


Tutti scaricavano tutto sul litorale casertano. Gli allevamenti di bufale versavano veleni, melma, rifiuti liquidi e solidi nel Regi Lagni, un sistema di condotte idriche che termina alla foce del Volturno. Ancora più grave: i depuratori non funzionavano, ma convogliavano direttamente in mare tra Castel Volturno e Lago Patria tonnellate di melma. Per disastro ambientale sono stati arrestati dalla finanza 22 allevatori, 25 fattorie sequestrate, sospesi con una interdittiva quattro dirigenti degli impianti di depurazione. I danni sono gravissimi in una ristretta zona del Tirreno, tra Caserta e Napoli gli inquirenti rilevano "una bomba ecologica", un danno ambientale con effetti devastanti su mare e costa. I Regi Lagni sono un percorso idrico artificiale che convoglia acque piovane e sorgive nel litorale casertano. I lavori di riparazione di questo impianto, ideato dai Borbone, hanno prodotto inchieste e retate fin dai primi anni '90. È stato uno dei filoni più delicati di tangentopoli in Campania.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere, che da almeno vent'anni si occupa di inquinamento in un territorio devastato dai traffici clandestini di rifiuti tossici, porta ora alla luce nella sua gravità il danno provocato da aziende bufaline, depuratori inefficienti, Comuni e dirigenti irresponsabili. Con il procuratore Corrado Lembo ha coordinato le indagini della finanza Paolo Albano, procuratore aggiunto, che ha condotto tutte le inchieste predenti, alcune con centinaia di indagati. Le ultime: "Cassiopea" e Terra Madre". Paolo Albano conclude così il suo lavoro a Santa Maria Capua Vetere, da pubblico ministero ottenne il primo ergastolo per Raffaele Cutolo e una condanna per il tenente tedesco Emdem di Coblenza, accusato dell'eccidio di Caiazzo, con 22 civili uccisi. Albano è stato promosso, va a dirigere la Procura di Isernia.
Nelle ordinanze sono elencati i reati di disastro ambientale, avvelentamento delle acque, danneggiamento di acque e edifici pubblici, interruzione di pubblico servizio, scempio paesaggistico. In una fascia più limitata, ma con pari rigore, hanno indagato i magistrati della Procura di Nola, diretta da Paolo Mancuso, ricostruendo gli illeciti sversamenti delle stesse aziende bufaline nell'area napoletana che confina con la provincia di Caserta.
Il comando regionale della finanza, con il generale Pino Mango, ha coordinato una task force di specialisti con elicotteri e motovedette per rilevare lungo il percorso dei Regi Lagni e sottocosta una infinita serie di abusi e omissioni. Migliaia le foto scattate anche dall'alto, numerosi i video, quindi analisi in laboratorio di acque prelevate in prossimità di industrie casearie, canali, pozzi e mare. Sotto accusa anche alcuni Comuni delle province di Napoli e Caserta. Aggirando le condotte collegate ai depuratori, hanno scaricato i reflui urbani inquinanti direttamente nei Regi Lagni, quindi in mare. Le analisi attestano la pessima qualità delle acque scaricate: hanno ingenti carichi organici, con azoto ammoniacale. Rilevate tracce di "Escherichia coli", una delle specie principali di batteri che vivono nella parte inferiore dell'intestino di animali a sangue caldo, uccelli e mammiferi. La presenza di "Escherichia coli" certifica la contaminazione nelle falde acquifere di feci.Ma la resposabilità più grave è attribuita alle società degli impianti pubblici di depurazione con sede a Villa Literno, Marcianise, Orta di Atella, Nola. I primi tre depuratori, di proprità della Regione Campania, sono affidati in gestione a "Hydrogest Campania Spa" il quarto al consorzio di imprese "Dond-Ibc-Impec".Gli arresti sono stati eseguiti all'alba dal comando provinciale di Caserta, guidato dal colonnello Francesco Saverio Manozzi. L'importanza dell'operazione e la collaborazione fra più Procure campane hanno fissato a Napoli la conferenza stampa del procuratore generale Vincenzo Galgano.Nell'incontro con i giornalisti, il Pg ha indirizzato qualche frecciata alla Regione Campania, proprietaria degli impianti di depurazione. "Enti pubblici che non hanno svolto bene la loro funzioone. Questo disastro ambientale è particolaremnte grave perché ruba ai cittadini, ma anche ai loro figli spiagge e mare puliti, contamina l'ambiente in quella che duemila anni fa era Campania Felix e doveva di nuovo esserlo. Spero che questo futuro sia prestio restituito alla Campania attraverso bonifiche urgenti e complesse". Ha aggiunto con toni di sorpresa e vaga polemica, Galgano. "L'emergenza rifiuti non è finita. Di questo doveva occuparsi anche il sottosegretario Bertolaso con il suo commissariato, scaduto qualche mese fa. Queste discariche nei corsi d'acqua lasciano danni irreparabili".
Più dura la polemica sui mezzi di indagine. "È un vero miracolo che strutture antiche e affannate come le nostre, attraverso la staordinaria attività dei magistrati di Santa Maria e Nola, siano riuscite a scoprire questo disastro ambientale. E bisogna essere grati ai comandanti e agli uomini della Guardia di finanza per quanto fatto".
Donato Ceglie, pm che da sempre con Paolo Albano si occupa di reati ambientali, ha fornito un dettaglio così grave da apparire paradossale. "In questi giorni i depuratori sono fermi. L'attuale blocco non deve spaventare. Sembra impossibile, ma i crosi inquinati che sfociano direttamente in mare sono meno pericolosi dell'acqua che passa tra le griglie contaminate dei depuratori". Peggio quindi se i depuratori funzionano.Si prevedono provvedimenti nei confronti dei Comuni che sversano direttamente in mare. "L'indagine è tutt'altro che conclusa. C'è grande attenzione e sarete prestissimo informati di ulteriori sviluppi". La conclusione di Corrado Lembo fa pensare a nuovi interventi "su chi doveva vigilare e non l'ha fatto". Paolo Mancuso invece ha ricordato che "La Regione ha stanziato 50 milioni per la bonifica. Dopo quanto si è scoperto, c'è da augurarsi che tanti soldi siano davvero spesi, e bene".

