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Freebacoli: dicembre 2011

sabato 31 dicembre 2011

"La Zeppata" del Veglione, Ecco i Nostri Fuochi d'Artificio: Parte la Rubrica “Vignette in Libertà”

C’è chi spara la “Bomba di Maradona” o la più innovativa “Spread” cercando di fare chiasso in vista dell’anno che verrà e chi si limita ad attendere il veglione serale utilizzando “carta e matita”, scagliando saette meno rumorose nell’immediato ma molto più penetrati nel tempo e, si spera, nelle coscienze di ogni singolo cittadino.

Nasce proprio l’ultimo giorno dell’anno che svanisce la nuova rubrica del gruppo Freebacoli, dalla cadenza orientativamente periodica, denominata “Vignette in Libertà”, attraverso la quale si cercherà di utilizzare un ulteriore canale comunicativo per diffondere, tra sarcastici sorrisi, le informazioni quotidianamente pubblicate dal blog.

Disegni, schizzi e fumetti satirici con cui si cercherà di illuminare quei lati del reale troppo spesso nascosti nell’ombra dell’inciucio o della “notizia di corridoio” che di certo non aiuta il lettore a strutturare una propria libera idea su quanto accaduto nella propria realtà locale.

La rubrica, che si prefigge sin da subito l’obiettivo di migliorarsi ed innovarsi di periodo in periodo, sarà quindi arricchita dalle vignette realizzate da MariaRosaria Schiano Lo Moriello, Rosy Chef per gli amici del web, che cercherà di riproporre col disegno particolari aspetti di contenuti descritti attraverso video, foto o articoli.

Pertanto, a seguito di una breve e quanto mai doverosa descrizione, si parte velocemente con una carrellata delle prime “zeppate” della rubrica, allegate al titolo dell’articolo a cui fanno riferimento. Cliccando sulle stesso sarà possibile anche leggere il testo della notizia.

Buona riflessione a tutti!

Abbattimenti Fantasma, La Cucina Abusiva dell’Ex Sindaco Coppola: Gli Amministratori Diano L’Esempio

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Raccolta Differenziata in Difficoltà, Arriva un’Isola Ecologica: Soddisferà Soltanto 3000 Bacolesi

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Trema la Polizia Municipale, Babbo Natale Regala Altri Guai al Comune: A Rischio Due Vigili Urbani
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La Crisi Non Esiste, Spesi 10.000 Euro Per Potare 8 Alberi: Il Comune Ha 300 Dipendenti Ma Utilizza Solo Ditte Esterne

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I “Cozzecari” Battono i Pugni e l’Amministrazione Schiano li Accontenta: L’Ex Piranha Diventa un Parcheggio per Barche

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Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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venerdì 30 dicembre 2011

Crepe e Fango, Pericolo Frana per il Colombario di Miliscola: Iannuzzi e Soprintendenza Distruggono la Storia – VIDEO e FOTO

2011-12-30 13.36.57 Franano gli intonaci del colombario di Miliscola a seguito di una mattinata di pioggia: i loculi cimiteriali d’epoca romana si trasformano in cisterne tra acqua putrida e fanghiglia.

Cittadini residenti inviperiti si scagliano contro l’amministrazione comunale e la Soprintendenza di Napoli e Pompei: “Salvate ciò che resta della nostra storia”.

Continuano a venire giù i resti del colombario presente nella periferia di Monte di Procida, tra la frazione di Miliscola e quella di Cappella vecchia. Un bene d’inestimabile valore, recuperato nel tempo attraverso investimenti della Comunità Europea, lasciato marcire tra sterpaglie, acqua piovana ed un grosso strato di fango che, nel corso degli ultimi anni, si è andato ad accumulare proprio lì dove dovrebbe essere presente un canale per lo scorrimento delle acque piovane.

2011-12-30 13.29.45 Una sorta di strettoia posta ai margini di via Lungolago, strada divisa a metà tra il comune montese e quello di Bacoli, all’interno della quale anziché scorrere acqua piovana risulta essere impantanata un’ingente quantità di terriccio sceso lì proprio dopo aver attraversato in più punti il reperto archeologico, privo di manutenzione straordinaria ed ordinaria e carente di qualsiasi tipo di accessorio funzionale quale, ad esempio, un’apposita cartellonistica che ne indichi la storia.

Comune e Soprintendenza Distruggono la Storia ed il Turismo

Struttura sporgente ed ancora visibile, che risulta essere soltanto una misera sezione dell’intero complesso funerario in gran parte non visitabile ed in alcuni punti addirittura coperto da cemento ed asfalto, contraddistinta dalla presenza di tipiche arcate e volte le quali, senza alcun ombra di dubbio, la collegano ad altri tipi di colombari presenti in terra flegrea.

Come quello presente al Fusaro, sottratto alla custodia di Legambiente, o in alcuni tratti alla più grande necropoli riportata alla luce pochi anni fa e posta immediatamente sotto la piazza di Cappella vecchia.

2011-12-30 13.34.57Ma questo di via Lungolago è, al momento, quello maggiormente deteriorato dall’incuria amministrativa e degli organi preposti alla tutela ed alla salvaguardia del patrimonio archeologico italiano.

Bisogna Ripulire il canale e Dare Dignità Ad un Bene Archeologico d’Inestimabile Valore

Posto a soli pochi passi dalle rive del lago Miseno e dalle pompe di sollevamento di Miliscola, manifesta un evidente stato d’abbandono figlio di quel degrado in cui verte l’intero patrimonio archeologico dell’area flegrea. E l’incuria si palesa soprattutto durante le giornate di maltempo: quando, dopo pochi minuti di pioggia,  le incavature della struttura si trasformano in vere e proprie piscine di fango in cui galleggiano sterpaglie e spazzatura, alimentando in tal modo la presenza di crepe e di distaccamenti di intonaci d’inestimabile valore.

2011-12-30 13.29.02“Questa zona da decenni verte in tali condizioni. Dagli uffici preposti ci dicono che non vi sono fondi per la manutenzione ordinaria ma io allora mi chiedo – asserisce un passante - come potremmo mai sfruttare tali reperti archeologici in vista di una economia locale da focalizzare solo attorno al turismo? Purtroppo, come segnalato anche da svariate trasmissioni televisive ed organi di stampa, questa città è ricca di episodi del genere”.

E intanto mentre i cittadini ripuliscono l’area, ricordando gli allagamenti già verificatesi nel mese di aprile (Clicca Qui), l’amministrazione Iannuzzi continua a dimenticare i beni archeologici del proprio territorio.

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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Voglia di Teatro, Salemme Inaugura l’Aula Magna: Adesso Si Attende la Cittadella della Cultura - VIDEO

image Un pomeriggio di gala per dimenticare “le giornate buie” che hanno contraddistinto gli ultimi mesi dell’anno che va, ed inaugurare la rinnovata Aula Magna della scuola media Paolo di Tarso: riapre uno spazio dedicato alla socializzazione ed al confronto.

Ha finalmente sortito i primi risultati positivi l’attività di pressing messa in campo da anni dal mondo dell’associazionismo bacolese, ed in particolar modo delle numerose realtà teatrali, che è riuscito nell’intento di riportare almeno per un giorno l’attenzione politico-istituzionale sui bisogni della collettività e sull’urgente necessità di uno spazio di ritrovo per tutti coloro che da tempo cercano, spesso attraverso mero volontariato, di risollevare le sorti di una città allo sfascio.

Forze sane e partecipi la cui “spinta motrice” era stata manifestata soltanto qualche mese fa attraverso un apposito video amatoriale girato a due passi dai cancelli d’ingresso del complesso abbandonato riconosciuto con il nominativo di “Cinque Lenze”. Lì, giovani d’età e di spirito, utilizzando un semplice microfono avevano deciso di raccontare le proprie esperienze, invogliando l’amministrazione comunale ad impegnarsi verso la creazione di una vera e propria cittadella della cultura in un paese le cui fondamenta (spesso trascurate nell’incuria) sono indubbiamente intrise sin al midollo di Storia, “Otium” ed Arte.

L’Aula Magna della Paolo di Tarso: Un Primo Passo in Avanti

Una scommessa, ad oggi non ancora vinta, che ieri pomeriggio ha partorito il primo tiepido raggio di luce attraverso l’inaugurazione ufficiale della storica Aula Magna della Paolo di Tarso, tra i plessi scolastici più noti, frequentati ed antichi dell’intero territorio flegreo. image

Nulla a che vedere con un teatro o con alcun tipo di sala teatrale. Uno spazio al chiuso, sito in un’area carente di parcheggi e non facilmente raggiungibile, munito di duecento sedie di plastica e di un esiguo palco in parquet ricoperto da una struttura movibile, peraltro poco visibile da chi è seduto nelle retrovie. Un inizio stentato, niente più. Ma ciononostante un primo passo in avanti.

