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REFERENDUM 2009

Freebacoli: REFERENDUM 2009

domenica 21 giugno 2009

REFERENDUM 2009

Tra le modalità utilizzate dal costituzionalismo contemporaneo per fronteggiare la crisi dei sistemi rappresentativi (partiti), particolare importanza assume il ricorso agli istituti di democrazia diretta (1-iniziativa legislativa popolare, 2-la petizione, 3- il referendum). Attraverso quest' istituto, da una parte si affida direttamente al popolo( o meglio, al corpo elettorale) l'esercizio di alcune funzioni, consentendogli di assumere delle decisioni immediatamente efficaci nell'ordinamento statale, e dall'altra si assicura la partecipazione popolare alle decisioni che riguardano l'intera collettività colmando in tal modo la distanza tra il popolo e gli organi amministrativi.Il REFERENDUM , il più importante strumento di democrazia diretta, consiste in una consultazione dell'intero corpo elettortale produttivo di effetti giuridici, e si suddivide in numerose classificazioni: in relazione all'oggetto, si distinguono i referendum costituzionali, legislativi, politici e amministrativi. I primi hanno come oggetto un atto costituzionale, i secondi una legge, i terzi una questione politica non disciplinata da un atto normativo, gli ultimi un atto amministrativo.
La Costituzione Italiana prevede quattro tipi di referendum:

1)Referendum approvativo o sospensivo
2) Referendum abrogativo di una legge
3) Referendum consultivo
4) Referendum abrogativo

Negli ultimi anni, con la crisi dei partiti, c' è stata una crescita considerevole del ricorso ai referendum, soprattutto quelli abrogativi, alcuni dei quali hanno segnato vere e proprie svolte del sistema politico e degli assetti istituzionali. Il 21 e 22 giugno si andrà a votare per un referendum, composto da tre quesiti:

Il 1° e il 2° quesito: premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento.
Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti. Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio, ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte da numerosi partiti al proprio interno, dando origine ad una spiccata frammentazione . Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste. In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, quindi, le liste dovrebbero comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato. In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento. All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candidato premier) ed al programma elettorale.

Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito

Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l’inevitabile effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione. Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza. Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile. L’eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all’attuale. Piuttosto che l’inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.

Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica

Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.

In conclusione, vorrei fare un appello a tutti voi: ANDATE A VOTARE.
Non vi suggerisco di appoggiare o meno tali proposte referendarie; voglio essere neutrale. Ma abbiate sempre ben a mente che Il diritto al voto e' anche un dovere. E' una possibilità di democrazia, acquisita con il sangue dei nostri antenati. Disertare le urne, significherebbe abbandonare questo diritto in nome di opinabili scelte opportunistiche.

Per l'appuntamento del Referendum 2009 le urne sono accessibili dalle ore 8 di oggi sino alle 22, mentre nella giornata di lunedì sarà posssibile votare dalle ore 7 sino alle 15.

Volpins



2 Commenti:

Alle 22 giugno 2009 alle ore 02:35 , Blogger Freebacoli ha detto...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

 
Alle 22 giugno 2009 alle ore 02:35 , Anonymous Anonimo ha detto...

Viva il PD!...Sara Lucci

 

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