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BACOLI NON E’ IN VENDITA: Il Patrimonio Archeologico Deve Restare Pubblico

Freebacoli: BACOLI NON E’ IN VENDITA: Il Patrimonio Archeologico Deve Restare Pubblico

venerdì 10 settembre 2010

BACOLI NON E’ IN VENDITA: Il Patrimonio Archeologico Deve Restare Pubblico

Ennesimo tentativo di sponsorizzazione gratuita e di vassallaggio economico-finanziario nei confronti del patrimonio archeologico e culturale di Bacoli e dei Campi Flegrei: si accendono nuove sirene di privatizzazione e sfruttamento da parte di chi è pronto a mettere le proprie mani ed i propri interessi sulla nostra città.

E’ apparso stamane, sulle pagine del noto quotidiano “Il Mattino”, un nuovo reportage di analisi dello stato d’abbandono in cui versa gran parte del repertorio monumentale locale ed a cui, quasi come se fosse l’unica ancora di salvezza a cui appellarsi, si affianca l’ormai solito richiamo alla classe imprenditoriale metropolitana la quale, al pari di un coniglio appena tratto dall’onnipresente cappello del giocoliere di turno, si innalza a “salvatore dei beni culturali flegrei”.

Un tentativo da ostacolare ad ogni costo che, prima di un diffuso e critico commento, vale la pena di leggere con estrema attenzione attraverso la riproposizione di alcune parti del “Focus” quotidiano (tratto da Il Mattino) redatto dal giornalista Franco Mancusi.  

image In campo i privati per salvare i monumenti dei Campi Flegrei. Si comincerà dalla Piscina Mirabilis, splendida cisterna della flotta imperiale romana che approdava a Capo Miseno, chiusa e negata da sempre ai turisti che arrivano da tutto il mondo. Per tre anni potrebbe essere affidata, in via sperimentale, a un gruppo di operatori alberghieri che garantiranno la manutenzione, le visite guidate, i servizi di accoglienza, ristoro e promozione dell’intero complesso archeologico. Mario Pagliari, presidente della sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli, da tempo ha presentato la richiesta ufficiale al ministero per i Beni Culturali. Se anche la Soprintendenza sarà d’accordo, l'intervento dei singoli privati potrà essere esteso gradualmente ad altri importanti siti archeologici, dal museo del Castello di Baia alle Cento Camerelle, dal Rione Terra allo stadio di Antonino Pio a Pozzuoli, dal Serapeo alla tomba di Agrippina. L’operazione, naturalmente, richiederà tempi lunghi di elaborazione, soprattutto considerando i precedenti fallimentari tentativi messi in campo dagli amministratori regionali pur di sottrarre al degrado un patrimonio storico di così grande valore. Le carenze di personale e i continui tagli alle risorse finanziarie hanno messo in ginocchio, negli ultimi anni, le Soprintendenze statali. (…) «Se ci faranno lavorare restituiremo i monumenti all’originale splendore, senza minimamente scalfire le prerogative di competenza del ministero e delle imageSoprintendenze locali», dice Pagliari. (…) In virtù di queste amare realtà, Regione e ministero concordarono sulla necessità di stringere un’intesa per realizzare nei Campi Flegrei un modello sperimentale di gestione comune, con il contributo decisivo delle risorse private. (…) Neppure dal versante politico, però, è arrivata la spinta necessaria per procedere alla rivoluzione e assicurare nuova linfa vitale al motore di un’industria, come quella dei beni culturali, d’importanza prioritaria per il sistema economico della Campania e dell’intero territorio nazionale. Una miniera di giacimenti culturali. Un’industria in grado di attirare non meno di trecentomila turisti all’anno. Eppure nei Campi Flegrei non si riesce a organizzare un sistema efficiente di accoglienza e di sviluppo economico. Monumenti negati, personale di custodia insufficiente, ritardi e negligenze da parte delle amministrazioni locali, in contrasto con la massa dei giovani disoccupati, professionisti e manovali, che continua di giorno in giorno ad aumentare. 

Una soluzione di stampo imprenditoriale, che sa tanto di esproprio studiato a tavolino e strutturato ai danni della comunità locale, a cui deve seguire, sia dai banchi della maggioranza che da quelli della minoranza, un contrattacco mirato, atto a smascherare immediatamente quel subdolo tatticismo fatto di perpetuazione di degrado e di evidente manifestazione d’impotenza gestionale, attraverso cui si è cercato negli anni, approfittando di quel vuoto politico, di quella pochezza rappresentativa e di quella mancata (per ignoranza o per dolo) lungimiranza progettuale propria degli ultimi decenni di “governi” bacolesi prima e flegrei poi, di depauperare le nostre ricchezze per poi rivenderle, a prezzo più che scontato, alla lobby imprenditoriale di turno che, anche solo per mera pubblicità, approfitta dell’affare per utilizzarlo a proprio piacimento.

