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Il Sud Italia dei Servi e del Re, Il Clientelismo Annienta la Democrazia: “Cecateme n’uocchie!!”

Freebacoli: Il Sud Italia dei Servi e del Re, Il Clientelismo Annienta la Democrazia: “Cecateme n’uocchie!!”

martedì 12 luglio 2011

Il Sud Italia dei Servi e del Re, Il Clientelismo Annienta la Democrazia: “Cecateme n’uocchie!!”

Il Re di Bacoli

image Ringrazio l’anonimo cittadino che, con il suo commento all’articolo “5 giorni per affidare una pastetta” mi ha dato la possibilità di conoscere l’amena storiella, tradotta in versi da Mimmo Borrelli, “Il re di Bacoli” e soprattutto la sorte che mi ha concesso il privilegio di sentirla recitata dalla sua voce lo scorso venerdì.

Ritengo che la storiella però non vada letta soltanto nella sua parte finale, un poco scontata Cecateme n’uocchie!!” basta che ne accechiate due al mio amico”, ma in tutta la sua interezza.

Per prima cosa la storiella ci insegna che se vuoi avere qualcosa ti devi rivolgere al RE di turno. Ma questo non basta, non è sufficiente, devi sapere anche come ingraziartelo, come riuscire a farlo ridere, come accattivartelo, anche perdendo la tua dignità, tanto la dignità non conta, mica si mangia con la dignità, la dignità è un optional per i cretini.

Quando hai a che fare con il RE, non esistono diritti e doveri, ma servilismo e piaceri che in cambio il Re ti concede per sua magnanimità.

E come non farti venire in mente la canzone di Dario Fo e Enzo Iannacci (artisti peraltro semisconosciuti perché Dario Fo è soltanto un piccolo Premio Nobel) “Ho visto un RE”?

Ma Fo e Iannacci non sono figli di questa terra, sono dei Lumbard’; lì ci sono altre regole. Dicono che forse lì c’è stata persino la democrazia e non c’è più il RE di turno, anche oggi il RE preme per rientrare e riconquistare i suoi privilegi.

Incredibile! ‘Democrazia’: ma cosa vorrà dire mai questa parola? Il popolo è, e deve continuare ad essere suddito del sovrano di turno, questa strana parola ‘democrazia’ rischia di tarlare le menti delle persone e sovvertire il potere costituito, quello immutato ed immutabile nei secoli.

E allora parliamo di altri, di figli di questa terra, di Bacolesi e di Avellinesi, di “Campani”, anche loro illustri [e chiedo sentitamente scusa a tutti gli idioti xenofobi, ma a Bacoli, anche se fortunatamente pochi, ce n’è qualcuno, se parlo anche di anche di un figlio della lontana Avellino].

C’è un libro, che io considero estremamente bello ed istruttivo, scritto con intelligenza e cuore, e soprattutto senza ipocrisie, dal Bacolese Claudio Scamardella che intervista l’Avellinese filosofo Aldo Masullo, “Napoli siccome immobile”.

E mi piacerebbe, e lo dico come proposta seria, senza alcuna forma di ironia, che un giorno anche il giovane e sicuramente talentuoso Mimmo Borrelli, le cui non comuni capacità affabulatrici e recitative non vengono assolutamente messe in discussione, ne leggesse in pubblico qualche brano.

Intanto concedetemi di riportarne di seguito qualcuno.

C.S.:tornando a Kant, il napoletano non esce dalla minore età, non diventa maggiorenne, resta sotto tutela, non assume la piena responsabilità dei propri atti. Tutto ciò fino ai giorni nostri

A.M.: “È così. In assenza di sviluppo economico la plebe è costretta a vivere alla mercé della nobiltà, prestando bassi servizi in cambio di mance. Essa essenzialmente vive di protezione. Dove non c’è sviluppo economico, dove non ci sono che mance, non ci sono né diritto né diritti: inevitabilmente vige la protezione. Lo sviluppo economico di mercato comporta in ultima istanza lo Stato di diritto, mentre l’economia chiusa corrisponde a sistemi clientelari di protezione. Qui il protettore non è la legge, l’uguale in diritto, ma il nobile o il guappo , o nei tempi a noi vicini il politico di turno o il boss di camorra”

E ancora:

image C.S.: “Dall’assenza di ‘societas’, naturalmente, derivano l’individualismo anarcoide, il familismo, l’impunità. Tutti si indignano o fanno finta di indignarsi per il mancato rispetto delle regole per poi rivolgersi a ‘chi di dovere’, dal potente di turno al camorrista, per non pagare l’abuso o il reato commesso”.

