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Rifiuti Zero: Un Mondo Senza Mega Discariche ed Inceneritori è Possibile

Freebacoli: Rifiuti Zero: Un Mondo Senza Mega Discariche ed Inceneritori è Possibile

sabato 2 ottobre 2010

Rifiuti Zero: Un Mondo Senza Mega Discariche ed Inceneritori è Possibile

imageUn piano rifiuti, credibile ed attuabile, esiste. Il MoVimento Cinque Stelle lo ha portato in ogni dove, comuni, regioni etc etc, ma non interessa a nessuno perché nessuno ha davvero interesse a cambiare le cose, a bloccare questa macchina perversa che ha avvelenato la nostra aria, la nostra acqua e la nostra terra.

Di seguito si riporta la seconda e ultima parte del documento sul piano rifiuti (leggi la prima parte) i cui numerosi punti e principi sono stati posti all'attenzione degli assessorati preposti alla raccolta differenziata cittadina ed ai dirigenti della Flegrea Lavoro.

Nostro compito sia attraverso l'opera di informazione effettuata tramite questo blog, sia grazie al lavoro consiliare sarà quello di continuare a spronare chi di dovere a mettere in essere quanto fin ora proposto

Impiantistica a servizio di rifiuti zero


Recuperare e trasformare i 7 impianti ex CDR, pagati ben 270 milioni di euro, manomessi o mal utilizzati. oggi declassati a STIR, che si possono trasformare, CON POCA SPESA, in TMM (trattamento meccanico manuale) [documento]
Questi impianti che all’origine erano stati progettati per una selezione e vagliatura del rifiuto indifferenziato, dopo sommario recupero di fos, metalli, vetro e alcune plastiche, al fine di produrre CDR ( combustibile da rifiuto), non hanno mai funzionato che come tritovagliatori e imballatori di rifiuti indifferenziati, e hanno prodotto solo sovvallo impacchettato ( le ecoballe imbruciabili di cui alla storia).

Questo progetto si pone l’obiettivo finale che gli impianti ricevano solo frazione secca, ciò nonostante l’allegato prevede una fase di transizione per cui una linea per impianto sia atta a ricevere il tal quale e a trasformarlo con lo stesso procedimento, con una produzione aggiuntiva di fos,

Questi impianti, potrebbero oggi con una semplice ristrutturazione (revamping), ridurre a zero la frazione secca del rifiuto senza produzione di CDR. image Infatti, con le dovute integrazioni di macchinari, potrebbero ricevere tutta la frazione dei rifiuti e selezionarla per tipologia (TMM, ossia trattamento, meccanico, manuale), dove oltre alle macchine è necessaria la presenza dell’uomo per un più corretto recupero ( positivo anche dal punto di vista occupazionale).

La materia così selezionata produce comunque uno scarto che non potrebbe essere destinata a recupero per tipologia di materiale e che dovrebbe finire in discarica. Ma qui interviene l’integrazione con l’impianto di estrusione, grazie al quale, tutto lo scarto, sanificato a basse temperature, viene triturato a freddo, producendo così vari tipi di granulato con più o meno presenza di polimeri ( dipende dal menù ossia dal tipo di materia prima seconda che si vuole ottenere), destinato al mercato delle plastiche o dell’edilizia, ( Certificata UNI), e riciclabile n. volte. Con l’ impianto di C.e.D (costruzione e demolizione) sarà possibile recuperare anche l’1% di scarto che non entra nell’impianto di estrusione, ossia quella frazione di vetro ceramica etc che viene così destinata, grazie al trattamento c e d, all’edilizia come impasto per sottofondi stradali, malte cementizie e tanto altro evitando così l’uso delle cave, altra piaga della nostra regione.

Il ricorso agli impianti di TMM e l’estrusore non rappresentano un’alternativa alla RD vera e propria perché la qualità dei materiali , in particolare carta e cartone, che ne fuoriescono è sicuramente inferiore a quella della RD di eccellenza. In particolare laddove restino linee per trattare anche l’umido ( fase di transizione) la qualità dei prodotti scende ulteriormente.
Il trattamento TMM, dunque, non rappresenta altro che “un sostegno a questo sistema”, che ci appare l’utile e indispensabile supporto impiantistico alle realtà urbane metropolitane che sfuggono ai risultati di R.D. di eccellenza che vengono più facilmente raggiunti nei piccoli centri.

Un aspetto però molto importante è che l’impianto di estrusione potrà ricevere anche la frazione di scarto delle piattaforme CONAI che lavorano i prodotti provenienti dalla RD. La quota di scarto al momento è quantificabile al 45-65% del prodotto conferito, perciò tale operazione renderebbe possibile un ulteriore recupero di materia. ed un miglioramento delle percentuali di R.D.

Con questo sistema non c’è più rifiuto ma una completa filiera dei materiali dove il rifiuto risulta una risorsa senza dover ricorrere a false valorizzazioni solo grazie a contributi statali e costruendo costosissimi impianti a forte impatto ambientale.

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2 Commenti:

Alle 2 ottobre 2010 alle ore 15:37 , Anonymous romualdo da casa tua ha detto...

c'è la camorra dietro ai rifiuti altro che nessuno ha intenzione di cambiare le cose

 
Alle 3 ottobre 2010 alle ore 13:43 , Blogger Vincenzo ha detto...

Queste soluzioni sono degne di un paese civile come la Svizzera, Germania etc. Ergo QUI non sono praticabili. QUi ci sono i malavitosi che gestiscono il tutto. Le discariche fanno comodo , fanno arricchire in fretta chi di dovere. Poi ci sono gli inceneritori, finanziati con contributi CIP6, spacciati per produttori di energia pulita.
Poi i roghi tossici nella Terra dei Fuochi, dove si inceneriscono rifiuti tossici non bruciabili nell'inceneritore e che non si possono accogliere nelle discariche e cio fa arricchire ulteriormente la malavita.
Per cui sono soluzioni scomode quelle proposte dal Movimento a 5 stelle, che non generano business

 

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