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mercoledì 21 aprile 2010

Acherusia Palus: Continuano le Iniziative

Riceviamo e Pubblichiamo

ACHERUSIA PALUS
IL PASSO DEGLI UCCELLI NELLA FORESTA REGIONALE DEL MONTE DI CUMA

Oramai il calendario delle iniziative a cui partecipa e organizza l'Associazione Culturale "ACHERUSIA PALUS", è sempre più seguito. L'appuntamento come al solito, è al Lido Fusaro alle 9,00 di domenica 18 aprile 2010. Cornetti caldi appena sfornati, cappuccino, caffè e delle ottime premute di arance locali, hanno intrattenuto i visitatori. Lasciate la metà delle auto al parcheggio del Lido, ci siamo avviati alla Foresta Regionale del Monte di Cuma. Alla Stazione della Circumflegra di CUMA (ancora chiusa!!!!!) abbiamo incontrato il gruppo della ASOIM, associazione Studi Ornitologi Italia Meridionale, che ci ha accompagnato alle reti predisposte in prima mattina, per recuperare gli uccelli da catalogare. Il prof. Maurizio Fraissinet, Danila Mastronardi, Elio Esse, hanno spiegato l'ecosistema della Foresta di Cuma che ospita il transito di numerosi uccelli da passo. Sessioni di inanellamento dell'avifauna, con finalità scientifiche e Didattiche hanno offerto la possibilità di conoscere, elementi di ornitologia, caratteristiche e abitudini di alcune specie diuccelli ormai rare a vedersi in città. Dato l'arrivo della perturbazione che ha caratterizzato la giornata, non c'era molto movimento di uccelli. Trovandosi sul posto, è stata una buona occasione per girare per il Bosco e la Silva Gallinaria, dove i visitatori hanno potuto gustare gli odori e i colori che la natura primaverile in questo periodo offre, con belle distese di Ciclamini, Orchidee selvatiche e fiori di Cisto. Hanno partecipato alla giornata il dott. Claudio Ansanelli e il dott. Carmine Baselice del Settore Foreste della Regione Campania, il presidente del Parco regionale Campi Flegrei, Francesco Escalona. L'appuntamento è per domenica 25 aprile alle ore 10.00 per partecipare ad una emozionante giornata di Shiatsu di Gruppo nel bosco con l'associazione LA FENICE, e poi di nuovo alle ore 19,30 all'iniziativa sempre a cura dell'ASOIM "IL RICHIAMO DEI NOTTURNI".


Antonio Nocella
Presidente dell'Associazione
"Acherusia Palus"

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martedì 20 aprile 2010

Pompe di Sollevamento minacciano l'Ambiente: Partono le Denunce

Dopo le proteste e le segnalazioni cittadine, non sono ancora state apportate delle migliorie alle pompe di sollevamento di via Cuma: scatta la denuncia per motivi igienico-sanitari all'ASL NA2 ed al comando di Pozzuoli del corpo forestale dello Stato. E’ stato il Coordinamento delle Periferie, in seguito alle roboanti e documentate segnalazioni effettuate nei giorni scorsi presso gli organi competenti, a far sapere con un comunicato ufficiale di aver già inviato una denuncia per iscritto presso le autorità sanitarie, in modo tale da poter risolvere quanto prima la sconcertate situazione generatesi nei pressi delle pompe di sollevamento di Cuma. Una struttura fatiscente, troppo spesso interessata da rotture improvvise e difficilmente rimarginabili, posta a pochi passi da un edificio scolastico notevolmente popolato e che dovrebbe “pompare” le acque reflue del Comune di Bacoli verso il depuratore regionale di Cuma-Licola. “Per tutta la giornata del 18 aprile dalla condotta retrostante e dagli scoli pluviali antistanti le pompe di sollevamento di v. Cuma è fuoriuscito un copioso e continuo flusso di liquami fognari, che si sono quindi riversati sullo spiazzale e sulla strada. Una situazione che si è protratta anche nel giorno successivo e per cui s’avverte nella zona un persistente cattivo odore mentre i cittadini, e specialmente i bambini andanti alla vicina scuola elementare, sono costretti a camminare sulla melma fognaria accumulatasi sui marciapiedi. Come residenti che vivono sulla propria “pelle” questa inqualificabile vergogna – ha continuato un membro dello stesso Coordinamento - abbiamo immediatamente denunciato tale situazione, sottolineandone la gravità igienico-sanitaria, alla stampa ed ai responsabili comunali interessandone il comandante Fasano (stazione di Pozzuoli del corpo forestale dello stato). Effettuato un sopralluogo, gli uffici comunali hanno dichiarato che l’accaduto è dovuto al “troppo pieno” e che attualmente le pompe sono funzionanti (ovvero operativa una sola delle quattro previste). Su ripetuta nostra pressione, il X settore si era impegnato per effettuare una pulizia (mezzo idrante) e disinfestazione del sito e dei marciapiedi; cosa che però non è ancora avvenuta. Per tale motivo come comitato restiamo vigili seguendo “da vicino” la situazione e ribadendo l’urgenza per la nuova amministrazione comunale d’affrontare organicamente il rifacimento del sistema fognario che costituisce la priorità per Bacoli.
Dichiarazioni forti le quali, già in passato, spinsero gli uomini del Noe a recarsi in zona per constatare l’effettiva efficienza dell’apparato fognario locale. Sopralluogo il quale, in seguito all'intervento repentino di alcuni membri dello stesso Coordinamento, spinse il comandante Fasano ad avanzare forti e veementi critiche verso i responsabili dell'Ufficio Tecnico comunale rei (a detta dello stesso Fasano) di avergli più volte celato le reali condizioni di fatiscenza in cui verte l'apparato fognario locale caratterizzato da una lunga serie di anomalie che, in particolar modo in seguito a forti pioggie, fa sì che una grossa quantità di acque reflue vada direttamente a confluire presso l'inquinatissimo lago Fusaro. Criticità palesi le quali, in maniera sempre più inequivocabile, mettono in stretta correlazione l'inquinamento dei bacini lacustri con la fatiscenza di un sistema fognario che "fa acqua da tutte le parti".