A.M.: “Certo, questo è l’impero devastante della protezione. È la cultura del favoritismo, dello scambio di ‘piaceri’ . Ne deriva la mortale offesa alla socialità: il favore sprezza il diritto, è la merce di scambio corrente. Nello scambio di favori quante carriere ‘politiche’ si sono costruite a Napoli e nel Mezzogiorno! La politica fondata sullo scambio impedisce la funzione della rappresentanza dei legittimi interessi presenti nella società”.

Potremmo andare avanti così, con decine e decine di citazioni da questo splendido libro, che invito tutti a leggere con la dovuta attenzione.

Quello che però mi preme di far notare è che queste non sono astrazioni, ma che invece hanno dei pesantissimi risvolti concreti nella nostra vita di tutti i giorni. Se i nostri figli sono costretti per lavoro ad andare via da una terra potenzialmente ricchissima, la colpa è di questo modo assurdo di pensare, quello del favoritismo che prevale sul corretto governo e sulla corretta amministrazione. E così se noi campani dobbiamo pagare per servizi che non abbiamo o che non funzionano malissimo, prezzi spropositati come quello della Tarsu, o non avere prestazioni mediche adeguate, o pagare sovrattasse locali su benzina, gas, elettricità e così via, la colpa è sempre di questo modo clientelare di pensare.

E l’attacco che l’Italia sta subendo in questi giorni, che ha portato a crolli in borsa e mette in serio pericolo la stabilità economica del nostro paese, non è forse conseguenza diretta del malaffare, del malgoverno e della mala amministrazione?

E, ad una lettrice che qualche tempo fa scriveva, penso con amara rassegnazione, che la libera espressione del proprio pensiero è un’utopia, rispondo che o si cambia il nostro modo di pensare, la nostra cultura, o smettiamo di essere dei sudditi per diventare realmente cittadini, oppure il futuro del nostro Paese, e soprattutto del Mezzogiorno, è che il declino che oggi è in atto diventi baratro che ci inghiotte tutti.

E questi sono fatti molto, molto concreti.

Non basta sostituire una forza politica con un’altra, se lo schema di pensiero resta lo stesso, se l’intento di chi va al ‘potere’ è quello di favorire se stesso ed il proprio gruppo.

Bisogna che noi cittadini pretendiamo che chi ci governa e chi ci amministra lo faccia nell’interesse di tutta la comunità, in nome del bene collettivo, della crescita di tutti, non di interessi particolari.

Le forbici Nord-Sud e Ricchi-Poveri, che si stanno sempre più allargando e che stanno portando l’Italia fuori dallo schema delle altre Nazioni Europee, potranno cominciare a restringersi soltanto se cambiamo profondamente il nostro quotidiano modo di pensare e di agire.

Alessandro Parisi
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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7 Commenti:

Alle 12 luglio 2011 alle ore 22:29 , Blogger Freebacoli ha detto...

TESTO DI MIMMO BORRELLI

IL RE DI BACOLI
’Nceva una vorte il ré di Vacule,
chisto teneva na figlia bella assaje
comme ’a Maronna… faceva miracule,
ma ’a sciorta vulette ca nun redeva maje!
’U rré se disperava pe’ st’affronto
r’ ’a natura irriverente e tradetora,
allora chiammaje tutt’ ’i sagliembanche
’nzieme a guitte e guarattellare ancora,
ma nisciuno arrevenceva ’u murtorio
’i chella faccia tanto doce quant’amare;
nu bellu ghiuorno ’a corte r’ ’u Priatorio
s’apprisentajeno dduje carnacuttare…
pe’ na disputa ’i nu mojo ’i terra
ca intrambemente zappaveno ’nzieme
’a vint’anne, ma muorto ’u padrone
senza figli, ereditajeno sta ’uerra.
’U cchiù guappo se chiammava Sciarmazappe,
manacorta e ’mbriacone ’i sciarappe;
’u cchiù curto era ’nvece Pacchiarano,
scappacazone e sunatore ’i marranzano.
Giò primma ’i trasi’ a corte, ’u Castiello ’i Vaie,
sputazzaveno Sante e rasche ’i ’llucche
ca Dio certo ’nventato aveva maje,
né maje sentuto ’a casa ’i Parasacco!
“Tu si’ ’u stracquato ’int’ ’i ppacche r’ ’a vacca!!”
“Mannaggia Bambicristo, tu si’ na capa sciacqua!”
“Je e Ggiesùcristo simme cazzo e cucchiare!!”
“Mannaggia ’i ré Mmagge e cumeta ca scumpare.”
“Mannaggia ’a Pupata ca si te vedeva
cu ll’ati pasture, chella notte s’abburteva…”
“Mannaggia ’a settima penna sacripantele
sott’ ’a scella destra ’i Gabriele Arcangele!”
Sta disturbata rusciuliaje annanze ’u trono
c’ ’u rrè verdiato ’i scuorno, ma ’int’ammuina
na resata se sentette malandrina…
era ’a figlia ca redeva p’ ’u frastuono,
zumpechianne ’i rise s’affacciaje ’mbarcone
e tutto ’nzieme ’a vascio!!… Sciuliaje a mmare!
’I dduje zambere, sempe ghiastemmanno,
’a sarvajeno menannele na fune.
“Fermi tutti!! Orsù fatevi avanti!
O voi due villici!”… sentenziaje ’u suvrane…
“Senza complimenti! Forza!”… pe’ tramente
’a figlia se pisciaje sotto, ’int’ ’a suttane:
“Non so chi sieto, né mi preme saperlo,
chello ca saccio è che avete ridato
il sorriso a mia figlia senza volerlo
e senza una ricompensa l’avete poi salvata!
Meritate sicuramente un premio,
ma me sento assaje ’i capa ’mbarazzato:
tu ti sei buttato in acqua come un remo,
Sciarmaza' nacorda 'nvece tu hae calato
vi darò quel che vi spetta, ma occhio…
a causa r’ ’u fracasso ’i chiv’è bbiecchio:
di tutto ciò che stu sciacquante mi chiederà
a Pacchiarano il doppio spetterà!”
Sciarmazappa ce penzaje nu poco ’a coppe,
po’ cu ’a cazzimma streppegna r’ ’i viecchie
chiavaje na curtellata senza scippe
a Pacchiarano:… “Cecateme n’uocchie!!”

