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Denunciò i clan: locale incendiato

Freebacoli: Denunciò i clan: locale incendiato

mercoledì 19 agosto 2009

Denunciò i clan: locale incendiato

RASSEGNA STAMPA: Si ritiene opportuno pubblicare un articolo de "Il Mattino" di Antimo Scotto.

NAPOLI (19 agosto) - «Ma lo Stato dov'è? E la gente perbene dov'è? E la coscienza civica dov'è?». Sono le sole parole, quasi sussurrate, che Ciro Caserta, 41enne imprenditore flegreo, riesce a pronunciare dopo il nuovo attacco che subisce alle sue attività commerciali.
Un attacco che gli inquirenti ritengono sia soprattutto una risposta al suo coraggio di dire «no» ai clan, che sette anni fa lo portò a denunciare i suoi estorsori.
È quasi certamente di natura dolosa, infatti, il raid che la notte scorsa ha distrutto l'intero terrazzo del «Puerto Baia», noto risto-pub che affaccia sulla insenatura di Baia sul versante di Punta Epitaffio. Sono stati necessari tre automezzi dei vigili del fuoco per spegnere le fiamme ed evitare che si propagassero al resto della struttura, ma i danni sono comunque ingenti: distrutti 350 metri quadrati di terrazzo, suppellettili ed arredi per 250 posti, gazebo, bar, area ristoro, impianti.
Insomma, un disastro quantificato secondo le prime stime in oltre 350mila euro. E poteva andare persino peggio. L'allarme è scattato intorno alle 4,30 della notte scorsa. Sul posto sono giunti i mezzi del vicino distaccamento di Monterusciello dei vigili del fuoco e, in breve, anche polizia e carabinieri. Soltanto all'alba le fiamme sono state completamente domate.

Secondo i primi rilievi, appare scontata la natura dolosa dell'incendio, essendosi le fiamme propagate dall'alto verso il basso, senza che si siano riscontrati elementi che potessero far pensare a un cortocircuito o a guasti agli impianti elettrici. Difficile l'attività investigativa che si prospetta. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito.

Eppure, a quell'ora Baia pullula di nottambuli. Eppure, il «Puerto Baia» è incastonato sotto la collina di tufo tra abitazioni attaccate l'un l'altra come in un presepe. Ma nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Sulla vicenda lavorano polizia e carabinieri che, ieri mattina, hanno a lungo ascoltato Caserta. Secondo indiscrezioni l'uomo non avrebbe subìto minacce o richieste estorsive. Ma, data la sua storia, è un particolare che non desta sorpresa.

Caserta è infatti un imprenditore-coraggio già noto alle cronache, non solo e non tanto per le sue capacità di imprenditore di successo della movida flegrea. Ha rilanciato un locale di tendenza come il Puerto Baia dal 2001; si è inventato l'irish pub O'Croinin' a Monte di Procida dal 1998 al 2006; ed ora a Bacoli, dal giugno scorso, un nuovo investimento importante, con il complesso Lost Paradise, un gioiellino realizzato con circa 2 milioni di euro, sotto la stretta supervisione della Soprintendenza, in tre anni di certosino lavoro. E poi, l'agenzia immobiliare Fortuna.
Insomma, un flegreo che sceglie di investire nel proprio territorio: «Io ci credo - dice - ma tutte queste vicende oggettivamente mi fanno venire lo sconforto. Andarsene significherebbe dargliela vinta e non lo farò. Ma mi farebbe piacere che la coscienza civica e istituzionale si facesse sentire di più». Parole amare, le sue, a poche ore dall'incendio. Con riferimenti chiari alla sua vicenda personale. Per cinque anni, dal 2002 al 2007, Caserta è stato sotto scorta, con un piano di protezione ottenuto per il coraggio della sua denuncia.
Finirono dietro le sbarre gli uomini del clan Pariante, che gli imponevano il pizzo e le cui richieste diventavano sempre più asfissianti. Dopo cinque anni, però, scaduti i termini, la protezione è stata rimodulata: «Ora beneficio della vigilanza mobile dedicata» aggiunge con lo sguardo di chi si sente beffato, anche se non lo dice.

1 Commenti:

Alle 20 agosto 2009 alle ore 19:45 , Anonymous Anonimo ha detto...

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