Josi Gerardo Della Ragione
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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L'Osservatorio Vesuviano arriva al Lago Miseno (VIDEO)

L’Osservatorio Vesuviano arriva a Bacoli per effettuare i prelievi utili per analizzare le acque del lago Miseno: la petizione sottofirmata da numerosi cittadini locali e le pressioni dei comitati civici ottengono i primi risultati positivi.
Sono giunti ieri mattina gli uomini dell’Osservatorio Vesuviano i quali, grazie alla disponibilità di un lavoratore del luogo (Edmondo Massa), hanno potuto effettuare una serie di prelievi delle acque del cosiddetto lago "Mare Morto": “I risultati completi delle analisi saranno pronti entro due settimane. Tra i parametri ricercati – ha continuato un esperto facente parte del gruppo di analizzatori – c’è anche l’ossigeno ed il ph. Di certo, a differenza di quanto riscontrato nel mese di ottobre proprio in questo stesso bacino lacustre, abbiamo ravvisato una grossa quantità di mucillagine che in alcuni punti ci ha addirittura reso difficoltoso il prelievo. Uno stato di cose preoccupante il quale può essere causato da una serie di varianti tra cui non si esclude quella dell’immissione in acqua di fertilizzanti, materiale organico o di scarichi non certificati e controllati. Ciò che è certo è che per arrivare ad un quadro realmente esaustivo della situazione, non si potrà fare a meno di contattare anche la Protezione civile e l’Arpac, nonché gli stessi biologi dell’Anton Dohrn da sempre interessati e sensibili a questo tipo di tematiche di carattere ambientale”. Dichiarazioni indicative che di certo non hanno rassicurato i cittadini ed i rappresentanti civici presenti in zona all’arrivo dei tecnici dell’Osservatorio Vesuviano. Un nutrito gruppo di persone tra cui figuravano anche Giovanna Ambrosino , Annamaria Varriale (presidente del Comitato per la Tutela della Salute Pubblica) ed Alessandro Parisi. “Da tempo ci stiamo battendo per la risoluzione delle problematiche ambientali presenti sul nostro territorio – affermano gli stessi promotori dell'iniziativa – e per ciò che riguarda il lago Miseno si ravvisano quotidianamente delle anomalie allarmanti. Difatti tutt’oggi il bordo del bacino lacustre è ricoperto da una densa schiuma biancastra e da più parti si paventa la presenza di alcuni scarichi abusivi che continuerebbero a sversare acque reflue direttamente nel lago. Inoltre c’è da considerare anche il fatto che le due foci attualmente presenti non garantiscono un adeguato ricambio d’acqua con il mare”. Degrado eloquente per cui l'Ufficio Tecnico di Bacoli (che da svariati mesi giustifica le anomalie lacuali attraverso la presunta e costante presenza di emissioni sulfuree), ha deciso di contattare l'Arpa Campania in vista di un'ulteriore analisi della situazione. Indagine ufficiale la quale avrà inizio nella mattinata di giovedì 22 Aprile quando i responsabili dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente si recheranno alle sponde del "Mare Morto" per effettuare ulteriori prelievi.



