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Verso il referendum del 12-13 giugno: il legittimo (?) impedimento

Freebacoli: Verso il referendum del 12-13 giugno: il legittimo (?) impedimento

lunedì 6 giugno 2011

Verso il referendum del 12-13 giugno: il legittimo (?) impedimento

Con il referendum del 12-13 giugno gli elettori saranno chiamati a esprimersi oltre che sui quesiti riguardanti acqua e nucleare anche su quello riguardante il legittimo impedimento.
Il quesito sarà così formulato:
"Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”
Il legittimo impedimento nasce con la finalità di assicurare il "sereno svolgimento delle funzioni attribuite dalla Costituzione e dalla legge"al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri, come norma “transitoria” in attesa di una legge costituzionale sulla materia dopo la bocciatura del lodo Schifani e del lodo Alfano.

Ecco cosa prevedeva originariamente la norma prima delle modifiche imposte dalla Corte Costituzionale :
Commi 1 e 2: Previsione delle cause che costituiscono legittimo impedimento per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per i Ministri.
Comma 3: “Il giudice, su richiesta di parte, quando ricorrono le ipotesi di legittimo impedimento” indicate nei commi precedenti ha l’obbligo di “rinviare il processo ad altra udienza”
Comma 4: Se l’impedimento è continuativo “il giudice rinvia il processo a udienza successiva al periodo indicato, che non può essere superiore a sei mesi.”
Comma 5: “Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio.”
Comma 6: “La presente legge si applica anche ai processi in corso.”
Tuttavia la Corte Costituzionale con sentenza 23/2011 ha dichiarato incostituzionali i commi 3 e 4 dell’articolo 1 della legge.
Il comma 4 perché vi è secondo la consulta “irragionevole sproporzione tra diritto di difesa ed esigenze della giurisdizione”
Il comma 3 nella parte in cui non prevede che il giudice valuti in concreto(…) l’impedimento addotto. La Corte ha così voluto lasciare al giudice la valutazione sulla reale esistenza dell’ impedimento a comparire in giudizio per l’imputato, ridimensionando così la possibilità da parte del presidente del Consiglio di poter avvalersene tramite una semplice autocertificazione che era insindacabile per il giudice.
Molti politici e intellettuali,compresi i proponenti del quesito referendario, hanno parlato di “voto politico”,di referendum su Berlusconi e della possibilità tramite il si di dare una spallata al governo.
Forse però questo referendum ha un valore molto più grande. Sarebbe un grave errore ridurlo,come spesso capita nel nostro paese per questioni anche di notevole importanza,a una questione politico-partitica tra due schieramenti contrapposti,a una lotta tra Berlusconiani e anti-berlusconiani , tra destra e sinistra.
In realtà è in gioco qualcosa di ben più importante. E’ in gioco il nostro grado di civiltà. La questione tocca le fondamenta non solo del nostro ordinamento giuridico ma anche di tutto quel sistema di valori che dovrebbero essere alla base di un paese e che sono enunciati nella costituzione. Ammettere una prima deroga all’Art. 3 della Costituzione andrebbe non solo a minare il principio scritto dell’uguaglianza formale dei cittadini ma andrebbe a scalfire quella che è stata una grande conquista,seppur non ancora portata definitivamente a compimento,della modernità. Vi è oggi bisogno di uguaglianza sostanziale non certo di norme che tendano per un qualsiasi motivo,giusto o sbagliato che sia, a porre anche indirettamente distinzioni tra i cittadini.
Un referendum dunque che va oltre le persone,i partiti e le convinzioni politiche.


Marco Di Meo
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

1 Commenti:

Alle 7 giugno 2011 alle ore 10:13 , Anonymous Anonimo ha detto...

BISOGNA VOTARE SI AFFINCHE' LA LEGGE SIA UGUALE PER TUTTI, POTENTI INCLUSI, COME IN OGNI DEMOCRAZIA.

 

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