E, si badi bene, l’esile tentativo di cambiamento non è in alcun modo da individuarsi nell’evento mondano di fine anno. Lo stentato ottimismo, che rasserena gli animi di chi ha intrapreso la battaglia verso il recupero di una “coscienza civica” collettiva, non scaturisce dalle battute del buon Vincenzo Salemme, dalle dichiarazioni istituzionali, dalla massiccia presenza popolare (peraltro limitata da una non condivisibile procedura “ad inviti” che include “gli amici” e dimentica i reali proprietari del bene pubblico locale) o dalla benedizione ecclesiastica accompagnata da canti e balli in allegria.

La Voglia di Nominare la Parola “Teatro”

Tutto ciò non ha fatto altro che da contorno alla vera novità della giornata: la voglia di ricominciare a frequentare un teatro. La spassionata volontà di citarlo, nominarlo, viverlo intensamente. Il brivido che si prova quantomeno nell’immaginarlo.

E lì, tutta lì, la novità. E’ puramente in quel processo mentale di riavvicinamento ad uno spazio di socializzazione e confronto che è da ritrovare il successo dello sconfinato mondo del volontariato, dell’attivismo. Di quello libero da catene e vincoli e di quell’altro che, meno fiducioso nel domani, ha tirato i remi in barca affidandosi alle benevolenze di qualche Mecenate amministrativo.

La Nostra Proposta: Le “Cinque Lenze” Come Cittadella della Cultura

image Per questo, ora più che mai, è necessario non allentare la presa ma anzi incrementare forze ed entusiasmo per vincere la battaglia che caratterizza la stessa storia del Comune flegreo: riconquistare le Cinque Lenze, riappropriarsi del Centro Ittico Campano, vivere intensamente la propria terra.

Farlo nel minor tempo possibile e, restando confinati all’aspetto socio-culturale, avere il coraggio politico di stracciare i vincoli della soffocante clientela, sfuggendo così alla logica di branco, destinando almeno uno solo dei sei capannoni abbandonati siti presso la pista ciclabile del lago Miseno per farne un teatro, un cineforum, uno spazio dove consolidare il presente e progettare il futuro.

Si abbia perciò la voglia, così come promesso (e mai mantenuto) venti mesi fa in Consiglio Comunale dalla maggioranza e dallo stesso sindaco Ermanno Schiano, di portare in assise il tema “Cinque Lenze” per votare un atto d’indirizzo che sancisca così la definitiva vittoria di chi da mezzo secolo resta ancorato alla propria terra natia con la velata speranza di uno slancio di rinnovamento.

Bacoli, se è la gente a muoversi, può ancora risorgere. 

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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giovedì 29 dicembre 2011

Acquamorta Dimenticata da Sindaco e Consiglieri, E’ Polemica Sul Web: “Non C’è Turismo nella Monezza” - FOTO

spiaggia1 Ancora sporcizia ad Acquamorta: associazioni e cittadini pubblicano sul web le foto del degrado. Riuscirà l’amministrazione Iannuzzi a dare respiro al piccolo Eden della cittadina flegrea?

Se lo chiedono in molti ma, ancora di più, sono quelli che tra un anno che va ed uno che viene vivono nella convinzione che la “monnezza” nel 2012  resterà una caratteristica peculiare della piccola spiaggetta adiacente la passeggiata turistica di Torrefumo.

Nel mese di settembre scorso riportammo all’attenzione dei lettori lo stato di degrado in cui versava l’arenile. Avevamo supposto una “dimenticanza” da parte dei soliti incivili che, terminata la bella stagione, potevano aver sbadatamente lasciato i cumuli di immondizia sul litorale, dopodiché si è fantasticato su un Babbo Natale che non ha accolto per nulla le richieste dei suoi “nipoti”.

Infatti, quest’anno, tra chi sperava di trovare il regalo perfetto sotto l’albero c’era anche chi, paradossalmente, auspicava che tanti pacchi sparissero dalla battigia e venissero depositati negli appositi contenitori. spiaggia4Si tratta della cittadina dabbene, quella che ama il paese in cui vive e che nel suo piccolo cerca di non deturpare l’ambiente nel quale auspica di far crescere le generazioni future.

Il Comune è Colpevole: Un Eden Trasformato in Inferno

Si riaccendono dunque i riflettori sulla piccola spiaggetta di Acquamorta, antistante la lunga passeggiata di Torrefumo, divenuta una vera e propria “discarica a cielo aperto”. E, da quasi quattro mesi ad oggi, tuttavia, nulla è cambiato, anzi. L’immondizia prolifica di giorno in giorno e, con il cattivo tempo che violentemente, in questi ultimi giorni, si è abbattuto sull’intero comprensorio flegreo, il mare ha vomitato sulla battigia notevoli quantità di materiali inquinanti e non biodegradabili.

Inoltre il Comune di Monte di Procida ha rimosso i contenitori della differenziata per la raccolta di rifiuti e nell’intera area portuale ancora non è stata trovata alcuna soluzione affinché si possano depositare eventuali rifiuti negli appositi contenitori in un’area a forte vocazione turistica.

Nella giornata di ieri, lo spettacolo che si dipanava innanzi ai nostri occhi era a dir poco indecente. spiaggia2Ad invadere il piccolo “Eden” oltre ai sacchetti non opportunamente differenziati anche bottiglie di plastica, vetro, materiale edile, relitti di barche, pneumatici, batterie, resti di boe, ferri vecchi e quant’altro martoriano una zona già di per sé in cancrena tra interventi di riqualificazione e cavilli burocratici che sembrerebbero essersi arenati su chissà quale isola deserta. 

Ma la responsabilità, oltre alle mareggiate e ai soliti incivili pare proprio sia da attribuirsi allo scaricabarile tra gli enti locali e i diversi operatori preposti.

“Amici del Gozzo” Non Ci Sta: “Questa Volta Non la Ripuliamo”

Intanto, l’associazione “Amici del Gozzo” che da qualche anno opera attivamente e senza alcuno scopo di lucro sul territorio della “Marina di Monte di Procida” ha deciso stavolta, di fronte a cotanto scempio, di incrociare le braccia.

“Dal mese di settembre le buste sono tutte ancora lì – spiegano i membri associati sul gruppo Facebook “Salviamo Acquamorta” -  e noi, provocatoriamente non le toglieremo. Tutti passeggiano in questa zona, dai dirigenti comunali, ai politici, ai cittadini residenti nel più piccolo dei centri flegrei. Possibile che nessuno ci faccia caso e prenda i necessari provvedimenti?” Un monito di sfiducia da parte di chi, con impegno e devozione sacrifica tempo e fatica per rendere migliore e quantomeno vivibile questo “angolo di paradiso”.

La Nostra Proposta: Cesaro e Iannuzzi Vengano ad Acquamorta Per Spiegare Come Favorire il Turismo

imageEppure, poco prima delle festività natalizie, Monte di Procida avrebbe dovuto ospitare le più alte cariche in seno alla Regione Campania in un convegno intitolato “La Marina di Monte di Procida nella Portualità Regionale”.

Se questi sono i presupposti, difficilmente sarà possibile guardare ad uno sviluppo turistico ed economico dell’area non potendo contare neppure su piccoli interventi “a costo zero”.

La nostra proposta? Invitare il sindaco Franco Iannuzzi ad ospitare Cesaro e Co. per discutere questioni di tale portata proprio ad Acquamorta.

Che i piani superiori venissero a conoscenza di come,  quella che potrebbe essere una delle più incantevoli oasi nostrane, è stata lasciata completamente alla barbarie dall’ (o dell’?) attuale classe dirigente.

Melania Scotto d’Aniello
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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L’Ex Liceo Non è Agibile, Altri Sprechi di Denaro per Spostare i Dipendenti: Resta Abbandonato il “Caffè Letterario”

image Il Comune di Bacoli spende 5mila euro per montare inferriate alle finestre dei “nuovi” uffici comunali.

E’ stato infatti disposto lo spostamento di alcuni uffici del comune, finora ubicati nella palazzina “ex G. di Finanza”, all’interno di diversi locali di un ex edificio scolastico sito in Via Cuma, valutati idonei per la collocazione del personale e degli uffici.

Tale spostamento si è ritenuto necessario a causa delle condizioni di fatiscenza della maggior parte degli ambienti presenti in Via Miseno, più volte oggetti di segnalazioni da parte di dipendenti comunali che lamentavano le scarse condizioni igienico-sanitarie li presenti, messe talvolta in pericolo dalla presenza di ratti morti all’interno dei bagni e degli uffici stessi.

Ne scaturiva quindi l’esigenza di trasferire suddetti uffici, tra cui l’ufficio Cultura, in ambienti adatti a sostituirli. Come è possibile leggere nella determinazione dello scorso 11 Novembre registrata dal Settore II del Comune di Bacoli, “sono stati reperiti alcuni locali presso l’ex edificio scolastico di Via Cuma, i quali, attraverso la realizzazione di modesti lavori di manutenzione, sono stati resi utilizzabili quali nuovi uffici”.