Clicca sulla foto in basso per visualizzare il video
in cui si mostra la condizione in cui verte
il lago Miseno
alla data del 19 Aprile 2010

Josi Gerardo Della Ragione
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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lunedì 19 aprile 2010

Turismo nei Campi Flegrei: Chi Visita NON Torna

Riceviamo e Pubblichiamo

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Dal 16 al 25 aprile 2010 si è aperta la XII settimana della cultura, quindi si è aperta ancora una volta a tutti gli italiani e ai turisti stranieri le porte dei musei, monumenti, aree archeologiche ecc. Due rappresentanti del comitato cittadino “CAPPELLA FUTURA”, si sono recati nei principali siti di maggiore espressione monumentale di Bacoli: il parco archeologico delle terme di Baia e il castello Aragonese di Baia.
La prima tappa è stata fatta al parco archeologico delle terme di Baia. Non appena varcati l’ingresso, Antonio Sabatano e Domenico Colandrea sono stati fermati da, molto probabilmente, un dipendente, il quale ha chiesto il biglietto. Il sig. Sabatano ha detto che poiché c’era la settimana della cultura l’accesso era gratuito. Il dipendente ha detto che la settimana della cultura era prevista per lunedì 19 aprile. Sabatano ha ribadito che sul sito del Ministero la settimana per l’accesso ai siti partiva dal 16 aprile fino al 25 aprile 2010. L’impiegato insisteva a dire di no. Il Sabatano fermamente ha insistito dicendo di chiamare la stampa e i carabinieri, in quanto quello che stava accadendo è già successo in passato e questa volta era deciso a tutto. L’impiegato a quel punto ha detto di attendere. E entrato nell’ufficio e dopo poco tempo è uscito dicendo che potevano accedere al sito. Come il sig. Sabatano e Colandrea anche altri visitatori hanno avuto lo stesso problema. In effetti anche se fosse stato vero di sicuro ci doveva essere un affissione dove dava l’avviso che le date erano slittate ai giorni successivi.
Con molto piacere i rappresentanti del comitato CAPPELLA FUTURA dopo la vittoria sulla disorganizzazione si sono goduti la passeggiata all’interno del parco. Successivamente si sono diretti al Castello Aragonese di Baia. Non appena sono arrivati all’ingresso del portone c’era un cartello dove avvisava i visitatori che all’interno erano visitiabili solo alcuni ambienti, mentre gli altri erano chiusi al pubblico non si sa per quale motivo.
Naturalmente come il comitato cittadino CAPPELLA FUTURA, anche molti altri visitatori sono rimasti a bocca asciutta. Il segretario Generale del Ministero per i Beni Culturali e le attività culturali si augurava il grande successo di questa settimana dove i turisti e visitatori avrebbero riscoperto i nostri tesori culturali. Bhe come secondo giorno a Bacoli come anche a Monte di Procida (necropoli di Piazza Mercato di Sabato) è stata una completa delusione.
Incapacità da parte degli organizzatori o manifestazione voluta come un fiasco?

Antonio Sabatano
Comitato "Cappella Futura"

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sabato 17 aprile 2010

Grotta di Cocceio: Un tunnel, Due lucchetti e Tanto Abbandono










Altra uscita, altro scempio: galoppa senza sosta il degrado e l'abbandono perpetuatosi ai margini del tunnel militare più rinomato dell'intero Impero Romano. Una perla, interamente scavata nel tufo per circa un chilometro, riconosciuta con il nominativo di "Grotta di Cocceio" e posta tra l'antica città di Cuma ed il lago d'Averno. Una Struttura fatta costruire dall’architetto Cocceio (in esecuzione del progetto di Agrippa), per collegare il lago d’Averno, sede del nuovo portus Julius, con Cuma ed il suo porto. Galleria, larga abbastanza da permettere il transito di due carri affiancati ed aerata e illuminata da sei pozzi di luce, nota anche sotto il nome di Grotta della Pace, poichè secondo una leggenda cinquecentesca, un cavaliere spagnolo, tal Pietro di Pace, malconsigliato da maghi e chiromanti, avrebbe dilapidato i propri beni nella vana ricerca di un presunto tesoro ivi sepolto. Un gioiello dell'architettura imperiale tutt'ora però chiuso da due grossi lucchetti posti alle estremità del condotto. Zone d'accesso presso le quali è possibile ravvisare un'assoluta condizione di abbandono caratterizzato da sporcizia, distruzione, mancata manutenzione e presenza di ingenti quantità di detriti. Situazione imbarazzante per cui, come già fatto lo scorso 8 Dicembre per il degrado presente a pochi passi dall'entrata di Cuma (con apposito articolo, correlato di foto, postato sul blog), si lascia alle immagini la possibilità di rappresentare al meglio lo stato in cui verte la sezione di spazio antistante al cancello d'ingresso posizionato a poche decine di metri dal lago d'Averno e dalla sua pista ciclabile. Uno stato di cose che lascia ancor più basiti se si pensa che le "Grotte di Cocceio" erano interessate dall’ennesimo progetto, studiato e mai realizzato, direttamente sovvenzionato dai PIT Campi Flegrei, integrati all’interno del POR Campania 2000/2006. Programmazione imponente con la quale s’intendeva sia recuperare la compromessa volta della camera di scoppio, che effettuare uno scavo del ramo secondario orientato verso l’Anfiteatro cumano. Impellenze disattese, a causa di frane interne inaspettate e delle solite inefficienze degli enti preposti, le quali non hanno consentito, secondo quanto s’apprende dagli stessi cartelloni contrassegnati dal simbolo della comunità europea, “il completamento degli lavori ai fini della fruizione entro il 28 Luglio del 2008".
Un utilizzo palesemente mancato ed un tunnel non visitabile, che da ormai troppo tempo anzichè collegare due flotte imperiali o due schiere di turisti, non fa altro che dividere due grossi lucchetti e due discariche a cielo aperto.