Mosse argute e veri e propri furti annunciati in pompa magna che la Politica (quella con la “P” maiuscola) deve di riflesso utilizzare per annunciare un nuova gestione dei siti archeologici, sottraendola a chi da decenni impone il proprio monopolio istituzionale, per riconsegnarla a quella cittadinanza, troppo spesso indifesa dinanzi a tali attacchi, a cui resta la sola possibilità di calcolare un tasso di disoccupazione giovanile (fatto di persone in gran parte munite di lauree in campo umanistico) che da Bacoli all’Area flegrea raggiunge percentuali indecorosamente alte.

Ed è proprio per questo motivo che nelle prossime settimane, al di là del colore partitico ed in rappresentanza del Comune di Bacoli, urge incontrare i rappresentanti regionali, provinciali e ministeriali (compresa la Sovrintendenza) dei settori “Turismo”, “Cultura”, e “Gestione dei Beni Archeologici” per richiedere di avocare a sé la gestione del nostro patrimonio e della nostra ricchezza, rigettando al mittente coloro che, approfittando dell’incompetenza (reale o colpevolmente fittizia) di chi ha amministrato il nostro territorio, è già pronto ad allungare indisturbato “Le Mani sulla Città”.

Josi Gerardo Della Ragione
Consigliere Comunale Comune di Bacoli

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15 Commenti:

Alle 10 settembre 2010 alle ore 19:45 , Anonymous Anonimo ha detto...

Lo stato non è in grado di garantire il minimo dei servizi facciamocene una ragione,per cui largo a chi vuole valorizzare le nostre risorse,basta mettere le giuste regole e farle rispettare.
Dino.

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 20:25 , Anonymous Anonimo ha detto...

In questo articolo de IL MATTINO si gioca sull'equivoco. La gestione dei siti minori (secondo una classificazione che risale ai tempi del ministro Urbani del precedente governo Berlusconi) può essere affidata ad Enti Pubblici ed a Persone Giuridiche private. Nel primo caso l'affidamento, a richiesta dell'Ente che dimostra la sua capacità di gestione, avviene con Protocollo d'Intesa sottoscritto dalle parti. Nel secondo caso, invece, che si prefigura quando lo Stato decide di cedere la gestione di un bene archeologico per il quale non esistono richieste specifiche da parte di Enti Pubblici, si interviene attraverso l'espletamento di bando pubblico.
Nel caso specifico, bisogna fare molta attenzione perchè, da una attenta lettura dell'articolo, sembra di capire che la Regione non vorrebbe gestire i Beni, ricevuti in gestione attraverso un Protocollo d'Intesa sottoscritto nella primavera del 2009, attraverso la società partecipata SCABEC (grande bubbone già di per se) creata nel 2003 per la bisogna, ma, piuttosto, attraverso la cessione della gestione, con una specie di subappalto, ad un non meglio definito gruppo di industriali.
Chiaramente si tratterebbe di un grosso imbroglio.
Ci si preoccupava, giustamente, della SCABEC ma il peggio doveva ancora venire!!!!
Pertanto, NO ALLA GESTIONE PRIVATA DEI BENI ARCHEOLOGICI (CHE SONO, IN PRIMIS, BENI PUBBLICI CIOE' DELL'INTERA COMUNITA') SI ALLA GESTIONE MISTA STATO-ENTI LOCALI.

P. S. Un'ultima annotazione: l'estensore dell'articolo:
1) forse ignora che la Piscina Mirabile non è tra i 12 siti oggetto dell'accordo Stato-Regione Campania;
2) si dimostra un gran maleducato quando descrive l'assuntore di custodia con un aggettivo dispregiativo.

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 20:32 , Anonymous Anonimo ha detto...

Sono anni ke oramai bacoli nn e dei cittadini.oramai siamo alla merce di politicanti ke pensano solo a riempirsi le taske.basta cn le prepotenze

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 20:32 , Anonymous Anonimo ha detto...

si magari nn e' molto giusto privatizzare, ma qnt e' giusto avere tutto in uno stato di abbandono totale ???

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 21:00 , Anonymous Anonimo ha detto...

Se c'è la soprintendenza la gente si lamenta perchè non sanno valorizzare il nostro territorio, se c'è il privato non va bene perchè si vuole arricchire alle spalle del cittadino locale, c'è solo una verità , quella dell'incapaxcità di chi non vuole le cose per invidia. BEN VENGA CHI SA FARE LE COSE, PRIVATO O NON PRIVATO, MA CHE LE FACCIA!!!!

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 21:52 , Anonymous Anonimo ha detto...

Articolo denso di faziosità e pregiudizi verso la classe imprenditoriale..manco fosse il demonio.Inoltre non capisco come facciate a condannare subito a priori..parlando di sfruttamento e di vendita della città.Mi pare chiaro dall'articolo che si punterà ad una gestione comune con fondi privati..di fronte ai tanti fallimenti finora avuto con una sola gestione pubblica.

