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Qualcosa può cambiare: prospettive di lotta

Freebacoli: Qualcosa può cambiare: prospettive di lotta

martedì 12 maggio 2009

Qualcosa può cambiare: prospettive di lotta


Cos’altro deve accadere? Quant’altri scempi perpetuarsi? Qual’altre persone vivere male perché a tutti sia chiaro in maniera inequivocabile le proporzioni pazzesche del fallimento umano e politico di quanti c’amministrano?
Costoro si vestono della porpora del bene comune, s’incensano dell’aureola di nostri cosiddetti “rappresentanti” ma essi non rappresentano che il vecchio gioco delle solite parti, quell’alleanza rinnovabile ogni cinque anni, tra parenti, clientele, favori… che li ha portati ad essere eletti: abbiano oggi il rispetto, la coerenza, e la serietà di confrontarsi coi propri elettori, di sporcarsi le mani coi problemi e i reali sentimenti della gente, rinunciando agli immacolati guanti di questa democrazia “da salotto” sottoponendosi al mandato revocabile dei cittadini.
Costoro si professano solerti custodi dei diritti pubblici, gli ultimi difensori delle esigenze dei cittadini: eppure dovunque si trovino, alle domande delle persone, non sanno che rispondere sbandierando quelle stesse ritrite e sterili e passate loro iniziative, credendosi “eroi” e “martiri”, senza però ammettere che le strade finora promosse si sono rivelate infruttuose ed inconcludenti, non essendo riusciti a modificare minimamente la triste situazione del nostro territorio. Perché dunque perseverare in un “modo di fare” che i fatti hanno dimostrato sbagliato e senza frutti? Non sarebbe più onesto e logico, fare autocritica e, valutati correttamente i limiti delle proprie azioni, trarne le dovute conseguenze e cercare un “modo di operare” del tutto nuovo? Evidentemente ci troviamo dinanzi o a degli incapaci o a persone che dietro la retorica perbenista e piccolo – borghese del “politicamente corretto” hanno interessi tali da impedirgli di lasciare le proprie “poltrone” ed essere consequenziali col mandato ricevuto dai cittadini.
Cittadini, nel frattempo, tartassati, umiliati, sfruttati, che secondo le solite “regole” del galateo istituzionale, dovrebbero starsene buoni, speranzosi e fedeli alle promesse e agli impegni di volta in volta elargite dal consigliere di turno. Sembra però che non sia più così… questo paese sta vivendo negli ultimi tempi un “fermento mai visto” in passato: assemblee, comitati, manifestazioni… Affinché tuttavia non sia il solito “moto degli animi” bacolese che finisce prima ancora di nascere, assopito in una crescente apatia o nella preconcetta impossibilità di ogni cambiamento, c’è bisogno di “andare oltre” e superare quel “sottile orizzonte borghese” che non tutti hanno compreso o voluto superare.
Se finora ci si è limitati alla “registrazione” dei sentimenti della cittadinanza, ora è tempo di abbandonare ogni scrupolo perbenista ed ogni velleità intellettuale, ed “immergersi” nella società locale, esserne parte pregnante più che un “elite” di illuminati, “vivere” realmente i problemi quotidiani dei cittadini più che esserne i “portatori”: solo così, tolta ogni distanza e tornati sul territorio, si sarà capaci di una reale mobilitazione delle forze sociali di questo paese.
Se finora s’è cercato la comprensione e l’incontro con gli amministratori, oggi i problemi sono così gravi e gli animi così esasperati che ogni idea di “tavolo” o di “accordo” sarebbe incomprensibile prima ché inutile, avendo l’esperienza dimostrato impossibile ogni onesto e corretto rapporto con le istituzioni: essere in sintonia con l’attuale realtà, essere chiari, essere oggettivi e logici, significa rompere ora ogni ambiguità, ogni doppiogioco, ogni collaborazionismo con le istituzioni, e dichiararsi fieramente radicalmente alternativi a questo “modo di operare”. Un “modo di fare” che è impellente capovolgere ripartendo “dal basso” e dai reali bisogni delle persone, se non si vuole perpetuare (e legittimare) l’attuale vecchio ed incancrenito modello che tutela solo gli interessi di singoli e di gruppi.
E’ fin troppo chiaro quanto anche gli ultimi fatti hanno dimostrato. Il cambiamento non è una “gentile concessione”, un “pranzo di gala” di azioni legali e di interpellanze consiliari… il cambiamento si conquista con la lotta sociale e la mobilitazione partecipata e permanente dei cittadini che non hanno niente più da perdere ma un intero paese di cui (ri)appropriarsi: il loro paese !






Michael Amirans

3 Commenti:

Alle 12 maggio 2009 alle ore 14:37 , Anonymous Anonimo ha detto...

ok va bene ma per piacere cambiate la foto, nn è degna del blog m sa tanto di unione sovieta bleah!!

 
Alle 12 maggio 2009 alle ore 14:41 , Blogger Freebacoli ha detto...

Voglia infatti ribadire che noi di Freebacoli non facciamo parte di alcun partito o colore politico nè di destra, nè di sinistra

 
Alle 12 maggio 2009 alle ore 22:29 , Anonymous Fabiol1 ha detto...

Per il momento, noi di FreeBacoli lasciamo che ogni componente del gruppo esprima il suo pensiero. Per me la foto è stupenda e forse proprio perchè sà di unione sovietica.
Io personalmente, in questa foto vedo i potenti che ci sono a bacoli e che trattano su come dividersi la torta, mentre l'omone rosso rappresenta il popolo bacolese che deve prendere il potere che gli spetta di diritto.

 

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