Josi Gerardo Della Ragione & Alessandra Sagliocchi
Redazione Freebacoli

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venerdì 16 aprile 2010

Paura al Lago Miseno: L'Ufficio Tecnico non rassicura la cittadinanza

Allarme ambientale presso il lago Miseno: la Protezione civile chiede spiegazione all’Ufficio Tecnico del Comune di Bacoli. E’ arrivata nei giorni scorsi, dopo una lunga serie di chiamate e di proteste messe in essere da diversi cittadini ed associazioni paesane, il primo resoconto informativo rilasciato dagli uffici della Protezione civile regionale: “Il Comune di Bacoli ci ha confermato che è da tempo a conoscenza del degrado e dell’inquinamento in cui verte il lago Miseno. Una situazione anormale – ha continuato un responsabile dell’ente – per la quale l’Ufficio Tecnico di via Lungolago ha fatto sapere di aver già attivato, attraverso gli uffici preposti, una serie di indagini per accertare le cause di questo stato di cose. Analisi le quali avrebbero individuato nell’emissione di zolfo l’unica causa che ha prodotto la presenza della schiuma giallastra e delle alghe putrefatte e maleodoranti che da tempo stanziano sulla superficie lacustre. Di contro però noi continueremo a vigilare senza sosta in attesa di un comunicato stampa ufficiale che possa fare chiarezza su quanto accaduto”. Delucidazioni a dir poco imabarazzanti, che non hanno convinto i numerosi cittadini da tempo impegnati per porre luce su di una problematica tanto rilevante per l’intero circondario flegreo. “Numerosi studi hanno accertato che il lago Maremorto verte oramai in una condizione deficitaria. E’ inutile nascondersi dietro un dito senza affrontare una criticità che a breve si trasformerà in una situazione catastrofica. Noi – continuano i residenti del posto inviperiti per le risposte vaghe e non rassicuranti – resteremo qui a manifestare il nostro dissenso interpellando altri organi in grado di accertare la mancata salubrità del bacino lacustre cittadino. Se continuiamo a nascondere il problema ci ritroveremo dinanzi ad una situazione simile a quella in cui verte in martoriato e discusso lago Fusaro”.
Rabbia e perplessità che, dopo la sottoscrizione di una petizione popolare atta a mobilitare la stessa Protezione civile "a seguito dei gravi danni che stanno interessando la città di Bacoli" e a richiedere "l’istallazione nello specchio d’acqua del lago Maremorto di una sonda multiparametrica in sondaggio continuo”, che trova vigore anche in seguito ad una relazione tecnico-scientifica sottoscritta dall'Osservatorio Vesuvuano. Documento, datato 9 Ottobre 2009 e successivo alla moria dei pesci verificatesi nello stesso lago Miseno il 23 Settembre 2009, in cui si evince che "in seguito ad un sopralluogo tenuto dai Dott. Giovanni Chiodini, Rosario Avino, Stefano Caliro e Carmine Minopoli afferenti all’Unità di Geochimica dei Fluidi dell’ Osservatorio Vesuviano sede di Napoli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, al fine di verificare un’eventuale presenza anomala fluidi vulcanici si è effettuato un campionamento delle acque lacustri a fondo lago (con profondità fra 1.5 e 2 metri) in ben 4 punti. Analisi i cui risultati - continua uno stralcio della relazione dell'Osservatorio in netto contrasto con le dichiarazione dell'Ufficio Tecnico bacolese - non hanno evidenziato la presenza di quantità rilevabili di fluidi idrotermali vulcanici nelle acque del lago di Miseno.
Delle testimonianze tecniche a cui non si può far altro che aggiungere delle foto (scattatate oggi Venerdì 16 Aprile 2010) raffiguaranti lo stato in cui tutt'ora verte il lago Miseno il quale rischia seriamente di degradare sempre di più verso una condizione d'inquinamento non troppo dissimile di quella presente circa un decennio fa.
Alghe morte e schiume giallastre le quali, senza un'attenta politica di prevenzione, di controllo di possibili scarichi abusivi e di manutenzione ordinaria delle foci atte a garantire il ricambio d'acqua e delle pompe di sollevamento stanti in Miliscola ed affaccianti sul "Mare Morto", aumenteranno sempre di più la propria portata, il proprio olezzo, ed il terrore di un nuovo allarme ambientale.


Josi Gerardo Della Ragione
Redazione Freebacoli
feebacoli@live.it

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giovedì 15 aprile 2010

Freebacoli su "Gente di Mare TV" (VIDEO)


La Redazione di Freebacoli, attraverso un'intervista rilasciata dalla redattrice
Alessandra Sagliocchi presso gli studi televisivi dell'emittente
"Gente di Mare TV",
ha rilasciato una serie di dichiarazioni durante l'edizione del 14 Aprile di
"Gdm News Area Flegrea".
L'incontro, condotto dal capo-redattore Gaetano Ferrandino, ha trattato delle seguenti criticità:
Problematica ambientale
Mancata gestione dei siti archeologici
Ultime elezioni comunali

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Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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mercoledì 14 aprile 2010

