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Mani "pulite"

Freebacoli: Mani "pulite"

giovedì 16 luglio 2009

Mani "pulite"


In viaggio sulla costa flegrea: schiuma, acqua sporca e lidi deserti. Sono due le indagini sul depuratore di Cuma. Mentre è unico il disgusto che si prova verso il voltafaccia del sindaco Iannuzzi.

Sono le 9 del mattino, e in paese sono già tanti i gruppetti di persone intenti a chiaccherare. C'è chi staziona presso i cigli stradali, chi dinanzi al Municipio locale e chi si accomoda sulle panchine di una villetta dissestata. C'è chi apprende novità, chi ne parla con fervore, chi distorce la realtà dei fatti a proprio piacimento e chi acquista il quotidiano abituale. Ma c'è anche chi è appena sceso da casa per dirigersi verso l'edicolante di fiducia. Attraversa la strada, e vien subito folgorato da un macabro ed ironico manifesto mortuario. Un cartello ove si apprende della dolorosa e prematura scomparsa dell' ESTATE 2009. Un' estate che in verità non è mai nata. Difatti se è vero che il periodo estivo ha inizio il 21 di Giugno, non credo sia possibile affermare che, per l'anno 2009, sia mai esistita un' estate. Un disastro ambientale, originato da un inefficiente Depuratore di Cuma, che continua a far parlare di sè. Che si acquisti "La Repubblica", "il Mattino" o il giornale locale, la musica non cambia molto. Le putride immagini di Acquamorta sono messe a nudo anche sui quotidiani di fama nazionale. Acquisti il giornale fondato da Eugenio Scalfari, e la voce popolare ti spinge subito a focalizzare l'attenzione su di un articolo che, in pochissimi minuti, ha fatto il giro dell'intera area flegrea. Il pezzo è del giornalista Dario Del Porto e la notizia tuona più o meno così

"MONTE DI PROCIDA - La schiuma è biancastra. Nel punto più denso appare come ricoperta di bolle. Forma come una lunga scia, proprio davanti al Porticciolo di Acquamorta a Monte di Procida. Al di là di quella striscia, il mare non è più azzurro. Smette di essere blu e assume una tonalità che si fa via via sempre più scura fino a diventare in qualche tratto addirittura marrone. Da qui, comincia il viaggio di "Repubblica" lungo l´area interessata dall´impianto dove si teme un nuovo allarme ambientale. «Sicuramente influisce anche il gioco delle correnti - spiega il comandante Luciano Del Prete, responsabile della sala operativa della capitaneria di porto - ma è molto probabile che anche la schiuma sia una conseguenza di quanto accaduto nei giorni scorsi». Ma anche oggi, vista da bordo della motovedetta, l'acqua appare oleosa, in alcuni frangenti macchiata come a chiazze. Da Monte di Procida fino a Licola, passando per Fusaro, Miliscola, Torregaveta, si naviga un mare che non è più azzurro. Altre analisi vengono completate in queste ore dall' Arpac, e gli esiti dovranno essere trasmessi tempestivamente all´autorità giudiziaria, entrata in azione dinanzi alle ripetute segnalazioni dell´ultima settimana. L´ammiraglio Domenico Picone, direttore marittimo della Campania e comandante del porto di Napoli, invita a ragionare con lucidità: «Gli sversamenti ci sono, è inutile nasconderlo. In ogni caso, stiamo svolgendo gli accertamenti che ci sono stati delegati da due Procure: quella di Napoli e quella di Santa Maria Capua Vetere. Le nostre verifiche si estendono a tutto il litorale di competenza. Naturalmente - ricorda l´ammiraglio - noi non siamo politici. A noi spetta vigilare, compiere le verifiche e segnalarle agli organi deputati. Ed è ciò che facciamo. Tutto il resto, compete ad altri uffici».