 
Alle 12 luglio 2011 alle ore 23:32 , Anonymous Anonimo ha detto...

Peppe Iovino
un bellissimo articolo di Redazione Freebacoli che invitto tutti voi amici assolutamente a leggere! un gran bell'articolo tutto da leggere che ben mostra la nostra realtà dei diritti che diventano favori da chiedere aL RE DI TURNO. si pèarla di bacoli nell'articolo ma penso si può benissimamente traslare per oigni altra realtà bellissimo e di grande importanza! leggetelo:-)

 
Alle 12 luglio 2011 alle ore 23:57 , Anonymous Anonimo ha detto...

Peppe Iovino
voglio forte dire grazie all'autore dell'articolo oltre che compoliemnti, davverio bello leggere st'articolo, ci riflettevo, grazie redazione freebacoli

 
Alle 13 luglio 2011 alle ore 01:42 , Anonymous Anonimo ha detto...

Dopo essersi misurato con le realtà locali, chi crede nelle proprie idee, spesso sceglie di allontanarsi dal proprio paese, dalla propria terra, nella speranza di trovare una realtà in grado di accoglierle, di stimolare le persone, di farle crescere insieme alle proprie passioni passioni, magari di valorizzarle, ma soprattutto in grado di insegnare "cose nuove".
Allontanarsi dalla nostra terra è difficile, ancor più per chi ci è cresciuto, ma a volte ci si arrende alla mancanza di prospettive.
Questa è stata la mia scelta, ma l'idea in cui credo è un po' diversa: non tornare a vivere il mio paese come turista, godendo dei residui dell'intrinseca bellezza dei nostri luoghi, che tanto fortunatamente la Natura e la Storia ci hanno donato. Ma, invece, cercare di contribuire al recupero e allo sviluppo della nostra terra, mettendo a frutto le nuove idee e gli insegnamenti provenienti da questa esperienza. Anche a distanza, per quanto è possibile!

Questo è, nel mio piccolo, il modo in cui combatto la mentalità radicata nei luoghi d'origine, clientelismo compreso.

Sono convinto che, se solo si aprono gli occhi sulle reali potenzialità che offre la nostra terra, è possibile cambiare!

Basta, in fondo, guardare un po' più in là di dove finisce il presente.

 
Alle 13 luglio 2011 alle ore 07:11 , Anonymous Anonimo ha detto...

Le idee degli uomini cambiano solo se si cambia la produzione. Le forme politiche sono il guscio della produzione, e cambiano continuamente, ma non cambiano e rapporti produttivi. All'interno di questo schema gli "intellettuali" sono anche loro asserviti al Re di turno, beneficiando di piaceri, anche se solo di prestigio sociale o di convivenza civile.

 
Alle 13 luglio 2011 alle ore 10:53 , Anonymous dissacratore ha detto...

ci se ne frega dell'estremista di sinistra dario fo

 
Alle 15 luglio 2011 alle ore 08:06 , Anonymous Anonimo ha detto...

beh, se lo dice claudio scamardella, viste le origini...socialiste del suo impiego al "mattino", allora stamm appost!

 

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