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C’è Amianto Nella Piazza di Acquamorta, Parla un Ex Consigliere Comunale: “Attenzione al Nostro Porto”

Freebacoli: C’è Amianto Nella Piazza di Acquamorta, Parla un Ex Consigliere Comunale: “Attenzione al Nostro Porto”

giovedì 5 gennaio 2012

C’è Amianto Nella Piazza di Acquamorta, Parla un Ex Consigliere Comunale: “Attenzione al Nostro Porto”

image E’ strano come a volte, il semplice fatto di chiederci chi siamo, da dove proveniamo e su quale terra camminiamo, possa condurci a scoprire realtà impensabili. E mentre ti addentri nei meandri più segreti dei “saggi del villaggio”, di quelli che in fondo “la storia di Monte di Procida ancora sono loro”, ti ritrovi a fare i conti con un piccolo Eden sfregiato dal “fiore del male”: è lo spiazzale antistante la spiaggetta di Acquamorta, a un palmo dall’isolotto di San Martino.

E’ il 5 gennaio del 2012, siamo agli ultimi capitoli di un processo, definito “il più importante celebrato finora in Europa riguardo l’ambiente e la salute”.

Si tratta del processo Eternit che ha portato in tribunale gli alti dirigenti dell’Eternit che, secondo l’accusa, sarebbero responsabili di oltre tremila vittime tra lavoratori e familiari nei quattro stabilimenti di Casale Monferrato, Rubiera di Reggio Emilia, di Cavagnolo e della vicina Bagnoli. Lo svizzero Schmidheiny e il belga de Cartier sono accusati di disastro ambientale doloso (per inquinamento e dispersione delle fibre di amianto) e omissione volontaria di cautele contro gli infortuni nei luoghi di lavoro.

Il Dramma di Bagnoli

E, quando si sente parlare di Bagnoli viene in mente la vicina frazione di Napoli, sulla quale a lungo attraverso testimonianze, rese dai sopravvissuti e dai loro familiari ma anche da decine di mass media, sono stati puntati fari la cui luce, sulle pagine del libro nero, purtroppo, stenta a scemare. Parlare di Bagnoli  non significa soltanto raccontare del suo sviluppo industriale e poi della sua crisi, degli operai, che hanno lavorato nelle acciaierie e dei figli che hanno preso il loro posto. Bensì significa anche e soprattutto raccontare di una strage silenziosa che ancora oggi si sta consumando. Nella filiale partenopea della multinazionale dell'amianto, attiva a partire dalla fine degli anni Trenta in tanti si ammalavano e molti morivano.

image Sui lavoratori dell’Eternit di Bagnoli un’indagine epidemiologica non si era mai fatta.

L’ha voluta la Procura della Repubblica di Napoli per questo processo. I dati sono significativi: rispetto ai 2336 uomini e donne che dal 1939 alla chiusura hanno lavorato nello stabilimento napoletano della multinazionale dell’amianto i morti sono stati 900 e di questi ultimi, il 35,22% è stato colpito da tumori professionali legati all’esposizione all’asbesto. Ai 317 ex dipendenti Eternit deceduti “per cause di lavoro” vanno ad aggiungersi gli oltre 150 tutt’oggi ammalati. Ma a respirare l’amianto non sono stati soltanto gli operai ma anche le mogli che pulivano le tute di lavoro, i loro figli e gli abitanti delle zone limitrofe.

Il Legame Tra Monte di Procida e l’Amianto

Ed ecco che ci avviciniamo ad una vicenda che vede coinvolto direttamente il più piccolo dei centri flegrei, Monte di Procida, riesumato in questa vicenda da Raimondo Mancino, ex consigliere delegato alla Requisizione delle case per gli sfollati durante la Giunta guidata dall’allora sindaco Giuseppe Scotto di Perta.

Siamo negli anni 70 del Novecento, in piena emergenza bradisismo nel comprensorio flegreo. Ma torniamo ancora più indietro, ad inizio Novecento. Nel 1904 viene approvata la legge speciale per il risorgimento industriale di Napoli, comunemente detta legge Gianturco. 

Il 1 febbraio del 1905 viene fondata a Genova la società ILVA per la costruzione dello stabilimento di Bagnoli, sfruttando le opportunità derivanti dalla legge per la rinascita della città di Napoli, in essa confluirono: società siderurgica di Savona, Società Ligure Metallurgica, Società degli Altiforni, Fonderie ed Acciaierie di Terni. La Montecatini installa, nei vecchi capannoni dell’opificio chimico una linea di produzione di solfato di rame, acido fosforico e fertilizzanti fosfatici. image Il 19 giugno del 1910 si inaugura il Centro Siderurgico Ilva di Bagnoli.

