Alla scoperta del "depuratore" montese

Comincia qui il nostro percorso alla scoperta del dispositivo "non a norma ma mai fuori legge" ( cit. ing.Marasco, responsabile dell'ufficio tecnico del comune di Monte di Procida) ( http://freebacoli.blogspot.com/2009/07/il-depuratore-che-non-ce.html ) ubicato in via Giovanni da Procida.
Abbiate la pazienza di seguirmi e di perdonarmi quando a tratti risulterò ostica, ma sentendo l'esigenza di andare a fondo nel torbido, mi piacerebbe servirmi di strumenti che ci permettano in seguito di orientarci.
L'impianto sito in via Giovanni da Procida, a dispetto della definizione di depuratore che gli si da, altro non è che una fossa settica, meglio chiamata vasca Imhoff (http://www.oppo.it/materiali/vasca_imhoff.html). Bisogna dimenticarsi quindi dell'efficienza europea di capolavori dell'ingegneria come il depuratore di Cuma e cominciare ad abbassare livello e aspettative. Un congegno di tal genere quindi, qualora funzionasse alla perfezione, si servirebbe di un "trattamento primario" consto di una sedimentazione di tipo meccanico e di processi di fermentazione che permettono una digestione delle sospensioni che in tal modo precipitano, formando per l'appunto la sedimentazione (i fanghi tanto per intenderci); e di un "trattamento secondario" avente lo scopo di trasformare in sali minerali i vari componenti organici presenti nel liquame. Tale processo di mineralizzazione delle sostanze organiche è dovuto all'ossidazione del liquame con aria insufflata che alimenta e sviluppa l'azione dei microorganismi aerobici e si realizza negli impianti a "fanghi attivi" (in cui sono presenti, direttamente nel liquame, germi che degradano le sostenze organiche).
Il materiale derivato infine, dovrebbe subire un processo di disinfezione attraverso immissione di cloro o ozono nelle vasche preposte.
Tutto questo nel migliore dei casi, cioè se la vasca fosse costruita nel 2009 e non, cito un anno a caso, nel 1956, tanto per dirne una.
Dopo questa breve descrizione credo che, per il momento, sia solo utile ricordare che le vasche Imhoff sono utilizzate normalmente per lo smaltimento delle acque di scarico domestiche nelle località prive di rete fognaria urbana; e che secondo il decreto legislativo 152/1999 si limitava l'uso di tali vasche solo ad aree in cui impiantare una rete fognaria diventava fortemente antieconomico, e si obbligavano tutti i comuni ad allestire una adeguata rete fognaria nell'arco di 5 anni.
A breve potremmo meglio capire le parole dell'ing. Marasco e dell'ing. Morlando (responsabile della G.d.M.)


Alessandra Sagliocchi

postato da Freebacoli @ 15:35