Addirittura omettendo in tale documento, di quantificare il costo dei “modesti” lavori, un’ulteriore prova, dunque, della loro effettiva irrilevanza, almeno dal punto di vista economico.

Spreco di Denaro Pubblico: Somme Urgenze Per Acquistare Inferriate

imageE sarebbe stato veramente intelligente per le casse comunali rinnovare con pochi accorgimenti un ambiente già di per sé idoneo ed riutilizzabile per altri impieghi. Veramente lodevole.

Peccato però che l’Ufficio Tecnico Comunale abbia segnalato subito dopo, con una nota ufficiale, la necessità di installare delle inferriate alle finestre della struttura di Via Cuma “al fine di evitare eventuali introduzioni di ladri che potessero operare furti negli stessi uffici”, valutando per di più il costo per la fornitura ed il montaggio di tali grate in ferro in € 4.598,00. Oserei dire non proprio briciole.

Il tutto, ovviamente, eseguito con lavori di “somma urgenza”, che a quanto pare negli ultimi tempi a Bacoli sta diventando veramente una moda dilagante. Circa 5mila euro per mettere a ”norma” degli uffici provvisori. E qui la cosa comincia a non essere più tanto lodevole.

La domanda pertanto sorge spontanea:  era possibile cercare una soluzione concretamente migliore e che soprattutto non gravasse in modo così duro sulle tasche dei cittadini che mai più di ora sono chiamati a puntare quanto più possibile al risparmio, a causa della difficile condizione economica nazionale, resa tale dallo stesso metodo “allegro” di gestire la cosa pubblica locale? Ovviamente, sì.

La Nostra Proposta: Utilizzare l’Ex Caffè Letterario. Il Sindaco Mantenga le Promesse

imageInfatti di strutture comunali lasciate inutilizzate a Bacoli ve ne sono non poche e non sono neanche in condizioni troppo disagiate, come spesso si vuol far credere.

Un esempio su tutti è quello dell’ “ex Caffè Letterario” sito in Via Cento Camerelle che, come raccontato dal Sindaco in un incontro pubblico più di un anno fa, sarebbe dovuto diventare in breve tempo oggetto di ambiziosi progetti di riqualificazione territoriale, nonché teatro di molteplici iniziative che avrebbero dovuto coinvolgere associazioni culturali e sociali presenti in paese, per restituire finalmente alla città uno spazio fruibile a chiunque avrebbe voluto.

“E’ un impegno di questa amministrazione a fare questo percorso” – tuonò il primo cittadino in quell’incontro – ma da quella sera l’unico percorso fatto fu quello che da Via Cento Camerelle lo riportò al palazzo comunale, lì sulla sua morbida poltrona, fiero degli applausi strappati pochi minuti prima, con le solite e sole promesse, degne della più alta scuola di berlusconismo italiano.


E’ bene ricordare inoltre che una spesa simile, seppur non di rilevanza assoluta, è soltanto un piccolo tassello dell’enorme mosaico del fallimento, a cui Bacoli, poco alla volta, silenziosamente, si sta avvicinando.


Eppure tale investimento di denaro, o addirittura uno inferiore, sarebbe abbondantemente bastato per risanare la piccola struttura dell’ “ex Caffè Letterario”, specialmente tenendo conto del fatto che le costosissime grate in ferro, costate ben 10 milioni delle vecchie lire alle piangenti casse comunali, nella struttura di Via Cento Camerelle, sono già presenti su porte e finestre, ed in bella mostra anche nelle immagini del video girato nell’occasione di quell’incontro.

Come posso non riprendere ancora una volta la frase del giornalista Fabio Cavallera, già ripetuta più volte su questo blog, ma che interpreta pienamente il pensiero di ogni cittadino di fronte a tale sperpero di denaro: “C'è poco da commentare, basta una parola: vergogna.”

Antonio Giordano
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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mercoledì 28 dicembre 2011

Si Dimette un Consigliere del Centro Ittico, Schiano Perde Altri “Uomini di Fiducia”: Continua la Grande Fuga

image Scossone natalizio al Centro Ittico Campano: si dimette Arturo Lubrano, uno dei tre componenti del Consiglio d’Amministrazione della società posseduta per il 99,97 dal Comune di Bacoli. Resta vuoto da giorni uno degli scranni da cui dovrebbe essere possibile amministrare più del 20% dell’intero territorio municipale.

E’ rimasta sinora sottaciuta nell’ombra la decisione dell’oramai ex consigliere d’amministrazione di abbandonare la sempre più barcollante nave del CIC, da tempo monitorata a debita distanza da organi inquirenti, stampa ed interesse politico-popolare.

Una decisione, presa e messa su carta già lo scorso 22 dicembre ed a cui potrebbero seguirne altre da parte dei restanti componenti del CdA, dovuta ad istituzionali “motivazioni di carattere personale”, che andranno di certo ad alimentare dubbi e le perplessità sul futuro di una struttura attualmente attanagliata da laghi inquinati, tanto degrado, impareggiabili possibilità di sviluppo, ed una lunga serie di aree date in concessione agli affittuari ancora privi di contratti aggiornati alle nuove tabelle votate in Consiglio Comunale dalla maggioranza Schiano.

Canoni di fitto, peraltro irrisori poiché similari agli appezzamenti terrieri sparsi lungo Castel Volturno, aspramente contestati da cittadini ed opposizione e su cui da diversi mesi è posta la lente d’ingrandimento della Direzione Distrettuale Antimafia, guidata dal sostituto procuratore Gloria Sanseverino.

Nuove Dimissioni Dopo Quelle di Agosto: E’ il Caos

E in tal senso le novelle dimissioni del Lubrano, dottore commercialista messo lì per espressa volontà di uno tra i più influenti consiglieri comunali del Popolo della Libertà, richiamano alla memoria quelle firmate dallo stesso soltanto cinque mesi fa. Ad accompagnarlo, lo scorso 5 agosto, furono anche gli altri due componenti del CdA, ovverosia il consigliere Enrico D’Abbrosca ed il presidente Daniele Perna, capofila della società succeduto a Raffaele Aragona nell’estate del 2010, nominato un anno e mezzo fa direttamente dal sindaco Ermanno Schiano in qualità di “proprio uomo di fiducia”.

Una scelta drastica, quella compiuta in un caldo pomeriggio d’inizio agosto, determinata (così come si evince anche dalle immagini sottostanti) dalle pressanti indagini che da diversi mesi la polizia giudiziaria stava conducendo sulle azioni ed i movimenti del Centro Ittico e che proprio il 5 agosto culminarono in un’inaspettata visita da parte delle forze investigative presso la sede centrale della società sita all’interno del Parco Vanvitelliano del Fusaro.

“Entro settembre dovranno essere stipulati diversi contratti di locazione e, per compiere questo lavoro, c’è bisogno di una serenità che al momento non abbiamo”, asseriva il presidente durante una successiva seduta di Consiglio Comunale.

Preoccupazioni rientrate appena dopo un mese quando, incassata la fiducia dal Consiglio Comunale, Perna e compagnia tornarono a sedere tra gli “scranni del potere” col mandato di redigere di lì a breve quegli stessi contratti per cui nutrivano tante perplessità.

Centro Ittico Senza Contratti: A Pagare è Solo il Popolo

image Poi però si è arrivati oramai a gennaio 2012 e, a conti fatti, di nuovi contratti non se ne vede neanche l’ombra poiché, a seguito delle indagini della DDA e motivata da una tremenda paura di infrangere la Legge, la combriccola di maggioranza ha deciso in data 12 agosto di dare indirizzo per inviare le Tabelle per i Canoni di Locazione al Tribunale di Napoli affinché lo stesso provveda a nominare un “Consulente Tecnico di Ufficio, di comprovata esperienza accademica, che individui i parametri tabellari da applicare per la determinazione dei canoni locativi relativi agli immobili di proprietà del Centro ittico Campano Spa”.

Un lavoro, pagato con i soldi della collettività, dettato da una deliberazione di Giunta dell’8 Settembre e che al momento non  ha sortito ancora alcun tipo di risultato determinando un ritardo, figlio di una politica timorosa e poco certa del proprio operato, che lascia vuote le Casse del Centro Ittico e permette a decine di strutture commerciali e balneari sparse tra Miliscola, Miseno ed il Fusaro di usufruire di immensi appezzamenti terrieri e di strutture (in parte del tutto abusive) per pochi migliaia, se non addirittura centinaia, di euro all’anno.

Amministrazione da Record: Venti Mesi Fatti di Dimissioni a Catena

Tornando però all’aspetto politico-dimissionario, l’amministrazione in carica continua a fare incetta di “adii” o “fughe” di persone “di fiducia”.

In poco più di venti mesi, andando a memoria, tre assessori (Daniela Carro, Strato Teano e Gennaro Carannante) hanno abbandonato la Giunta; imagei consiglieri d’amministrazione ed il presidente del CIC (poi rientrati) hanno lasciato il CdA; qualche consigliere comunale ha abbandonato la propria commissione consiliare d’appartenenza; ingegneri hanno abbandonato la Commissione Edilizia senza neanche insediarsi; altri ancora hanno lasciato o sono stati cacciati (sino a poi ad essere affettuosamente richiamati) dal Popolo della Libertà; ed infine anche il sindaco Ermanno Schiano lo scorso 15 dicembre ha inviato alla Prefettura la propria lettera di dimissioni.

