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"Depurazione" or "inquinamento"? That is the question

Freebacoli: "Depurazione" or "inquinamento"? That is the question

mercoledì 22 luglio 2009

"Depurazione" or "inquinamento"? That is the question


Fanghi di Cuma, mancano le discariche
Secondo un delegato sindacale dell'impianto di Bacoli, i materiali non sono preleva­ti da almeno 15 giorni

In seguito alla gravosa problematica generata dal mancato funzionamento del Depuratore di Cuma-Licola, si ritiene opportuno pubblicare uno stralcio dell' articolo scritto dal giornalista Federico Geremicca, tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 20 Luglio 2009.

"Sono rimasti fer­mi anche sabato i bilici della socie­tà Trincone di Pozzuoli, che do­vrebbe prelevare i fanghi dai de­puratori gestiti dalla Hydrogest (Cuma, Foce Regi lagni, Marcia­nise, Orta di Atella, Acerra) e portarli alle discariche di Taran­to, Grottaglie e Crotone. «Se tut­to andrà come ci auguriamo— dice l’ingegnere Gabriele Di Nardo, responsabile per l’im­pianto di Cuma — da lunedì ri­cominceranno i viaggi. Da alcu­ni giorni i fanghi, che sono clas­sificabili come rifiuti speciali non pericolosi, non lasciano i depuratori».
Secondo Gen­naro Esposito, turnista al depu­ratore di Cuma e delegato sinda­cale, i fanghi non sono preleva­ti negli impianti da 15 giorni. Due settimane in cui, sostiene, una parte del materiale — so­stanzialmente liquami privi del­la componente acquosa — è fi­nita nel mare di Licola. Esposi­to dice, inoltre, che ci sia anche un problema di saturazione del­le discariche. Quale che sia la verità — lungaggini ammini­­strative secondo Hydrogest, di­scariche stracolme, secondo gli operai — i camion sono rimasti al palo. Da Cuma, il più grande dei depuratori gestiti da Hydro­gest dovrebbero invece partire regolarmente almeno tre cari­chi al giorno. Se non accade, i fanghi si accumulano, la funzio­nalità dell’impianto, già caren­te, peggiora, e una parte dei ma­teriali finisce in mare. È accadu­to anche altre volte.

«La Campa­nia — rivela l’ingegnere Di Nar­do — non ha siti per accogliere i fanghi prodotti dai depuratori del suo territorio». Finiscono dunque fuori regione. Lievita­no i costi ed infatti il trasporto dei fanghi a discarica, tramite Trincone è, col personale, la vo­ce che pesa di più nel bilancio di Hydrogest. Il che, peraltro, non è neppure il peggio. Più so­no lunghi i percorsi, infatti, maggiore è la possibilità che i fanghi, invece che nelle discari­che, finiscano nei campi, nei corsi d’acqua, nei boschi, ad opera di trasportatori disone­sti. È accaduto più di una volta, in passato. Lo hanno dimostra­to, tra l’altro, due inchieste. La prima — operazione Chernobyl — condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Ca­pua Vetere. La seconda — Giu­dizio Finale, nei confronti del clan Belforte — opera della Dda di Napoli.
La storia dei fanghi e delle discariche che non c’è è uno dei tanti possibili incipit per raccontare la vicenda della depurazione a singhiozzo. Non l’unico certo. Il caso depurato­ri, infatti, è anche la manuten­zione inesistente degli impian­ti, che cadono a pezzi, ed è so­prattutto la mancata realizzazio­ne dei lavori previsti dalla con­venzione che a suo tempo il pri­vato stipulò col Commissariato alle Acque. Il project financing prevedeva 150 milioni di euro di investimenti. Il privato avreb­be dovuto incassare i proventi del canone della depurazione delle acque. «Per anni, quando la convenzione era col Commis­sariato, non abbiamo visto un centesimo», dice l’ingegnere Di Nardo.

L’assessore regionale Walter Ga­napini, da alcuni mesi, ha inta­volato una trattativa. Hydro­gest dovrebbe investire 20 mi­lioni di euro entro la fine del­l’anno e incassare parte del cre­dito che vanta verso la pubblica amministrazione. Ammesso che accada, potrebbe perfino ca­pitare che, di qui a qualche an­no, la Campania abbia depura­tori a norma di legge. Ora non lo sono e lo ammette anche il responsabile dell’impianto di Cuma: «Manca la linea di nitrifi­cazione e denitrificazione. Scari­chiamo a mare acqua che non rispetta i parametri normativi per quanto concerne azoto nitri­co e nitrati». Composti certa­mente coinvolti nei fenomeni d eutrofizzazione. «Quando furo­no costruiti i depuratori che ge­stiamo — ricorda Di Nardo — la normativa non prevedeva l’obbligatorietà di sistemi che abbattessero i composti azotati nelle acque trattate. Ora sì. Il cuore della finanza di progetto che dovremmo realizzare è ap­punto la costruzione delle linee di nitrificazione e denitrificazio­ne e di stazioni di essiccamento termico dei fanghi, per ridurre il volume dei materiali da porta­re a discarica».

A guardare la si­tuazione attuale, mentre non si riescono neanche a sostituire i pezzi degli impianti in avaria, obiettivi che paiono irraggiun­gibili."
J.

2 Commenti:

Alle 22 luglio 2009 alle ore 15:08 , Blogger Antonio Gerardo Mancino ha detto...

Sarebbe una notevole spinta verso la soluzione del problema se i gestori dei lidi con la loro capacità economica e anche pressione sociale di lobby stessero a fianco di gruppi come freebacoli invece di negare l'evidenza e lanciare accuse e minaccia.
Con il loro modo di fare l'attuale situazione
se non fosse capitate nel 2009 sarebbe capitata nel 2010 o 2011....
Antonio

 
Alle 22 luglio 2009 alle ore 15:43 , Anonymous Anonimo ha detto...

E' immorale e vergognoso rovinare in nome del dio denaro una delle poche risorse economiche che abbiamo .Il disastro di Cuma lo hanno provocato i nostri conterranei con menzogne e ipocrisie . E' ora di dire basta . Personalmente ammiro il coraggio di FREEBACOLI a divulgare il marcio che noi tutti sapevamo . Ragazzi continuate e tenete duro, sperando che qualcosa cambia per davvero.

 

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