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Foce Insabbiata al Lago Fusaro: I Borbone ed i Fascisti meglio della Politica Bacolese

Freebacoli: Foce Insabbiata al Lago Fusaro: I Borbone ed i Fascisti meglio della Politica Bacolese

giovedì 10 giugno 2010

Foce Insabbiata al Lago Fusaro: I Borbone ed i Fascisti meglio della Politica Bacolese










Detriti, un canneto dalle vaste dimensioni e rifiuti pericolosi in parte nascosti da un coltre di sabbia estesa per più di 700 metri: dopo il sopralluogo istituzionale effettuato nei pressi dell’indecente foce romana e dell’allarmante Regio Lagno intasato da acque nere, adesso l’attenzione torna sulla foce borbonica dell’inquinato lago Fusaro. Un canale, sul quale dovrebbero monitorare, tra gli altri, anche il Centro Ittico Campano, l’Ente Parco Campi Flegrei e lo stesso Comune di Bacoli, ove anziché veder scorrere l’acqua utile a garantire il fondamentale ricambio di liquidi tra il lago flegreo ed il mare, si può soltanto constatare la presenza di una vera e propria bomba ecologica ricca di rifiuti di ogni tipologia.
Una discarica a cielo aperto quotidianamente martoriata da illeciti, sversamenti e deficienze strutturali, presso cui una politica poca attenta, troppo spesso assuefatta dal soave richiamo dello sfruttamento a fini economici, non ha puntato sulla reale salvaguardia ambientale di un’area ove di ora in ora continua ad alimentarsi il disastro ambientale. Difatti, ad un’analisi più attenta e ad ampia raggio della situazione, è utile ricordare che, al di là degli svariati studi effettuati lungo il perimetro del bacino lacustre di periferia (Clicca qui per un primo resoconto), poco meno di dieci anni fa l’allora giunta di centro-sinistra incaricò il professor Francesco Aliberti, docente di chimica analitica e dell’ambiente presso la facoltà di scienze della Federico II, di effettuare un’indagine circa lo stato di salubrità dei laghi Miseno e Fusaro.
Un monitoraggio scientifico dal quale emerse che se non si fossero rimesse in funzione le foci di detti bacini, allora le condizioni degli stessi laghi sarebbero diventate drammatiche poiché non poteva verificarsi un adeguato ricambio d’acqua atto ad evitare fenomeni di stagnazione e, secondo quanto relazionato nel marzo di quest’anno dall’assessorato all’ambiente regionale, “un’alterazione dell’equilibrio delle acque lacuali, con la ripetizione di fenomeni di anossia, che provocano, come conseguenza, moria della fauna ittica e crescita abnorme di alghe”. Relazioni le quali, così come riscontrabile anche da una visione marginale dell’attuale stato di cose, hanno portato ad un netto miglioramento per il cosiddetto “Mare Morto” lungo cui si è messa in funzione, ad inizio del nuovo millennio, sia una conduttura fognaria denominata “circumlacuale” atta ad evitare copiosi sversamenti di liquidi fognari, che un sistema di foci attualmente da monitorare e da liberare (con un fondo regionale pari a 160mila euro) dall’evidente quantità di sabbia che, di mese in mese, va ad arenare il canale di Miliscola. Per il lago Fusaro, invece, i provvedimenti presi successivamente sono stati del tutto diversi. Infatti tale area lacustre, che si estende lungo un perimetro di 4 km, è collegata al mare con ben tre foci: la foce di mezzo (tutt’ora funzionante) realizzata nel 1940 per opera del Ministero delle Finanze onde ristabilire l’habitat ottimale per l’ostricoltura la quale era stata minacciata qualche anno prima un po’ per l’incapacità dei gestori (i signori Milosa e Troise) ed un po’ in seguito all'insabbiamento delle foci; quella meridionale, di epoca romana, attraversante il promontorio tufaceo di Torregaveta e lunga circa 800 metri e larga 5, sulla quale sono presenti cospicui resti di materiali ingombranti; e la foce nord, aperta in epoca borbonica nel 1859.
Una casata, quella borbonica, che, attraverso una metodologia più lungimirante rispetto a quella adottata dagli amministratori degli ultimi decenni, decise di restaurare la foce romana nell’ambito del progetto di bonifica del bacino inferiore del Volturno, approvato da Ferdinando II e realizzato da Giacomo Bavarese, con cui si tentò anche di recuperare 100.000 ettari di terreno coltivabile fra Capo Miseno e Mondragone. In tale ambito, dopo aver incaricato Oronzo Costa di analizzare lo stato di salute del lago e le motivazioni della crisi della coltivazione delle ostriche, si trasse la conclusione (in maniera non troppo dissimile dagli studi fatti dal porf. Aliberti 150 anni dopo) di aprire un’altra foce a mare per favorire un maggiore ricambio di acqua. Un’esigenza che l’Amministrazione Reale delle Bonificazioni assecondò nel 1859 costruendo un canale di 700 metri di lunghezza e 11 di larghezza denominato appunto “foce borbonica”.
Una lungimiranza passata la quale, dopo un’onerosa bonifica della foce sopraindicata voluta da Ferdinando Ambrosino (allora presidente CIC) nel 1997 ed un’altra realizzata intorno al 2000 per opera di Giuseppe Scotto di Luzio (anch’egli presidente del CIC), non è stata colta appieno dalla politica dell’ultimo decennio facendo, in tal modo aumentare il disastro ecologico di un lago che, prostrato dinanzi ad un’incapacità manifesta, non può far altro che rimpiangere i Romani, i Borboni e finanche i governi fascisti.

