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La Provincia di Cesaro ed Ermanno Schiano Chiede la Licenza per Inquinare il Territorio Napoletano

Freebacoli: La Provincia di Cesaro ed Ermanno Schiano Chiede la Licenza per Inquinare il Territorio Napoletano

lunedì 28 febbraio 2011

La Provincia di Cesaro ed Ermanno Schiano Chiede la Licenza per Inquinare il Territorio Napoletano

Nella Provincia di Napoli non ci sono
le condizioni geologiche per fare altre discariche
così il presidente Cesaro chiede la licenza
di inquinare e devastare ulteriormente il territorio.

image Con una nota indirizzata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, al ministro per l`Ambiente Stefania Prestigiacomo, al capo della Protezione civile Franco Gabrielli, al prefetto di Napoli Andrea De Martino, al presidente della Regione Stefano Caldoro e all’assessore regionale Giovanni Romano il Presidente della Provincia di Napoli chiede una licenza speciale: per smaltire nel territorio provinciale i rifiuti non selezionati e differenziati costituiti da una miscela di rifiuti solidi urbani, rifiuti industriali e altro accumulati lungo le strade deve essere consentito di non rispettare i vincoli che tutelano aree protette e le risorse idriche sotterranee.

Per fare questo, tra varie leggi nazionali e regionali da non rispettare, c’è un piccolo problema: i responsabili delle istituzioni regionali sono tenuti ad obbedire allo Statuto della Regione Campania che all’Articolo 8, Obiettivi, dice che la Regione promuove ogni utile iniziativa per favorire:

q) l’adozione di sistemi di garanzia della sicurezza alimentare e degli interessi dei consumatori;

r) la valorizzazione delle risorse economiche, turistiche e produttive di ogni area del territorio regionale ed il superamento delle disuguaglianze sociali derivanti da squilibri territoriali e settoriali della Regione in modo da garantire la piena occupazione;

s) la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio, delle risorse naturali e del patrimonio rurale; la tutela degli ecosistemi e della biodiversità; la difesa della vita delle piante e il rispetto e il riconoscimento dei diritti degli animali come previsti dalle Convenzioni internazionali e dalla normativa comunitaria.

Gli Amministratori sono i primi difensori del territorio e dei beni comuni autoctoni di importanza strategica per la salute dei cittadini e l’assetto e lo sviluppo socio-economico (di oggi e di domani).

Sono più di quattro anni che mettiamo in evidenza che nella provincia di Napoli e in gran parte di quella di Caserta e Salerno non vi sono aree che possano tollerare la dispersione di inquinanti senza causare rapide ripercussioni negative sulla salute dei cittadini e senza determinare l’inquinamento dei suoli e delle acque che scarseggeranno sempre di più nel prossimo futuro in relazione all’accentuazione del cambiamento climatico e della conseguente diminuzione delle precipitazioni.

Gli amministratori eletti dai cittadini campani devono conoscere le prerogative geo-ambientali del loro territorio e fare quadrato per la tutela delle risorse autoctone quali suoli e acqua. Conseguentemente devono fare in modo che il ciclo dei rifiuti da adottare sia compatibile con la difesa della salute e delle risorse geo-ambientali facendo in modo da ridurre drasticamente i rifiuti da smaltire in discarica e da bruciare grazie ad una spinta differenziazione e riciclaggio.

imageDa 17 anni, invece, si sono appiattiti, per convenienze di vario tipo, nella filiera industriale parassitaria alimentata dai poteri speciali che sono serviti e serviranno a fare guadagnare i costruttori di discariche non sicure e di impianti inadeguati e i “piromani” dell’immondizia. In pratica, si può dire spietatamente che i cittadini campani hanno pagato per la loro progressiva autodistruzione e per fare ingrassare parassitariamente un sistema ibrido e deviato con la copertura legislativa dello Stato Italiano che ha garantito una blindatura sempre più efficace a scapito della partecipazione democratica. In effetti è come se da vari governi bipartisan fosse stata attuata una campagna di predazione coloniale in Campania grazie a varie teste di ponte locali e bipartisan: le risorse da predare sono state e sono i denari provenienti dalle tasse. Ovviamente i predatori alieni non si sono curati e non si curano dei danni arrecati ai cittadini e alle risorse ambientali di importanza strategica.

Da cinque anni, ripetitivamente con l’immondizia accumulata pericolosamente nelle strade i mass media che contano, in gran parte, si sono fatti carico servilmente di convincere i cittadini che l’unica soluzione era tamponare l’emergenza con qualche nuova discarica e che la colpa era solo dei cittadini campani sporchi e comandati dalla malavita organizzata.

E’ strano, ma sembra ancora difficile per molti comprendere che le leggi emanate negli ultimi anni in relazione ai rifiuti campani sono leggi ben studiate ed elaborate solo per non risolvere il problema.  

E’ difficile chiedere autonomia di pensiero e di azione a chi non ne ha?

Almeno gli amministratori delle Istituzioni Campane inizino a dimostrare di volere difendere il territorio e la salute e di volere intraprendere un nuovo modo di amministrare nel rispetto dello statuto regionale.

Siano pragmatici nel difendere i loro amministrati, mettano all’angolo i predatori e i parassiti e avranno il consenso e l’appoggio di tutti i campani nel risolvere definitivamente il problema del ciclo dei rifiuti nel rispetto delle leggi nazionali ed europee, anche se transitoriamente si deve fare qualche altro sacrificio. 

Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Università di Napoli Federico II

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1 Commenti:

Alle 1 marzo 2011 alle ore 11:28 , Anonymous Anonimo ha detto...

Maria Giovanna Costagliola
Che cosa significa "chiede una licenza speciale per smaltire nel territorio provinciale i rifiuti"?....scavare l'ennesimo buco per riversarci tta la monnezza?

 

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