La società era stata costituita, con il sostegno governativo; questo le permetteva di ricevere forniture di minerale di ferro a prezzo agevolato e di godere di forti barriere doganali che la proteggevano dalla concorrenza delle più efficienti imprese siderurgiche straniere. Nel 1936 iniziano i lavori per la costruzione dello stabilimento Eternit, per la produzione di manufatti in cemento-amianto. Lo sviluppo industriale proseguirà nei decenni, dando lavoro a migliaia di operai: nel 1954 viene costruito a sud dell’Ilva l’altoforno della Cementir (che utilizza come materia prima la loppa di altoforno, per la produzione del cemento d’altoforno).

Nel 1961 con la costruzione del nuovo polo siderurgico di Taranto l’Ilva prese il nome di Italsider. L’Eternit, impossibilitata ad operare a causa dell’emissione di sostanze altamente nocive, chiude nel 1985. La Cementir è costretta a riconvertire la sua produzione. Nel 1991 la Federconsorzi viene posta in liquidazione.

L’impianto propriamente Italsider chiuderà ufficialmente nel 1992. Nell’arco di questi anni, però le fibre “killer” e i materiali inquinanti, a basso costo, sono stati investiti in tanti campi, dalla realizzazione di edifici, a navi e persino strade. Monte di Procida inclusa.

Parla l’Ex Consigliere: “Ho Deciso di Raccontare Queste Verità”

Nel ’70 la Giunta Scotto di Perta muoveva i suoi primi passi per la riqualificazione del porticciolo di Acquamorta, lì dove ogni giorno centinaia di pescatori in collegamento con la vicina isola di Procida solcavano le acque nostrane e tra scambi di merci e pesce fresco tenevano in vita l’economia.

image“Uno dei primi interventi ad Acquamorta – racconta Raimondo Mancino – riguarda il rifacimento di quello che oggi corrisponde allo spiazzale di Largo VII Luglio. Allora la crisi era evidente e l’acquisto del materiale per la realizzazione di uno spazio antistante la spiaggetta gravava non poco sulle casse comunali. A bussare al nostro Municipio fu la società Ilva di Bagnoli che, con le filiali Eternit e Cementir si offrì nel portare a compimento la realizzazione dello spiazzale ad un costo piuttosto esiguo. In buona fede demmo disposizione dell’apertura dei cantieri”.

Anni “ingenui”, durante i quali nessuno o forse in pochi erano a conoscenza delle sostanze altamente nocive alla salubrità dell’aria e dunque dei mari e per la salute stessa degli esseri viventi. A far parlare oggi l’ex consigliere montese è la coscienza civica ed ambientale di chi, nell’adempiere i propri compiti e nel mettersi in pari con le scoperte scientifiche contemporanee mette a nudo le violenze che la piccola cittadina sta tacitamente subendo.

“E’ noto a tutti che a Monte di Procida e Bacoli c’è il più alto tasso di decessi per cause tumorali e a contribuire al diffondersi di una malattia che non lascia vie d’uscite sono tanti, tantissimi fattori, tra questi i veleni nascosti tra le pietre del nostro porticciolo”.

E, così, anche la comunità montese, da decenni potrebbe camminare su di una vera e propria bomba ecologica.

Melania Scotto
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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6 Commenti:

Alle 5 gennaio 2012 alle ore 18:24 , Anonymous Procolo Conte ha detto...

potevi aspettare un'altra decina di anni prima di parlare

 
Alle 5 gennaio 2012 alle ore 18:28 , Anonymous Stella ha detto...

Purtroppo c'è amianto ovunque: basta guardarsi intorno...Le canne fumarie dei camini costruiti prima dell'ordinanza, sono d'amianto: vogliamo contarli?

 
Alle 5 gennaio 2012 alle ore 21:03 , Anonymous Cle ha detto...

Stavo leggendo , appena letto il nome dell'ex consigliere ho finito di farlo.ù
Grazie

 
Alle 6 gennaio 2012 alle ore 14:37 , Anonymous Ilbidello Bidello ha detto...

Grazie Melania,
grazie per averci messo a conoscenza dell'ennesimo scempio perpetuato sul nostro territorio.
Non è il momento di condannare e nemmeno di giustificare nessuno.
Ma è arrivato il momento che i cittadini me compreso, tutti quanti ci rendiamo conto di quanto accade nel nostro paese. I morti per cause tumorali sono alti, molto alti, ma dalle statistiche ufficiali non si evince granchè.
Ebbene se le statistiche si fanno in base ai certificati di decesso allora siamo proprio messi male..... in quanto in questi non vi è mai evidenza della malattia che affligge ormai la maggioranza assoluta dei cittadini (Le neoplasie tumorali), bensi si descrive solo il sintomo che ha portato il paziente terminale ad esalare l'ultimo respiro!
Insomma anche in questo c'è una cultura dell'occultare l'evidente realtà da parte delle autorità competenti, medici di base in primis!

Dobbiamo fare qualcosa, non riesco ad essere lucido ed a fare subito una proposta, ma comprendo la necessità , l'urgenza di agire, ne va del futuro di un intera comunità.
Altro che guerra in Afganistan la vera guerra è qui a bacoli e Monte e nell'intero interland flegreo, senza allontanarci troppo.
I morti per cause tumorali sono circa il 80% , e mi sono tenuto basso per non essere catastrofista.