La medesima che, prima dei venti giorni canonici d’attesa, potrebbe essere ritirata già domani mattina.

D’altronde a Natale c’è chi scrive a Babbo Natale e chi invece si raccomanda speranzoso direttamente al Prefetto. Tanto in entrambi i casi ci si ritroverà difronte a testi ricchi di buone intenzione ma povere di verità.

Arturo Lubrano: Un Uomo, Un Record (di Serenità)

Per concludere, invece, non può non essere sottolineato il nuovo record da Guinness dei Primati fissato dal buon Arturo Lubrano: in soli quattro mesi (settembre-dicembre) è riuscito nell’ardua impresa di dimettersi, ritirare le dimissioni e dimettersi un’altra volta. 

Roba da veri “dirigenti sereni e di fiducia che sentono la fiducia di chi li amministra”.

Redazione Freebacoli
freebacol@ilive.it

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martedì 27 dicembre 2011

I Costi della Casta, I Cittadini di Bacoli Pagano 70mila Euro per le "Auto Blu"

image In tempo di crisi è facile chiedere sacrifici ai cittadini, ma sembra altrettanto difficile ridurre gli sprechi  della “politica”.

Uno dei temi sui quali si è maggiormente concentrata la stampa nazionale è stato quello delle auto di rappresentanza che nel nostro paese sono un vero e proprio esercito.

A questo proposito è interessante leggere un breve spezzone dell’articolo scritto il 1/11/2011 da Fabio Cavalera del Corriere della Sera “ La vergogna delle auto blu-blu”

“In Italia circolano 72 mila auto blu: il dato ufficiale basta consultarlo sul sito del Formez che ha compiuto il monitoraggio per conto del ministero della pubblica amministrazione[. ..]la nostra burocrazia è riuscita a catalogare le auto di servizio in tre gruppi: le "auto blu-blu" che sono quelle di rappresentanza politico-istituzionale  "a disposizione di autorità e alte cariche dello Stato e delle amministrazioni locali" (circa 2 mila), poi le"auto blu" (una sola volta blu) che sono quelle a disposizione dei "dirigenti apicali" (testuale, circa 10 mila), infine le "auto grigie" adibite, dice la relazione del Formez, ai "servizi operativi" (60 mila). Gli addetti sono 35 mila (di cui 14 mila autisti), la spesa per il personale è di 1,2 miliardi di euro all'anno. La spesa di gestione è di 350 milioni di euro che, sommando gli ammortamenti, diventa di 650 milioni. […] E nel Regno Unito?  al 31 marzo 2010 le auto blu in dotazione ai ministeri erano 78, il parco auto era complessivamente di 261 nel 2010, sceso a 195 nel 2011.”

E conclude “C'è poco da commentare, basta una parola: vergogna.”

I Costi della Casta Comunale

Vi starete allora certamente chiedendo come mai riportiamo una simile notizia su un blog che tratta argomenti esclusivamente di carattere locale. Ebbene, dovete sapere che anche il vostro comune contribuisce a formare questo spaventoso esercito di auto blu (anzi, grigie).

Il comune di Bacoli ha infatti anche esso attualmente nelle sue disponibilità ben due “auto amministrative”, una Fiat Bravo e un’Alfa Romeo 159.

In data 11.06.2010 il comune ha infatti stipulato un contratto per “leasing noleggio a lungo termine senza riscatto delle seguenti autovetture:

- Alfa Romeo 159 motorizzata diesel  1.9 multijet percorrenza 20000 km annui  
- Fiat  Bravo 5 p. motorizzata diesel 1.9  multijet percorrenza 20000 km annui

Si apprende ancora da una determina n. 935 del 21/11/2011 che il comune spende mensilmente per il leasing delle suddette autovetture:

- € 786,50 per l'auto Alfa Romeo 159 motorizzata diesel  1.9 multijet percorrenza 20000 km annui;
- € 594,72 per l'auto Fiat  Bravo 5 p. motorizzata diesel 1.9  multijet percorrenza 20000 km annui

Per un totale mensile di € 1.381,22 al mese.

Le Spese della Vergogna

Il leasing ha inoltre una durata di 4 anni a partire dal 01/07/2010, quindi calcolatrice alla mano il noleggio di queste due auto blu costerà ai cittadini di Bacoli ben 66.298,56 €.

A questi costi devono ovviamente essere sommati quelli derivanti dal costo del carburante e del personale messo a disposizione. La cifra finale in termini di costi mensili supererà di molto i 1.300 euro così come i costi totali nell’arco dei 4 anni di leasing.

La domanda che a questo punto sorge spontanea è: era proprio necessario il noleggio di queste due auto? Vista la crisi economica internazionale e la situazione finanziaria del comune non se ne poteva fare a meno?

La risposta è sempre la stessa “C'è poco da commentare, basta una parola: vergogna.”

Marco Di Meo
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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I “Cozzecari” Battono i Pugni e l’Amministrazione Schiano li Accontenta: L’Ex Piranha Diventa un Parcheggio per Barche

imageBattere i pugni sul tavolo nel corso di una riunione istituzionale, ed alzare la voce rivendicando diritti senza mai impegnarsi ad espletare i propri doveri: i politicanti cittadini accontentano i mitilicoltori a scapito della collettività e dello sport giovanile.

E’ ancora una volta chiarissima la posizione dell’esecutivo comunale circa la condotta da mantenere con alcune categorie economiche e sociali che, attraverso concessioni di spazi demaniali e quindi pubblici, portano avanti la propria attività monopolizzando aree da cui si sperava potesse partire un reale sviluppo turistico e sportivo della cittadina flegrea.

Questa volta a rientrare nelle mire espansionistiche dell’accoppiata “amministrazione-mitilicoltori”, sono gli specchi d’acqua dell’ex Piranha, struttura abusiva eretta tra “antichità”, spiaggia e mare, rimasta in funzione per oltre 20 anni, dal 1982 al 2004, ed abbattuta nel dicembre 2007 per volontà della Regione Campania all’epoca diretta dall’ex governatore Antonio Bassolino.

Le Promesse dello Stato e la Scelta del Comune

Il complesso di edifici che comprendeva ristorante, sala giochi, residence, megaparcheggio, pontili per le barche, per un totale di circa undicimila metri cubi di volumetria totale, era costruito su di un’area demaniale di circa 10mila metri quadrati posta tra la caserma della Guardia di Finanza di Miseno e i resti di una villa romana finita sott’acqua per il bradisismo.

imageAll’inizio dell’opera di demolizione, l’allora ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio tuonava: ”Si tratta di una momento importante per la tutela dell'ambiente del paesaggio e per affermare con forza la legalità nella nostra Regione, la tutela dell'ambiente e del paesaggio deve essere una priorità assoluta per il nostro Paese. Una volta recuperata, l’area, che ha un grande valore storico-ambientale, potrebbe essere riconvertita in un parco pubblico”.

E invece, dopo circa un lustro d’impareggiabile degrado, chi attualmente è stato scelto per guidare la città di Bacoli ha ben pensato di trasformarlo in un dei più classici “parcheggi marini”. Un vero e proprio ormeggio di natanti, “riservato a mitilicultori e pescatori professionisti, in forma singola, associata o consortile, residenti od aventi sede nel Comune di Bacoli e titolari di concessione demaniale marittima”.

Il tutto “al fine di consentire agli stessi di avere uno spazio che consenta l’ormeggio delle imbarcazioni iscritte nei registri navi minori e galleggianti dell’ufficio locale marittimo di Baia”.

Le Urla della Commissione Demanio

image Volontà, trascritte in un’apposita deliberazione di giunta, già note alle orecchie più attente di coloro che, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, parteciparono speranzosi alla prima riunione di Commissione Demanio “post estiva” a cui furono ufficialmente invitati i rappresentanti dei “cozzecari” locali. Lì dove, anziché affrontare con determinazione la questione relativa alla presenza di boe in polistirolo in acqua e dell’inquinamento abnorme dei fondali marini, ancora una volta furono i mitilicoltori a “portare carte” tirando le orecchie i propri rappresentanti istituzionali.

“L’assessore al Demanio mi aveva assicurato che dopo la fine dell’estate mi avrebbe chiamato per il bando di concessione degli specchi acquei dell’ex Piranha. Noi mitilicoltori non sappiamo dove mettere le barche in inverno. Anche io personalmente – tuonava a gran voce il presente della cooperativa di mitilicoltori – ho acquistato dei grossi natanti ma non so dove metterli. Ad oggi le promesse non sono state mantenute e la situazione non va bene”.