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 21:54 , Anonymous Anonimo ha detto...

...un patrimonio pubblico ormai alla rovina...e se la privatizzazione servisse veramente a restituire a bacoli il suo grande patrimonio??

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 21:54 , Anonymous Anonimo ha detto...

No alla privatizzazione,ma no anke al degrado e al totale abbandono!!
Sono anni ke i nostri siti arkeologici aspettano; l'altro giorno l'ennesimo gruppo di turisti "fai da te" è arrivato alle Cento Camerelle,ignari delle pietose condizioni in cui versa il sito,si sono accontentati. di guardare attraverso i cancelli kiusi quel poco ke le erbacce alte lasciavano intravedere.
Nn oso neanke immaginare qllo ke quei turisti hanno pensato di noi e della nostra amministrazione..

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 22:00 , Anonymous Anonimo ha detto...

I bene archeologici sono cosa nostra!!! by antonio.car

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 23:35 , Anonymous Anonimo ha detto...

Un'altra ammissione di fallimento di chi gestisce la cosa pubblica

 
Alle 10 settembre 2010 alle ore 23:57 , Anonymous Anonimo ha detto...

ormai pare una certezza: non far funzionare strategicamente le cose per aprire le porte alla "salvezza" della privatizzazione.
Quanti giovani locali saranno impiegati per la gestione dei NOSTRI beni, riorganizzati con i NOSTRI soldi, da part...e di questi superman privati? Quella che da 20 anni doveva essere una irripetibile opportunità occupazionale per le future generazioni si traduce in un anticipato biglietto di andata per la ricerca occupazionale. Che sola, altro che filiera istituzionale.
Insisterò con i miei figli affinché possano imparare il cinese, speriamo che seguano il consiglio. e k bip

 
Alle 11 settembre 2010 alle ore 00:19 , Anonymous Anonimo ha detto...

Mario Pagliari è il marito di Anna Ummarino, già consigliere regionale con Bassolino e amministratrice del gruppo Snav - Msc che fa capo all'armatore Aponte. Già in passato il giornalista Mancusi ha fatto, dalle colonne de Il Mattino, una pubblicità sfegatata alla Snav e al Metrò del Mare.
Adesso torna alla carica.

 
Alle 11 settembre 2010 alle ore 09:01 , Anonymous Anonimo ha detto...

in tutto il mondo cose ridicole sono conservate e custodite come beni sacri, noi invece con la gestione pubblica sappiamo solo sperperare soldi e far degradare i beni. DICIAMOLO che ormai la gestione pubblica è più che fallita, ed abbiamo creato sacche di parassiti che pretendono uno stipendio senza nulla dare in cambio. Vediamo il castello di Baia, ci sono ogni mattina decine e decine di persone li dentro, ma cosa fanno cosa producono per la collettività, se le sale sono chiuse ..............SVEGLIAMOCI pretendiamo i nostri diritti solo così potremo salvarci, quanta gente c'e ferma sotto il comune a Bacoli che pur percependo lo stipendio ed avvolte anche il salario aggiuntivo non ha mai messo mano........ben vengano i privati se con la nostra compiacenza abbiamo ridotto il territorio così

 
Alle 11 settembre 2010 alle ore 11:59 , Anonymous Anonimo ha detto...

I Privati pensano solo ai propri interessi. Bisogna pensare alla Gestione Pubblica dei Siti Archeologici

 
Alle 11 settembre 2010 alle ore 15:41 , Anonymous Anonimo ha detto...

A livello generale, è risaputo che dietro la drammatica condizione della cosa pubblica, in particolare al Sud, sono grandi responsabilità delle lobby private... che sempre più spesso sconfinano nell'illecito e nelle "mafie". E la legge elettorale esaspera ulteriormente questo circolo vizioso (infatti non scegliamo veramente chi ci governa, possiamo solo mettere una X sui nomi prestampati sulla scheda...).
In ambito locale sono dell'opinione che se davvero gli enti pubblici non ce la fanno a gestire il patrimonio c'è una soluzione molto semplice e a portata di mano: coinvolgere i cittadini.
Ci sono molte ASSOCIAZIONI attive a livello territoriale, ci sono i COMITATI DI QUARTIERE, ci sono i GIOVANI anche attraverso la scuola.

A proposito di beni pubblici poi, la drammatica uccisione di un figlio di questa terra, Angelo Vassallo, è una ferita lacerante e aperta per tutta la società civile campana, è un monito forte a riprenderci ciò che è nostro, come il patrimonio dei beni culturali.

Vivere in una società civile implica due cose fondamentali: l'impegno verso i nostri doveri di cittadini e la rivendicazione del rispetto dei nostri diritti.

Purtroppo anche l'attuale sistema di fare politica tende a cancellare entrambi i fondamenti, a cancellare quindi i presupposti basilari del vivere civile.

D. S.

 

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