Rischio Sismico a Monte di Procida: La DENUNCIA di Pugliese

Elusa la richiesta di Bertolaso e tutto rinviato a data da destinarsi: fallito il Consiglio Comunale voluto per commemorare le vittime dell’Abruzzo e discutere dell’eventuale rischio sismico che attanaglia, tra gli altri, anche il paese di Monte di Procida. Una mancata discussione ed approfondimento che ha mandato su tutte le furie il consigliere comunale d’opposizione Giuseppe Pugliese: “Cosa dire, un’altra occasione persa per Monte di Procida. Difatti il capo dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, aveva inviato una nota (CLICCA sulla foto alla sinistra per ingrandire l'immagine) chiara e precisa ai comuni nelle zone a rischio sismico 1 e 2, chiedendo oltre ad una vuota commemorazione della strage, una seria e scrupolosa analisi delle criticità e delle situazioni che determinano maggiore rischio. Documento nel quale si richiede inoltre una verifica e un’informativa circa le misure di sicurezza adottate dal Comune per prevenire il rischio sismico, informando d'altra parte, dell'esistenza di ingenti fondi per l'adeguamento sismico degli edifici pubblici e privati e chiede altresì una ricognizione degli edifici a rischio, anche di quelli abusivi, chiedendo la redazione e l'aggiornamento del piano di sicurezza comunale. Bertolaso però – continua l'inviperito capogruppo consiliare di Svolta Popolare - commette un errore imperdonabile: crede che si stia rivolgendo ad un Comune "normale". Non sa che il nostro ente ha un piano d'emergenza vecchissimo, che non si è mai parlato di aggiornarlo, che del rischio sismico delle case abusive costruite frettolosamente non se ne parla mai (fatta eccezione per gli espliciti inviti che ho fatto nei consigli comunali e nelle commissioni consiliari), che i nostri uffici per fornire risposte del genere avrebbero bisogno di mesi vista la loro patologica lentezza. Non sa, infine, che i politici di maggioranza sono stati impegnati in un' estenuante campagna elettorale che ha ben altra priorità rispetto al rischio sismico, e che le 120 scosse alla solfatara di alcune settimane fa non sono bastate a scuoterli dalla loro frenesia elettorale". Una serie di considerazioni a cui è seguito il manifestarsi di un vero e proprio "Consiglio-Farsa" che ha rinviato la discussione a data da definirsi. "Ecco quindi che il Consiglio Comunale si è trasformato in una farsa dove la maggioranza in evidente imbarazzo ha cercato delle risibili scuse alla inadeguatezza della risposta amministrativa fornita in un’occasione tanto importante e delicata. Addirittura - conlude lo stesso Pugliese - si è rimandato tutto tra sei mesi, quando verosimilmente saremo alle porte di una nuova campagna elettorale. Noi intanto abbiamo proposto, tra le altre cose, di evidenziare la criticità delle vie di fuga inadeguate e di chiedere con forza l'adeguamento del gavitello in tempi brevi e certi. Solo così si potrà garantire un'adeguata una via di fuga alla cittadianza montese. Inoltre vanno altresì verificati, come richiesto da Bertolaso, quegli abusi edilizi non rispondenti alle normative antisismiche. A Monte di Procida ci sono delle vere e proprie palafitte in lamiera battuta pronte a cadere alla minima scossa ed è per questo che preferisco evidenziare queste criticità esponendomi ad una probabile emoraggia di voti in un periodo di strategici silenzi pre-elettorali, piuttosto che chiudere tutti e due gli occhi esponendo le vite dei cittadini a gravissimi rischi".

Josi Gerardo Della Ragione
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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martedì 13 aprile 2010

Ballottaggio: I VOTI SEGGIO PER SEGGIO

Di seguito si riportano i dati UFFICIALI e CERTI dei voti SEGGIO PER SEGGIO rilasciati dall'Ufficio Elettorale del Comune di Bacoli.
I dati sono riferiti sia ai risultati del Ballottaggio che agli esiti del Primo Turno

Clicca sulle foto
per ingrandire l'immagine



Elenco delle SEZIONI ELETTORALI e la loro Ubicazione

SEGGIO 1: Via Piscina Mirabile, Pennata, Poggio, Campi Elisi, Spiaggia; Guglielmo Marconi
SEGGIO 2: Via Gaetano De Rosa, Guardascione, Tacito, Adriano, Antonio De Curtis, Catullo
SEGGIO 3: Via Properzio, Ottaviano Augusto, Marziale, Apuleio
SEGGIO 4: Via Cento Camerelle, Pagliaro, Ambrogio Greco, Ercole, Agrippina
SEGGIO 5: Via Cuma
SEGGIO 6: Via Cupa della Torretta, Via Spiaggia Romana
SEGGIO 7: Via Stendhal, Pietro Fabris,Mozart,Goethe,Hamilton,Miliscola,Murat, Lido Miliscola, Caracciolo, Fonseca, Madame De Stael
SEGGIO 8: Via Montegrillo, Fondi di Baia, Bagni di Tritoli, Petronio Arbitrio, Stufe di Nerone, Arco Felice Vecchio, Cicerone, Orazio
SEGGIO 9: Via Sella di Baia, Lucullo, Molo di Baia, Terme Romane, Alcide De Gasperi
SEGGIO 10: Via Enea, Omero, Plutarco, Sibilla, Cocceio, Scalandrone, Marco Aurelio
SEGGIO 11: Via Vanvitelli, Rossini, Svetonio, Tarquinio il Superbo, Carlo Calosi, Apicio
SEGGIO 12: Via Giulio Cesare
SEGGIO 13: Via Tito, Torregaveta, Servilio Vatia
SEGGIO 14: Via Fusaro, Turner, Tito Livio, Giovenale
SEGGIO 15: Via Faro, Sosio, Dragonara, Plinio il Vecchio, Sacello di Miseno, Petrarca, Miseno, Shoa
SEGGIO 16: Via Mercato di Sabato
SEGGIO 17: Via Olimpico, Cuoco, Dumas, Yourcenar, Claudio
SEGGIO 18: Via Ovidio. S.Anna, Della Vigna, Scamardella, Falci, Ortensio, Pozzo, Tiberio
SEGGIO 19: Via Pontano, Nerva, Cappella, De Lamartine, Domiziano
SEGGIO 20: Via bellavista, Silio Italiaco, Simmaco
SEGGIO 21: Via Virgilio, Blosso, Papinio Stazio
SEGGIO 22: Via Torre di Cappella, Shakespeare
SEGGIO 23: Via Lungolago, Pasolini, D'Annunzio, Boccaccio, Alighieri, Sannazaro, Carannante
SEGGIO 24: Via Roma, Castello
SEGGIO 25: Via Risorgimento, Tabbia, Cerillo
SEGGIO 26: Via Santa Giuliana, Massenzio, Massimo, Cornelia dei Gracchi