Affermazioni frutto di promesse mancate, a cui fecero seguito una serie di interrogativi inaspettati rivolti direttamente al presidente della Commissione Demanio, Antonio Carannante (vicecapogruppo consiliare del Popolo della Libertà e tra i consiglieri comunali più votati del partito del “papi di Arcore”).

“Dove Sta l’Assessore Gennaro Carannante?”

“Che fine ha fatto l’assessore? Dove sta Gennaro Carannante? Siamo oramai in autunno e di questo bando pubblico non se ne vede neanche l’ombra. Antò – continuva intrepido sbattendo le mani sul tavolo - arò stà l’assessor? Perché ancora non avete fatto niente?”.

imageMa, tra il silenzio generale che, tra le altre cose, giustificava senza remore un atteggiamento di tale irriverenza all’interno di una seduta pubblica ed ufficiale di una branchia del Consiglio Comunale, si faceva spazio una verità sconosciuta all’adirato mitilicoltore.

L’assessore Gennaro Carannante, messo in Giunta proprio per volontà dell’Antonio Carannante sopracitato, subito dopo la pausa estiva aveva ben pensato di rassegnare le dimissioni, cogliendo di sorpresa finanche la politica di bottega sparsa tra gli uffici del Municipio e le panchine della villa comunale.

Un addio determinato da “ragioni personali”, rimpiazzato in qualche settimana dal neo assessore Domenico Oriani, ex presidente di sezione della Corte dei Conti e personalità dal curriculum interminabile, che lo scorso mese di novembre ha immediatamente accontentato i desideri della categoria economica legata alla mitilicoltura, dettando le linee guida per la presentazione di un bando pubblico per l’assegnazione degli specchi d’acqua posti difronte la vessata spiaggetta misenate incastonata tra i resti del teatro romano e gli stabilimenti della Guardia di Finanza.

Un atto d’indirizzo, avallato da tutti i componenti della Giunta (nonché ovviamente dallo stesso sindaco Ermanno Schiano), che quindi soffocherà d’un tratto ogni speranza di riqualificazione della zona.

A Farne le Spese Saranno i Campioni d’Italia della Canoa Polo

Area meravigliosa (non ancora del tutto bonificata) e da troppo tempo sottratta alla collettività, utilizzata negli ultimi tempi da un sparuto gruppo di bagnanti della zona e dal celeberrimo circolo nautico “Canoa Club Napoli”, capace soltanto pochi mesi fa di vincere sulle sponde del lago Miseno il campionato italiano juniores di Canoa Polo vincendo la finale contro il Pisa con il risultato di 6-4.

imageTeam di giovanissimi amanti dello sport e della propria terra i quali, con tanto di documento posto a protocollo, hanno da tempo avanzato un proprio progetto per recuperare la zona attraverso la presenza di strutture (a zero impatto ambientale) utili per invogliare la cittadinanza ad avvicinarsi agli sport acquatici ed a quelli da spiaggia. Un’idea originale a cui si affiancava, così come da anni proposto dall’associazione “Amici di Miseno”, anche la presenza di uno spazio riservato a parco pubblico ed a luogo di ristoro per bimbi e famiglie.

Orgoglio cittadino, premiato successivamente anche dall’assente amministrazione comunale, che quindi verrà ancora una volta riposto nell’ombra dell’inutilità, lasciando spazio a chi, avanzando sempre più diritti, dimentica costantemente di espletare i propri doveri con quello stesso ambiente marino che gli permette di portare avanti la propria attività commerciale.

La Nostra Proposta: Prevedere un Ormeggio Lontano dall’ex Lido Piranha, e Richiedere ai Mitilicoltori Tarsu e Bonifica

Ed è proprio per questo, onde salvaguardare una delle attività economiche più presenti sul nostro territorio, che dovrebbe giungere l’ora di trovare un’intesa tra le parti che tenga conto delle varie sfaccettature del reale.

Che tenga conto dei diritti sacrosanti, ma anche e soprattutto dei doveri verso la comunità.

imageSia dato uno spazio per i natanti dei “cozzecari”, ma lontano da aree già vituperate in passato e dove, con un minimo di lungimiranza politica e di partecipazione popolare con chi, come la “Canoa Club Napoli”, conosci quei luoghi come il palmo delle proprie mani, potrebbero sorgere realtà catalizzatrici di integrazione, socializzazione ed incontro.

Sia però richiesto agli stessi mitilicoltori il “minimo sindacale” per poter convivere serenamente con il mondo che li circonda:

  • pagamento di un canone Tarsu (così come previsto dallo scorso anno anche per gli ormeggiatori),
  • eliminazione delle inquinanti boe in polistirolo,
  • presenza di retini dal colore diverso per ogni concessionario per l’individuazione immediata di chi lascia illecitamente reti in mare,
  • compartecipazione attiva e fattiva alla bonifica dei degradati fondali marini, soffocati dalla presenza di “cozze”, retini, “coppi morti”, e, parafrasando l’attuale primo cittadino di Bacoli, “quant’altro”.

E, badate bene, che qui non si chiede la luna: si esige soltanto il rispetto della civiltà.

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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lunedì 26 dicembre 2011

La Crisi Non Esiste, Spesi 10.000 Euro Per Potare 8 Alberi: Il Comune Ha 300 Dipendenti Ma Utilizza Solo Ditte Esterne

image La crisi mondiale risparmia le casse pubbliche del Comune di Bacoli: continuano senza sosta gli sperperi del denaro dei contribuenti. Spesi diecimila euro, in somma urgenza e quindi senza alcun bando di gara, per “la potatura di otto alberi d’alto fusto radicati sui marciapiedi di Viale Olimpico”.

E’ oramai di routine l’assoluta “nonchalance” con cui gli amministratori bacolesi si relazionano al misero budget della “cassiera municipale”. Quello che, a proprio piacimento, risulta essere vuoto in alcune circostanze e ricolmo di danaro da sperperare in utili occorrenze.

Un’abitudine malsana, su cui periodicamente poniamo i riflettori della notorietà proprio per dare risalto ai casi più eclatanti, che anche questa volta riguarda un atto amministrativo relativo alla degradata condizione in cui imperversa la ben nota Viale Olimpico, strada che collega il centro con le periferie del piccolo paese flegreo.

Arteria di notevole importanza per il traffico cittadino, prima lasciata nell’abbandono e poi, dopo l’atavica mancanza di manutenzione ordinaria, utilizzata da chi dovrebbe avere l’onere di governare la “cosa pubblica” come valvola di sfogo per l’investimento di cifre spropositate elargite a ditte “di fiducia”.

Cinque Milioni di Lire Per Potare Ogni Singolo Albero

E così capita che, dopo aver elargito circa 5mila euro per riverniciare la carreggiata cappellese, questa volta si punta direttamente agli storici alberi pubblici e ad assumersene la responsabilità è direttamente la Giunta Comunale. Organo esecutivo che, presieduto dal sindaco dimissionario Ermanno Schiano e con la sola assenza del solo assessore al Bilancio Vincenzo Salviati (che forse ha voluto non vedere con i propri occhi le conseguenze del nuovo sperpero locale), ha cercato di portare a termine l’ardua impresa di giustificare una spera di circa diecimila euro per la potatura di otto alberi.

Più di cinque milioni del Vecchio Conio, per ogni singolo “albero d’alto fusto”.

image Un intervento urgente utile per provvedere all’alleggerimento delle chiome ed eliminazione degli strobili (frutto a forma di cono delle conifere) per cui si è reso necessario un intervento di somma urgenza. “L'unica ditta che si è resa da subito disponibile – recita la delibera di Giunta dello scorso 13 dicembre – è stata la “ G.F. Service s.r.l.“ con sede in Bacoli alla via Mercato di Sabato 66, già ditta di fiducia dell’Ente e che, ricorrendo i motivi di indifferibilità ed urgenza, per l'eliminazione del pericolo e assicurare condizioni di normalità e sicurezza all' area interessata, si è provveduto ad affidare con Verbale di Somma Urgenza alla ditta “G.F. Service s.r.l. “ con sede in Bacoli alla Via Mercato di Sabato 66, in data 14/11/2011 i lavori per la messa in sicurezza degli alberi di che trattasi, per un importo complessivo presuntivo di € 10.000,00 oltre IVA”;

Per l’opera mastodontica (che forse aveva l’ardire di potare gli alberi dell’intera Foresta Amazzonica) è stato necessario “l’utilizzo di un autocarro allestito con piattaforma aerea d mt 30; autocarro attrezzato con gru per imbragare e calare a terra i rami più grossi evitando danni a cose e persone; attrezzatura trincia per sminuzzare il materiale; motoseghe” ed anche “due giardinieri potatori; due operatori movieri per regolamentare il traffico; due operatori automezzi e attrezzatura”.

Le Nostre Proposte: Evitare le Somme Urgenze Inutili ed Organizzare la Macchina Comunale

A tutto ciò va poi ad aggiungersi che il X Settore, area del personale comunale su cui insistono oltre sessanta dipendenti e che è deputata tra le altre cose al servizio di Giardinaggio e di Verde Attrezzato, secondo quanto trascritto dalla delibera firmata in epigrafe dal vicesindaco Michele Massa e dallo stesso responsabile del X Settore Giovanni capuano,“non ha avuto assegnato alcun capitolo di competenza per far fronte alla spesa”.