Avere dei dati ufficiali è molto difficile e se si trovano sono incompleti ed imprecisi anche per i motivi sopra esposti.
Andando in giro per internet e cercando dei dati sul sito dell OMS si vede che Bacoli fa parte insieme a Giuliano , Nola, Acerra ed Afragola di quei comuni a più alta incidenza di neoplasie tumorali e allora che si fa?
Il cittadino non può più nascondersi in casa e tapparsi il naso e le orecchie perchè cosi facendo non solo non affronta il problema ma diventa egli stesso una potenziale ammalato prima e sicuramente col passar del tempo reale vittima poi.

Dobbiamo lottare per cambiare il sistema, il SISTEMA PAESE, che ormai è logoro e vittima di se stesso.
Solo INSIEME, TUTTI INSIEME, potremmo cambiare le cose ed il futuro della Nostra comunità.

Saluti
Il Bidello

 
Alle 7 gennaio 2012 alle ore 11:59 , Anonymous Scotto d'Aniello Giustino ha detto...

Quel sito è stato il luogo in cui la mia famiglia ha svoltoper moltissimi anni attività lavorativa,è il luogo della mia giovinezza; ringrazio per l'utile informazione prodotta: mia madre è morta di tumore ai polmoni, non ha mai fumato una sigaretta in vita sua, non ha mai lavorato in aziende insalubri.....l'articolasta fa riferimento ad "anni ingenui". Chi scrive ha vissuto dal dentro il mondo della politica montese in quegli anni: posso garantire che di ingenuità ne ho vista poco da parte dei protagonisti dell'epoca....forse questa affermazione poteva valere per chi come noi giovani militanti comunisti avevamo un sogno: vedere Monte di Procida crescere in forma razionale, conservare gli inimitabili paesaggi....., far diventare il territorio motore di sviluppo e diversificare le opportunità lavorative,,,ma tant'è....Certo Raimondo ce ne ha messo di tempo per esternare sull'argomento: argomenti che vanno trattati con molta cautela e con dati precisi, in questi casi i contraccolpi sulla comunità possono essere rilevanti. Certe affermazioni sono molto gravi (riferimenti alle ditte...)....qualora ciò fosse compravato allora la responsabilità sarebbe allargata a tutti quelli che sull'opera erano impegnati con ruoli e responsabilità diverse. Il codice penale prevede la fattispecie di reato per "omessa vigilanza". Chi scrive vive in un territorio (torinese) in cui le questioni ambiente - salute sono all'odg (basti vedere la ns battaglia NO TAV, la lotta al riciclaggio nelle oo.pp. dei rifiuti speciali....la lotta delle famiglie con morti da amianto...). Questa questione non può esserre archiaviata e tantomeno prescritta. Il tempo trascorso diventa un'aggravante e non cancella le responsabilità.

 
Alle 7 gennaio 2012 alle ore 12:13 , Anonymous Ospite ha detto...

Scotto d'Aniello Giustino la
mia famiglia ha svolto per anni attività balneari in quell'area....mio
padre, come i tanti vecchi pescatori della zona, hanno vissuto gran
parte della loro vita in quel sito, anche dopo aver smesso la lunga
attività lavorativa. Mia madre è
deceduta per tumori ai polmoni...una persona che non ha mai fumato una
sigaretta in vita sua...in un paese che si caratterizza per l'assenza
assoluta di aziende produttive in genarale e insalubri in particolare.
Ringrazio Raimondo per la tardiva testimonianza: sono questioni molto
delicate, da trattare con cautela e scientificità. Non ero a conoscenza
del dato relativo all'azienda collegata all'ILVA....nell'articolo si
parla di "ingenuità" degli amministratori del tempo. Ho avuto modo di
conoscere dal di dentro quel mondo politico amministrativo dell'epoca,
di tutto si può parlare fuorchè di "ingenuità": sarebbe offensivo per
gli stessi protagonisti. Direi piuttosto, se fossero riscontrati con
dati precisi le dichiarazioni pubblicate, che siamo presenti davanti a
un eventuale atteggiamento, che trova riscontro nel codice penale sotto
la voce di: omissione in vigilanza. Approfondirò la questione nelle
opportune sedi. Grazie a tutti voi per l'utile lavoro d'informazione
prodotto.p.s.:
chi scrive è impegnato direttamente nella battaglia NO TAV in val di
susa, uno dei motivi del contrasto all'opera è proprio legato alla
costruzione del secondo tunnel (50 kmm), nell'area è presente modo
significativo: amianto e uranio. Tra
l'altro proprio in queste settimane abbiamo scoperto che molte
autostrade del Piemonte sono state utilizzate per il riciclo di rifiuti
speciali...riciclati dalle mafie. Mal comune in questi casi non produce
"mezzo gaudio"...ma fa aumentare il bisogno di informazione,
partecipazione sociale e organizzazione.

 

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