Josi Gerardo Della Ragione
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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6 Commenti:

Alle 10 giugno 2010 alle ore 20:53 , Anonymous Anonimo ha detto...

bellissimo articolo!

 
Alle 11 giugno 2010 alle ore 06:29 , Anonymous Anonimo ha detto...

Non solo a Bacoli i Borboni hanno fatto meglio dei governanti a loro succeduti. Non avete idea di come era Napoli alla loro epoca. Napoli era in cima con le sue bellezze, e con la sua industria, depedrata poi dai piemontesi.
Bastiricordare:
Prima ferrovia in Italia;
Prima industria automobilistica in Italia;
Primo acquario al mondo
ecc.....

 
Alle 11 giugno 2010 alle ore 09:51 , Anonymous Anonimo ha detto...

ma il lago non deve essere tondo tondo,senza alcuna foce?

credo che il problema,non sia la foce tappata,e già gli abbussivi proprietari di case abusive buttano nel lago la loro merda abusiva poi,facciamo una bella foce così la merda dal lago passa direttamente al fusaro,e tutt'appost,la merda va al mare,gli abusivi continuano a produrre merda ed a inquinare il litorale,il cuzzecaro vende le cozze e tutt quant amma campà...MA COME CAZZO RAGIONATE?

il problema sono gli abusivi che nel lago non ci devono buttare merda,e non le foci,anzi meglio che siano tappate perchè se no il fusaro mare sarebbe proprio na latrina peggio di quello che è...vergogna!!!!ora è morto solo il lago,nel caso della foce morirebbe anche il mare orami già morto...vergognatevi di queste pessime soluzioni.

 
Alle 11 giugno 2010 alle ore 12:21 , Anonymous Anonimo ha detto...

Ah capisco...
E' proprio in seguito a questo tipo di risposte che si capisce quanto sia importante la sensibilizzazione e l'in-formazione.
C'è ancora tanto da lavorare...

 
Alle 14 giugno 2010 alle ore 16:20 , Anonymous Anonimo ha detto...

Magari tornassero Borboni,Romani e addirittura i Fascisti.....!Tutti in RIGA a calci nel sedere!Ed invece ognuno il proprio comodo!Ma vedo ke Bacoli ,come, MONTE DI PROCIDA,ci piace di stare con chi fa finta di non vedere e sentire.....daltronde a votarli sono i cittadini stessi!ED allora mi dispiace x ki come me le cose le vorrebbe cambiare votando quella persona ke della propria candidatura ne fa una missione, uno scopo di vita x un paese migliore.....ed invece ancora una volta hanno fatto vincere l'illecito,la strafottenza e l'incapacità di governare un paese "bello" come Bacoli!Allora ke la merda gli arrivi fino al collo e li sommerga affinkè finalmente si possano SVEGLIARE!!!!!!!ILARIA RUSSO

 
Alle 30 luglio 2010 alle ore 17:01 , Anonymous Anonimo ha detto...

Possiamo sapere chi sono i proprietari dei filari di cozze che crescono nella fogna che continuiamo a chiamare lago Fusaro?
Riusciamo ad avere un tracciato della filiera che giunge fino al consumatore?
Pubblicando i nomi dei venditori delle cozze allevate nella cacca dei fusaresi sapremo dove NON COMPRARLE, restituendo così un servizio sociale utile a chi legge questo blog.
Grazie a chi darà informazioni precise e corrette.

 

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