Come se poi, in un Comune che conta circa 300 dipendenti, non fosse possibile pensare di far funzionare le squadre che già si hanno a disposizione utilizzando al meglio quello che è il patrimonio pubblico posto al servizio della collettività, senza così far continuamente ricorso a ditte esterne, lavoratori del settore privato, e di riflesso all’esborso di somme ingenti che di riflesso vanno a depotenziare le casse comunali.

Perché in fin dei conti le grandi crisi sono determinate dai tanti piccoli sperperi che, sommati uno ad uno, creano quel mostruoso buco di cassa che affligge le economie del settore pubblico.

Ma, si sa, è sempre più semplice sperperare liberamente con le tasche altrui, senza poi sentire minimamente alcun tipo di disagio. Peccato che poi quelle tasche, a ben guardare, sono nient’altro che le nostre.

Reazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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domenica 25 dicembre 2011

Trema la Polizia Municipale, Babbo Natale Regala Altri Guai al Comune: A Rischio Due Vigili Urbani

image Natale amaro per macchina comunale, amministrazione Schiano e Comando di Polizia Municipale: il concorso per l’assunzione di vigili urbani effettuato nel dicembre del 2010 arriva sui banchi del Consiglio di Stato. A rischiare il posto sono due caschi bianchi arruolati da poco meno di un anno tra le fila della squadra diretta dalla comandante Marialba Leone.

Non si ferma alla sentenza del TAR Campania la disputa giudiziaria tra il Comune di Bacoli ed il giovane Arturo Pietrangeli il quale, proprio nel dicembre del 2010, aveva cercato invano di partecipare al procedimento pubblico utile per ottenere, di lì a due anni, un contratto a tempo indeterminato come vigile urbano del piccolo Comune flegreo.

Un’ingiustizia supportata nei mesi passati dall’avvocato Gherardo Marone che, dopo il parziale stop ricevuto dalla sentenza del TAR della Campania - Napoli n. 3563 del 6.7.2011, continuerà a difendere le ragioni del giovane bacolese, protocollando il 16 dicembre con il n. di r.g. 1023/11 un ricorso in Consiglio di Stato alla sentenza del tribunale amministrativo di primo grado.

La Storia del Concorso Pubblico

Con determina del Vice Segretario Generale del 19.10.2010, n. 750, il Comune di Bacoli indiceva concorso pubblico per la co­pertura di quattro posti di agente di polizia municipale con rap­porto di lavoro a tempo indeterminato (part-time orizzontale).

Tra gli altri requisiti il bando prevedeva, per l’ammis­sione al concorso, il possesso della patente di guida di tipo “A senza li­miti di potenza” e l’abolizione del limite di età di 32 anni per l’accesso al concorso dall’esterno; e ciò in violazione del vigente Regolamento comunale del Corpo di Polizia Munici­pale approvato con delibera di Giunta 155/00.

Il sig. Arturo Pietrangeli con ricorso proposto al T.a.r. della Campania, impugnava il bando di concorso deducendone la il­legittimità per violazione del Regolamento comu­nale del Corpo di Polizia Municipale (art. 19).

Il ricorso era, inoltre, affidato ai seguenti ulteriori motivi di cen­sura: a) violazione dell’art. 6 del d.P.R. 9.5.1994 n. 487 che di­spone che l’avviso per la presentazione alla prova orale debba essere dato ai candidati almeno 20 giorni prima del giorno fis­sato per la prova stessa, spatium previsto nell’in­teresse dei can­didati e non rispettato nel concorso in og­getto; b) violazione degli artt. 34 e 34-bis del d.lgs. 30.3.2001 n. 165 che stabiliscono che prima di pro­cedere alle assunzioni si debba procedere alla verifica circa l’inesistenza di personale in mobilità, procedura questa che non è stata rispettata.

imageNel ricorso si deduceva pure la violazione dell’art. 35 comma 5-bis del d.lgs. 30.3.2001 n. 165 che prevede che i vincitori di concorso debbano permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni; e questa violazione veniva dedotta perché era l’ultimo anello di un procedimento che il Comune ha se­guito per l’assunzione di quattro vigili urbani, richiamato (in primo grado) per consentire al Giudice la valuta­zione della illegittimità del proce­dimento di assunzione nel corpo dei vigili urbani che, nella sua interezza, meglio fa intendere la illegit­timità del com­portamento dell’Am­mi­ni­strazione Comunale.

La Sentenza del TAR Campania

Il T.a.r., con sentenza n. 3563 del 6.7.2011, ha rigettato il ri­corso sul presupposto di una presunta mancanza di legittima­zione e di interesse del ricorrente ad impugnare il bando.

Più precisa­mente, secondo l’appellata sentenza, il ricorrente Pietrangeli si sarebbe limitato a denunciare la difformità del ban­do impugnato dal regolamento comunale, senza illustrare i motivi per cui il bando, così come confezionato, era lesivo della sua sfera giuridica e senza provare gli effetti favorevoli che dal­l’an­nullamento del bando stesso sarebbero scaturiti.

Sostiene ancora il T.a.r. che il ricorso sarebbe, per altro verso, improcedibile in quanto il ricorrente, che aveva dapprima ma­nifestato interesse nei confronti della procedura presentando do­manda di partecipazione, ha successivamente manifestato uno ius poenitendi nei confronti della procedura stessa, rifiu­tan­dosi di sostenere le prove scritte a cui era stato ammesso con riserva.

Le ragioni di Pietrangeli e dell’Avvocato Marone

La sentenza, a detta dell’avvocato Marone, è errata e se ne chiede la riforma alla stregua delle se­guenti considerazioni

imageError in iudicando. Violazione dell’art. 19 del Regolamento comunale del Corpo di Polizia Municipale appro­vato con deli­bera di Giunta 155/2000. Violazione dell’art. 3 della legge 15.5.1997 n. 127. Violazione del giu­sto procedimento. Violazione dell’art. 6 del d.P.R. 9.5.1994 n. 487.

L’appellata sentenza ha accolto l’eccezione sollevata dal Co­mune resi­stente relativa alla mancanza (originaria e sopravve­nuta) di inte­resse del ricorrente, dichiarando il ricorso inammis­si­bile, senza entrare nel merito dell’esame della fondatezza dei vizi censurati in ricorso.

Si legge nel testo della sentenza impugnata che «sotto il primo pro­filo parte ricorrente nulla prova in ordine alla propria le­gittimazione ed interesse ad impugnare il bando» e che «non spiega i motivi per i quali il bando così come confezionato, nel suo complesso ovvero nelle singole clausole, si presenterebbe le­sivo della sua sfera giuridica».

La sentenza sul punto è errata.

Come diffusamente illustrato in ricorso, l’art. 19 del Regola­men­to comunale del Corpo di Polizia Municipale richiede quale re­quisito di accesso al concorso il possesso della patente di guida per i motoveicoli ed autoveicoli e, quindi, della semplice patente di guida di categoria “A”, di cui il ricorrente era rego­larmente in possesso al momento della presentazione della do­manda.

Le Colpe del Comune di Bacoli

Il bando di concorso, quindi, nel richiedere il possesso della paten­te di categoria “A illimitata”, conseguibile soltanto all’età di 21 anni, ha introdotto illegittimamente un requisito ulteriore, im­mediatamente lesivo nei confronti del ricorrente che al mo­mento della domanda non aveva ancora compiuto i 21 anni. E tale clausola illegittima del bando, proprio perché immedia­ta­mente lesiva della sua sfera giuridica, radica l’interesse del ri­cor­rente all’esercizio dell’azione.

Con la precisazione che tale dato (che il Pietrangeli non avesse compiuto i 21 anni di età) era noto al Comune resistente, risul­tando dalle copie del documento di riconoscimento e della pa­tente allegate alla domanda di partecipazione (ed esibite nel fa­scicolo di primo grado).

E, comunque, lo stesso Comune ammetteva alle prove il ricor­rente a condizione che questi presentasse la patente A3 senza li­mitazioni di guida entro e non oltre la data del 7.12.2010 (convocazione a firma del Segretario generale in data 25.11.2010).

imageÈ pacifico, quindi, che il Comune era perfettamente a cono­scenza che il ricorrente non avesse i requisiti pre­visti dal bando. E la conseguenza che ne ha tratto l’interessato ricor­rente era, ovviamente, la necessità di impugnare im­mediatamente il bando che non gli consentiva di parte­cipare alla selezione. Di più non è possibile richiedere, quanto alla dimostrazione della legittimazione a ricorrere e della permanenza dell’interesse fi­no all’esito del giudizio, a chi intende partecipare al concorso ma ne è impedito da un illegittimo requisito previ­sto dal bando.