Redazione Freebacoli
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lunedì 12 aprile 2010

Elezioni 2010: ERMANNO SCHIANO E' IL NUOVO SINDACO DI BACOLI


VOTI I TURNO

CANDIDATO SINDACO

N° VOTI

%

VOTI

5.114

Dr. Carlo

GIAMPAOLO

5.675

43.51

%

30,64






VOTI

8.164

Dr. Ermanno

SCHIANO

7.367

56.49

%

48,91


CLICCA QUI
per visualizzare il
RISULTATO FINALE del
Ballottaggio tra
Carlo Giampaolo ed Ermanno Schiano
attraverso i dati ufficiali emessi dal
Ministero dell'Interno

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per visionare i risultati del Primo Turno

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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sabato 10 aprile 2010

Il litorale Domitio: balneabilità a rischio per la prossima estate - parte seconda

La stessa ARPAC (di Caserta) sintetizza, sul sito istituzionale aggiornato al 19 febbraio 2010, lo stato di dissesto ambientale diffuso, connesso solo agli scarichi urbani, esistente sul territorio della Provincia di Caserta (figura 3). “L’indagine ha individuato 178 punti di scarico su tutto il territorio provinciale, tra cui quelli di tre grandi depuratori regionali lungo i Regi Lagni, depuratori che complessivamente servono 36 comuni della provincia. Tra gli altri punti di scarico, c’è quello del depuratore consortile di Vitulazio, che serve quattro comuni, più altri 174 punti: di questi, 86 sono collegati a 41 depuratori comunali, non tutti funzionanti, mentre altri 92 sono punti terminali di condotte senza alcun impianto di depurazione.” “Secondo i risultati dello studio, circa il 75 per cento degli abitanti è “allacciato” a impianti di depurazione «parzialmente funzionanti», e più del 10 per cento non è collegato ad alcun impianto di depurazione: per questa quota di residenti, in altre parole, gli scarichi fognari finiscono direttamente nei fiumi, negli alvei o in mare, senza alcun trattamento. Dei 178 punti di scarico, solo 54 risultano regolarmente autorizzati dalla Provincia. “Allegata allo studio, una cartina mette in relazione gli scarichi più “critici” con la scadente qualità dei corsi d’acqua e delle acque costiere. “Come tutti sanno, finora le amministrazioni regionali (anche quella uscente) hanno brillato per non avere tutelato e valorizzato le risorse naturali e ambientali e le attività agricole e zootecniche specializzate del nolano e casertano, dando poca importanza al fatto che il territorio compreso nel bacino dei Regi Lagni è uno dei territori strategici per lo sviluppo della Campania. Basta osservare la figura 4 che schematizza le risorse idriche della Piana Campana e il loro uso. Il 24 marzo 2010 lo scadente Bassolino ha annunciato che la Regione aveva stanziato altri 35 milioni di euro per il risanamento dei Regi Lagni e che entro poche settimane sarebbe iniziata la costruzione della griglia alla foce (dei Regi Lagni) che dovrebbe intercettare le carcasse di animali e i rifiuti ingombranti prima che le acque inquinate del canale borbonico sfocino in mare. Bassolino, in pratica, ha confermato che anche se i depuratori citati funzionassero alla perfezione, i canali continuerebbero a sversare sulla spiaggia acque inquinate che, conseguentemente, renderebbero non balneabile la costa.
E’ proprio così!
L’Ing. Orrico non lo sapeva?
Non credo che il responsabile della Protezione Civile Regionale sia così sprovveduto; se lo fosse,
vuol dire che la protezione civile è nelle mani di una persona disattenta e dalle inadeguate capacità professionali. Se invece è al corrente della reale situazione, con quale faccia dichiara che il ripristino dei due depuratori consentirà la balneazione del litorale Domitio? Lo fa per coprire semplicemente un affare di milioni di euro di denaro pubblico spesi senza un piano di risanamento dei bacini imbriferi che possa consentire di innescare l’economia del litorale balneabile veramente? Sarà pronto ad attribuire la probabile non balneabilità delle acque costiere agli altri scarichi: ma si sapeva già che gli interventi finanziati dalla Giunta Bassolino al di fuori di un piano di risanamento organico di tutte le acque che sono immesse lungo il litorale Domitio non avrebbe potuto avere alcun effetto benefico sull’economia turistica del litorale!
I cittadini sono interessati ad eliminare l’inquinamento ma anche a liberarsi di coloro che hanno fatto “da palo” agli inquinatori. Si deve evitare che si avvii la copia dell’operazione “disinquinamento del Sarno” che ha eseguito interventi vari ma non ha disinquinato né disinquinerà il fiume. Disinquinare solo i Regi Lagni non eliminerebbe l’inquinamento costiero perché vi sono altre immissioni di liquami nei circa 27 km compresi tra Mondragone e Licola. Il Fiume Volturno riceve anche gli scarichi di parte della Provincia di Isernia che è
territorio molisano. Si tenga presente che agli impianti giunge solo una parte degli scarichi inquinanti che in maniera consistente e abusiva ma molto evidente sono immessi direttamente nei Regi Lagni. Tutti li possono vedere e quindi coloro che devono evitare l’inquinamento avrebbero dovuto intervenire per bloccare gli scarichi e fare punire i colpevoli.
