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Guardia Costiera di Baia Sequestra Reti e Nasse: Pesca di Frodo in Aree Protette

Freebacoli: Guardia Costiera di Baia Sequestra Reti e Nasse: Pesca di Frodo in Aree Protette

martedì 21 settembre 2010

Guardia Costiera di Baia Sequestra Reti e Nasse: Pesca di Frodo in Aree Protette

Task force della guardia costiera nell’area marina protetta di Baia contro la pesca di frodo: sequestrate una rete da un chilometro con quaranta nasse - adoperate per catturare la variegata fauna del tratto – e scattata una denuncia contro ignoti.

Il personale di Locamare Baia, coordinati dal maresciallo Enrico Alborino - in sinergia con la capitaneria di porto di Pozzuoli diretta dal comandante Caterina Piccirilli - prosegue il serrato monitoraggio lungo la costa flegrea al fine di ostacolare qualunque tipo di attività legata alla pesca di frodo.

La sorveglianza è potenziata dunque nel parco marino di Baia, nel cui perimetro i militari ritrovano periodicamente attrezzi da pesca tra le strutture archeologiche sommerse di età imperiale.

Il rischio che colonnati, mosaici e mura romane siano danneggiati da reti e nasse è molto alto.

Per scongiurare questo pericolo, la Sovrintendenza speciale ai Beni Archeologici di Napoli e Pompei (cui è affidata la gestione del sito) presta la massima attenzione alla tutela dell’area; sono quindi capillari a tal fine i controlli da parte della guardia costiera e dei diving center locali, che segnalano qualunque irregolarità a danno delle antiche strutture.

Controlli lungo il litorale e nel tratto marino protetto anche per i diportisti: i militari dell’ufficio locale marittimo di Baia hanno rilevato la presenza di imbarcazioni da diporto in un’area off-limits e denunciato all’Autorità giudiziaria quattro diportisti intenti a navigare nella zona A, definita di riserva integrale.

Un’altra area sottoposta a monitoraggio è localizzata nel porto di Marina Grande, nel cui specchio acqueo, tra il promontorio di Centum Cellae e il molo, è inabissata una villa imperiale segnalata in superficie con boe di colore giallo.

In quest’area, il personale di Locamare Baia e della capitaneria di porto di Pozzuoli hanno multato dieci diportisti per aver violato l’ordinanza in vigore.

Il provvedimento - firmato nel 2003 da Circomare Pozzuoli a tutela dell’eccezionale patrimonio archeologico sommerso - vieta la navigazione, il transito, la sosta e l’ancoraggio delle imbarcazioni e, infine, la pesca.

Intanto proseguono serrate le ispezionilungo tutto il litorale flegreo per bloccare la pesca di frodo: appena qualche settimana fa, in una grotta di Punta Pennata accessibile dal mare, sono stati rinvenuti 50 chili di esplosivo, costituto da una ingente quantità di polvere di alluminio e fertilizzante che poteva sbriciolare un tratto di costa affollato da bagnanti e diportisti.

Solo il rapido intervento della guardia costiera e degli artificieri inviati dalla Questura, che hanno fatto brillare la miscela, ha evitato il peggio.

Patrizia Capuano
Il Mattino

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1 Commenti:

Alle 22 settembre 2010 alle ore 13:33 , Anonymous Anonimo ha detto...

forza guardia costiera !
dopo anni di incuria, finalmente si vede un pò di movimento!
per quanto riguarda marina grande di bacoli, oltre alle doverose e, ci auguriamo, sempre più frequenti ed efficaci repressioni degli atti illegittimi, tenete presente che occorre prevenirle, monitorando i maggiori responsabili , cioè gli ormeggiatori, ma soprattutto chi dovrebbe controllare la loro attività, ed invece se lo fa passare p'a'capa, cioè il responsabile del settore demanio del comune...vero è che i bacolesi vantano per lo più tradizioni campagnole, ed assolutamente per niente marinare, ma un minimo di decenza ci farebbe sembrare un pò più simili alle altre località costiere italane...

 

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