In altri termini è evidente che, se il regola­mento comunale non prevede il requisito illegit­timamente inse­rito nel bando (patente A3 con conseguente obbligo di avere raggiunto i 21 anni di età) il candidato (che di fatto è estromesso dal concorso in quanto privo di tale requisito) ha l’interesse, anzi il dovere, di impugnare il bando contenente la clausola che non gli consente di parteci­pare ad un concorso al quale secondo le indicazioni del regola­mento comunale avrebbe potuto legittima­mente partecipare.

Si riproducono, pertanto, i motivi dedotti in primo grado non esa­minati dal Giudice perché possano es­se­re esaminati dal Giu­dice di appello.

Violazione dell’art. 19 del Regolamento comunale del Corpo di Polizia Municipale approvato con deli­bera di Giunta 155/00.

L’art. 19 del Regolamento citato in epigrafe prevede l’obbligo del pos­sesso della patente di guida per i motoveicoli e, quindi, della patente di guida di categoria “A” mentre nel caso di specie si è richiesta la categoria “A” ma illimitata; il che significa avere ele­vato il limite di età per la partecipazione al concorso a 21 anni perché a quell’età è prevista la possibilità di ottenere la patente di categoria “A” illimitata.

Ma il bando è ulteriormente violato perché il Regolamento Co­munale prevede, sempre all’art. 19, alla lett i), un limite di età di anni 32 per l’accesso dall’esterno. E, nel caso di specie, quel li­mite è stato espres­samente abolito nel bando così violandosi l’art. 19 del Regolamento; oltre ulteriore vizio di incompetenza per­ché la modifica regolamen­tare è stata attuata con provvedi­mento monocratico del Vice Segreta­rio Generale (estensore e firmatario del bando) mentre il Regola­mento comunale è stato approvato, ovviamente, con delibera di Giunta e, quindi, ogni mo­difica doveva essere attuata con le stesse modalità (atto della Giunta e non con atto del Dirigente).

Violazione dell’art. 19 del Regolamento del Corpo di Polizia Municipale e dell’art. 3 della legge 15.5.1997 n. 127. Violazione della legge.

image Il Comune ha indebitamente soppresso il requisito del limite mas­simo di età a 32 anni; mentre l’art. 3 della legge 15.5.1997 n. 127, al comma 6, prevede espres­samente che la partecipazione ai concorsi indetti dalla Pub­blica Am­ministrazione non è soggetta a limiti di età salvo deroghe dettate alla natura del servizio o ad oggettive necessità delle Amministrazioni. Nel caso di specie il Regolamento del Co­mune di Bacoli prevede, all’art. 19, il limite di età non supe­riore a 32 anni e, quindi, così ope­rando, si consente la parteci­pazione alla procedura a soggetti che non hanno i requisiti di cui al ricordato art. 19 del Regolamento.

Sul Concorso Inga anche la Direzione Distrettuale Antimafia

Al termine dell’atto indirizzato anche al Comune di Bacoli, l’avvocato marone conclude in questo modo: “Il danno grave ed irreparabile, che giustifica la domanda di sospensiva, deriva sia dall’aspirazione del ricorrente a partecipare al nuovo concorso che l’Amministrazione dovrà bandire una volta accolto questo appello sia dalla necessità di evitare che si radichino situazioni, seppure illegittime, in capo agli eventuali vin­citori del concorso (se assunti) che renderebbero più complessa la procedura di esecuzione dell’ordine del Giudice”.

A decidere in merito sarà adesso il Consiglio di Stato, mentre proprio sullo stesso procedimento continuano ad insistere le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia: non resta che attendere i nuovi sviluppi del concorso pubblico più chiacchierato del primo anno e mezzo d’amministrazione Schiano e che potrebbe, dall’amministrativo al penale, presentare un 2012 ancor più rovente del nefasto anno che, tra abbattimenti e dimissioni farsa, si appresenta a concludere il proprio mandato.

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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Un Natale di Numeri, 410.000 Visite in Un Mese: Freebacoli, L’Informazione che Non Va Mai in Vacanza

image La Redazione di Freebacoli, nel corso della giornata di Natale, pubblica il resoconto delle visite ricevute dal blog nel corso del mese che va dal 26 novembre al 25 dicembre: sfiorata quota 410.000 visualizzazioni.

Il dato, aggiornato alle 13:20 del giorno di Natale, evidenzia un evidente boom di accessi al sito che rappresenta, soltanto in parte, l’attenzione mediatica e popolare verso gli abbattimenti che nel corso di questi ultimi giorni si sono focalizzati presso il territorio di Bacoli tra le periferie di Torregaveta e del Mazzoni. Difatti, spalmando il numero di visite ricevute in un solo mese sui singoli 30 giorni, si potrà constatare come il blog abbia potuto registrare una media quotidiana di oltre 13000 visite.

A fronte di ciò basta pensare al dato registrato nella giornata del 16 dicembre quando Freebacoli ha ricevuto oltre 82.000 visite in 24 ore (con picchi di 350 utenti online nello stesso momento) ed all’elevato numero di commenti (circa 2000 in 30 giorni) allegati ad ogni articolo, utili per stimolare un confronto tra parti in contrapposizione tra loro.

Stesso discorso vale anche per l’area video, in cui si evidenziano filmati visualizzati da 15000, 12000, 9000 utenti in pochi giorni.

Freebacoli, l’informazione (senza sponsor) che non va mai in vacanza.

Perché, parafrasando Socrate, "Il sapere rende liberi mentre è l 'ignoranza che rende prigionieri".

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image Redazione Freebacoli
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sabato 24 dicembre 2011

Furti in Città, Topi d’Appartamento In Azione Nel Periodo Natalizio: Svaligiate Numerose Abitazioni

image Furti a ripetizione sul territorio bacolese nel corso delle festività natalizie: topi d’appartamento mettono in allerta famiglie del centro e della periferia del paese.

Si sono susseguiti a ripetizione in questi ultimi giorni antecedenti la vigilia di Natale, i furti in case private lasciate incustodite dai proprietari. Sono almeno una decina i casi registrati nella seconda metà di dicembre di veri e propri svaligiamenti di appartamenti, visitati da ladri, evidentemente esperti del “mestiere”, sia di giorni che di notte, in assenza dei proprietari.

Almeno una Decina di Casi Tra il Centro e la Periferia

Diversi casi, anche in mattinata, sono stati riscontrati ad esempio nel pieno centro storico cittadino tra la Piscina Mirabilis e le Cento Camerelle in cui, ad essere state ripulite, sono state almeno tre abitazioni.

Altri casi simili sono stati riscontrati a Cappella ed al Mazzoni, mentre non mancano le segnalazioni giunte da Cuma. Un fenomeno preoccupante che, mentre nel corso del periodo autunnale ha interessato i negozi, adesso si sposta verso le case, approfittando delle assenze di chi, tra regali e visite di cortesia, si allontana dal proprio domicilio anche solo per qualche ora.

Una Banda In Azione

Il ripetersi del “modus operandi” fa quindi pensare alla presenza di una vera e propria banda di “topi d’appartamento”. Ipotesi su cui da qualche settimana stanno indagando i carabinieri delle stazioni di Bacoli e di Pozzuoli.

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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Raccolta Differenziata in Difficoltà, Arriva un’Isola Ecologica: Soddisferà Soltanto 3000 Bacolesi

image Il secondo settore comunale di Bacoli con una determinata adottata il 15 Dicembre 2011 ha ripreso i lavori per la creazione dell’isola ecologica in via Lungolago.

In passato (come abbiamo già descritto in altri articoli) il progetto per la realizzazione dell’isola nei pressi dell’ex macello nei Fondi di Baia è stato bocciato dalla Sovrintendenza ai Beni Archeologici perché ricadeva nell’aerea protetta dei Campi Flegrei.

Tutto ciò accadeva nell’estate 2010 quando la raccolta differenziata non era ancora partita, oggi per fortuna la situazione è ben diversa ci troviamo con una raccolta differenziata estesa a tutto il territorio ma senza un’isola ecologica, la quale ci permetterebbe di migliorare la qualità del servizio di raccolta dei rifiuti e di conseguenza risparmiare molti soldi.

Un’Isola Ecologica Troppo Piccola

L’isola ecologica che il Comune ha intenzione di costruire è di tipo 800, dove tale numero indica i metri quadri di estensione, ed inoltre indica anche il fatto che debba avere un certo numero di bidoni per la raccolta di una certa grandezza e volume (Clicca Qui) l’unico difetto è che tale isola può servire un numero massimo di 3000 abitanti e quindi soltanto 1/9 dei cittadini visto che Bacoli conta circa 27mila persone.

Il Comune ha stanziato circa 212mila euro per la costruzione della stessa di cui 85mila li riceverà dalla Provincia di Napoli che ha indetto un bando del Settembre 2008.

Un Futuro Incerto

Ora ce la farà il Comune di Bacoli a costruire tale isola ecologica? Cambierà qualcosa dopo il terremoto politico scaturito dalle dimissioni del sindaco?