Qualcuno ha parlato di sprechi riferendosi agli impianti di depurazione non funzionanti adeguatamente. Non credo che si tratti di “cultura dello spreco”. Credo dipenda dalla “cultura animalesca” che anima certe persone, con l’istinto del parassita, indipendentemente dalle aggregazioni partitiche, quando occupano ruoli istituzionali che concedono loro la possibilità di “mettere le mani” sul denaro proveniente dall’incasso delle tasse dei cittadini.
Un irresistibile impulso sembra invadere molti amministratori: fare eseguire le opere più costose indipendentemente dal fatto che poi risolvano in modo duraturo i problemi. In altre regioni italiane i depuratori costruiti funzionano e consentono la balneazione delle spiagge a valle di corsi d’acqua che ricevono scarichi di cittadini, industrie ed attività agricolo-zootecniche molto più consistenti della Campania, come in Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Toscana ecc. e consentono di utilizzare i litorali che garantiscono migliaia di posti di lavoro. In Campania il fine ultimo degli amministratori è stato ed è in prevalenza quello di fare costruire i depuratori solo per gestire la spesa e i connessi benefici dando per scontato che il funzionamento corretto dei depuratori che inquinano il litorale domitio non fosse un fatto necessario, ma un optional per cui anche se dopo gli impianti non avessero funzionato non sarebbe stato un problema ma una logica e prevista conseguenza.
Gli amministratori regionali che ogni anno sancivano disinvoltamente (fino a gennaio 2010) la non balneabilità del litorale domitio non hanno mai considerato i depuratori come impianti necessari e propedeutici alla valorizzazione turistica ed economica della fascia costiera.
Il risanamento dei Regi Lagni deve comportare la raccolta e depurazione efficace, duratura e verificata da strutture tecniche trasparenti e sotto controllo da parte dei cittadini, di tutte le acque di scarico provenienti dagli insediamenti urbani e dalle attività produttive industriali e zootecniche. Tanto per cominciare, occorre una struttura militare (varie forze dell’ordine) che deve fungere anche da polizia “fluviale” vigilando che nessuno scarico inquinante sia immesso nei canali. Non sfugge che tale risultato è di difficile raggiungimento se non si dotano gli organi di controllo militari e civili di adeguati mezzi di monitoraggio territoriale che consentano di cogliere e perseguire in tempo reale anche eventuali sversamenti notturni.
In tutto il mondo funzionano gli impianti di depurazione: basta verificare se gli impianti esistenti possono essere adeguati e resi perfettamente funzionanti oppure se devono essere sostituiti.
Il fine deve essere ben chiaro e duraturo: la balneabilità della spiaggia dal Garigliano ai Campi Flegrei. Tale tipo di intervento deve essere esteso al litorale vesuviano che da anni è drasticamente non balneabile per inquinamento.
A mio avviso occorre un piano strategico pluriannuale per il restauro ambientale dell’area che
comprenda il controllo del territorio e degli scarichi liquidi di tutti i tipi che devono essere depurati in modo da rendere balneabile tutto il litorale, coinvolgendo anche il Molise dal momento che parte della Provincia di Isernia immette gli scarichi nel Volturno.
Si tenga presente che 1 chilometro di spiaggia balneabile e adeguatamente attrezzata può garantire un fatturato annuo variabile da 2 a 4 milioni di euro. Considerando che attualmente circa 30 chilometri di litorale non sono balneabili a causa dell’inquinamento delle acque, entro 5 anni il restauro ambientale e il disinquinamento potrebbero determinare l’incremento del fatturato della fascia costiera di almeno 60 milioni di euro annui. E’ evidente come il corretto uso di una risorsa autoctona di importanza strategica come le spiagge potrebbe garantire centinaia di nuovi posti di lavoro.
Secondo lo scrivente finora si è pensato solo a spendere denaro pubblico senza un disegno di sviluppo socio-economico e ambientale ecocompatibile e duraturo. E’ evidente che finora agli amministratori pubblici, che hanno dimostrato scarsa e ingiustificabile professionalità di governo, non hanno capito che il litorale rappresenta una grande risorsa ambientale ed economica autoctona che deve essere tutelata e valorizzata.
Speriamo che i nuovi amministratori regionali, dimostrando serietà e attaccamento al loro territorio, comprendano, finalmente, che le risorse autoctone devono essere restaurate e diventare fonte di numerosi posti di lavoro nell’ambito di uno sviluppo veramente sostenibile basato sulla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali autoctone di cui il territorio già dispone gratuitamente.

Franco Ortolani
Ordinario di Geologia

Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio

Università di Napoli Federico II

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