Ogni riga annuncia una verità inconfutabile; ogni verso, di questa melanconica poesia dello squallore, ti pone dinanzi una realtà che ben si conosce. Un'evidenza che non tutti vedono. Un Verdemare che non tutti vogliono affrontare. Un disastro documentato da foto e video amatoriali. Un danno che questa volta non si potrà coprire con un velo demistificante ed illusorio. Adesso si attendono reazioni, sommose, urla, carte bollate e amministratori scuri in volto per la rabbia e lo sconforto.
Ma al Municipio montese non funziona così. Non tutti sanno dell'ondata di letame e di denunce giornalistiche e popolari che si avvicinano giorno dopo giorno. Non tutti vogliono alzare lo sguardo. Molti ridono spensierati. Altri si limitano ad inviare delle periodiche segnalazioni al "controllato più controllore" d'Italia. A quel "controllore meno controllato" di un'intera regione conosciuto con il nome di Arpac.
Tra questi visi sorridenti spicca quello dell'ex guerriero valoroso Francesco Paolo Iannuzzi. Combattente fantasma, serenamente adagiato in una sicura stiva del galeone bassoliniano. Guerriero sorto all'alba del 16 Giugno scorso e serenamente scomparso poco dopo il doloroso aborto di quest' estate che qualcuno ancora sogna di salvare da un destino scontato e forse programmato. Un programma oscuro e criminale, che sta interessando anche la Superprocura di Napoli.
Il "dado è oramai tratto" e la schiuma resta a galla. Ma il voltagabbana flegreo, non si azzarda a scendere in battaglia poichè non ne vede la convenienza. Guarda distrattamente la Repubblica, perché, secondo quanto da lui stesso affermato: "acquista altri tipi di giornali e non sarà di certo un articolo o una foto a fargli cambiare idea. Del resto non vi è differenza tra un giornale locale e un quotidiano di rilevanza nazionale. L'acque è verde e la gente non fa il bagno- continua il garante della salute pubblica locale- ma io non vieterò la balneazione".
Dichiarazioni sconcertanti, ma scontate. Del resto un uomo del PDL acquisterà "Il Giornale", "Libero" o "Il Foglio" del berlusconiano Giuliano Ferrara. Gli schiavi "del potere" lo si sà, hanno i paraocchi. Sono come i cavalli d'ippodromo. Corrono attendendo soltanto il traguardo. Galoppano manifestando tutte le particolarità degli oscuri arrivisti di provincia. Anche se, in questo caso, il dictat vincolante è di provenienza regionale.
L'uomo del Monte ha ribadito il suo "No", lavandosene nuovamente le mani alla maniera del celeberimmo Ponzio Pilato di romana memoria. La storia, così come circa duemila anni fa, ha scritto un'altra pagina da raccontare alle generazioni future.
Francesco P. Iannuzzi (ove la "P" sta per Pilato) si fida dell' Arpac non mettendo le mani su di una questione che brucia di verità.
Mani che di sicuro non laverà nel suo caro "porticciolo di Acquamorta". Anche se, optare per tale decisione, significherebbe risparmiare un buon quantitativo di schiuma...

Josi Gerardo Della Ragione

5 Commenti:

Alle 16 luglio 2009 alle ore 19:05 , Anonymous Anonimo ha detto...

ahahahahah

 
Alle 17 luglio 2009 alle ore 00:59 , Anonymous Anonimo ha detto...

Che vergogna questo sindaco Iannuzzi!!!

 
Alle 17 luglio 2009 alle ore 09:11 , Anonymous Tomtom ha detto...

Una curiosità: chi è pacosmart? Non che mi interessi più di tanto saperlo... è che sembra che oltre a seguire come un ombra il sindaco Iannuzzi, abbia come lui anche repentinamente cambiato il suo pensiero filosofico... Fino a poco fa i suoi video erano di denuncia sulle pessime condizioni del mare, adesso si è dato alla promozione turistica del litorale, in particolare quello di Miliscola/Miseno...

 
Alle 17 luglio 2009 alle ore 13:54 , Anonymous Anonimo ha detto...

E bravo Ganapini!!!

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/17-luglio-2009/litorale-domizio-flegreo-vermi-mare-ci-sono-ma-nessun-pericolo--1601577072806.shtml

 
Alle 17 luglio 2009 alle ore 19:26 , Anonymous Anonimo ha detto...

Bellissimo Articolo Josi !!! Questa PDL è una VERGOGNA SENZA FINE ........

COMPLIMENTI davvero per le VERITA' raccontate, Sara Lucci

 

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