Mi auguro con tutto il cuore che tale avvenimento non influenzi il nostro cammino di civiltà verso la virtuosa gestione dei rifiuti e si riesca a costruire questa piccola isola ecologica e chissà in seguito a farne anche altre in modo da soddisfare i bisogni dell’intera cittadinanza.

Intanto Freebacoli farà ciò che ha sempre fatto, vigilando e facendo luce su tale situazione ed inoltre non mancheranno le nostre proposte costruttive.

Buone feste e buona raccolta differenziata a tutti.

Antonio Carannante
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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venerdì 23 dicembre 2011

Abbattimenti Fantasma, La Cucina Abusiva dell’Ex Sindaco Coppola: Gli Amministratori Diano L’Esempio

image Sono tra i firmatari dell’articolo “Abusivismo, C’è Necessità di Abbattere Tecnici e Politici: Ecco la Posizione di Freebacoli” pubblicato su Freebacoli in data 16 dicembre e desidero rendere più chiaro il mio punto di vista, del tutto personale, su un aspetto. Quello dell’esempio che danno, o meglio che dovrebbero dare le istituzioni.

Mi sia concesso di esprimermi con un esempio, o se preferite, visto il periodo natalizio, una parabola. E, visto che parecchi sindaci nel nostro territorio sono medici, mi sembra giusto parlare di medici e medicina.

L’abusivismo edilizio è una malattia e, nel nostro suddetto articolo lo paragonavamo al cancro.

Sarebbe però forse meglio paragonarlo ad un’altra ben nota malattia, in cui spesso c’è responsabilità personale nel contrarla: l’AIDS.

L’Abusivismo Come l’AIDS

Un buon medico, anche se ci sono stati da parte del malato comportamenti che hanno favorito l’insorgere di questa malattia, ad esempio una vita sessuale troppo spregiudicata, ha il dovere di assistere il proprio paziente. Inoltre ha l’altro dovere, per quanto gli è possibile, di pubblicizzare il rischio che si corre usando comportamenti non corretti.

Pertanto il medico avrà il dovere di prescrivere la cura più opportuna per cercare di curare il proprio assistito. Ovviamente la cura sarà efficace per alcuni, ma purtroppo non per tutti.

Nel caso degli abusi edilizi esistenti, il medico è ovviamente la politica, che dovrebbe garantire una buona legge, cioè la cura, per cercare di sanare il sanabile stabilendo dei principi chiari e semplici, evidenti per tutti, e soprattutto facendola rispettare con i necessari controlli. Questo non a partire da domani, ma dal momento stesso in cui si fa la legge.

Ricordo a tutti che ormai ci sono dei controlli molto sofisticati del territorio, come quello satellitare, che soltanto qualche decennio fa erano impensabili.

La Mancanza di Volontà Politica

image Occorre però la volontà politica di portarli avanti: A mio giudizio sarebbe inoltre indispensabile rafforzare e realmente applicare la responsabilità di chi amministra un territorio. Un sindaco, una giunta, un’amministrazione tutta non possono ignorare cosa accade sul proprio territorio, o meglio più frequentemente fare finta di ignorarlo, perché l’evidenza è sotto gli occhi di tutti.

Chiaramente, come nel caso dei malati, non tutti potranno essere salvati. E poi occorre la prevenzione: prevenire è meglio che curare, ed ha ripercussioni sociali estremamente inferiori. Bisogna impedire, con tutti i mezzi, che vengano compiuti abusi edilizi, abbattere quando la costruzione abusiva è in costruzione, non permettere che venga terminata e magari, come è avvenuto a Bacoli negli ultimi abbattimenti, incassare anche alcune rate di un condono edilizio, quello del 2003, che non si applicava e non poteva essere applicato alla nostra città.

Ma se il medico per primo non mantiene un comportamento corretto, anzi accompagna alcuni suoi assistiti in un tour tra case di tolleranza, e per di più non adottando alcuna cautela, perderà ogni credibilità, perché tutti penseranno che se ha questi comportamenti lui, che è un medico, vuol dire che nella realtà non c’è rischio, e quindi si comporteranno così anche loro.

La Cucina Abusiva dell’ex Sindaco Abusivo

Ripropongo qui di seguito un articolo pubblicato dal giornale “Tammurriata” in data 29 marzo 2007: “La cucina di casa mia è abusiva:abbattetela – la dichiarazione del Sindaco in Consiglio Comunale spiazza tutti, ma raccoglie plausi. <<l’abuso già c’era quando l’ho acquistata>>”.

Non abbiamo alcuna difficoltà a credere, in un Paese come l’Italia, dove a qualche ministro si regalano e ristrutturano case a sua insaputa, che un Sindaco che conosce,o almeno dovrebbe conoscere la materia edilizia, sia in quanto appunto Sindaco, sia in quanto famoso ed affermato avvocato, non si sia ovviamente accorto, all’atto dell’acquisto, dell’irregolarità.

Avevamo perciò ancor di più apprezzato l’esempio che, stoicamente, il Sindaco intendeva dare a tutta la cittadinanza: io, primo cittadino, incolpevole, mi sacrifico per far comprendere a tutti che è venuto il momento di voltar pagina. Darò io l’esempio che i tempi sono cambiati. Dopo che ho abbattuto io, Sindaco, nessuno avrà più l’ardire di costruire abusivamente.

imageParole elogiate con una partecipazione più che bulgara: 19 consiglieri su 20, plaudivano all’eroico gesto.

E il Sindaco ringraziava la minoranza: “attenta, che collabora e non si oppone più in maniera preconcetta”. E invece, per l’unico dissenziente, l’Avv. Perreca, il Sindaco (per fortuna ex) riserva beceri insulti: “Lei fa bene a stare fuori da questa minoranza intelligente”. La morale trasmessa è sempre la stessa: chi si comporta correttamente è stupido.

L’Ecomostro del Fusaro, Simbolo di Illegalità

Questo dell’abbattimento della cucina del Sindaco sarebbe stato davvero un grande gesto in una città dove, lo ribadiamo, si edifica, ad esempio, a fronte strada di grande traffico, un edificio, per giunta a due passi dal Real Complesso Borbonico del Fusaro, o su suoli pubblici come quelli del Centro Ittico Campano, senza che questi manufatti vengano poi abbattuti. Eppure, come nel caso dello scheletro di edificio del Fusaro, il suo abbattimento non avrebbe sicuramente ripercussioni così gravi come l’abbattimento di case abitate da decenni.

Ma cosa è poi successo? Da allora, dopo il plauso alla sceneggiata, almeno per quanto a mia conoscenza, non se ne è più parlato.

Ora, a quasi cinque anni di distanza da quella dichiarazione, ci sono soltanto due possibilità: o la cucina dell’ex Sindaco non è stata abbattuta, oppure è stata abbattuta ma il fatto non è stato sufficientemente pubblicizzato.

Nell’uno e nell’altro caso è un fatto grave. Infatti, se la cucina non è stata abbattuta, quel sindaco si è fatto non soltanto immeritata propaganda ma, con il suo comportamento, ha rafforzato, nei confronti della cittadinanza da lui amministrata, l’idea che si può fare ciò che si vuole nel campo edilizio.

Se invece fosse realmente stata abbattuta, ma il fatto non fosse stato pubblicizzato a dovere, avrebbe perso una ottima opportunità per cercare di arginare il fenomeno dell’abusivismo, facendo così venir meno il senso stesso della sua dichiarazione pubblica.

Le Colpe dell’Amministrazione Locale: Assumetevi le Vostre Responsabilità

Invito inoltre tutti a leggere l’articolo di Raffaele Raimondi apparso su “Il Mattino” di giovedì 22 dicembre 2011 che, dopo aver illustrato come i Comuni possano acquisire al proprio patrimonio gli immobili abusivi invece di farli abbattere, conclude: “Perciò i magistrati inquirenti, anziché attivarsi per proprio conto e aspettare le sentenze della Cassazione, come prima cosa dovrebbero chiedere ragione, a sindaci e funzionari preposti, come persone informate dei fatti, del tempestivo assolvimento degli obblighi loro imposti dalla legge. In modo da avere conferma dell’attivata procedura di acquisizione. Da parte di costoro non contrastare e impedire l’evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, in questo caso l’abuso appena iniziato, equivale cagionarlo. È il codice penale: i controllori sono penalmente responsabili quanto i trasgressori (art.40 cpv.). Lo ricordò ai magistrati il Presidente Napolitano, in una opportuna esternazione, all’esordio del suo mandato. Sollecitando per tempo e responsabilizzando così gli amministratori, nessuno più, prevedendo di perdere la proprietà dell’opera abusiva e anche dell’area circostante, si arrischierebbe a costruire senza permesso”.

Parole giustissime, ma gli amministratori molto spesso non agiscono così, o perché protesi al solo consenso elettorale, piuttosto che ad una seria e reale amministrazione del proprio territorio, o perché talvolta purtroppo direttamente implicati.

Alessandro Parisi
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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