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Il Dramma Irrisolto delle Scorie Radioattive: le Centrali dei Tumori

Freebacoli: Il Dramma Irrisolto delle Scorie Radioattive: le Centrali dei Tumori

venerdì 27 maggio 2011

Il Dramma Irrisolto delle Scorie Radioattive: le Centrali dei Tumori

clip_image001[4]Il decadimento dà origine a radiazioni, essenzialmente Alfa, Beta e Gamma. Queste radiazioni sono ionizzanti cioè dotate di sufficiente energia da poter ionizzare gli atomi o le molecole con i quali vengono a contatto.

L'effetto biologico è dovuto in massima parte alle suddette proprietà ionizzanti: distruggendo i legami fra molecole, le radiazioni danneggiano le cellule generando radicali liberi. Ma soprattutto alterano le grandi macromolecole del DNA e dell'RNA, causando danni somatici e genetici; tale effetto è prodotto principalmente dalle radiazioni gamma, più delle particelle alfa e beta, perché sono più penetranti..

 

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Le radiazioni sono pertanto cancerogene, teratogene cioè (provocano malformazioni del feto) e mutagene (provocano mutazioni genetiche)

L’attività dei radionuclidi si misura in becquerel (simbolo Bq) che indica 1 disintegrazione al secondo.Il Curie (CI) è l'unità standard più vecchia, e corrisponde a 37 miliardi di disintegrazioni nucleari per secondo.

Il sievert (simbolo Sv) è invece l’ unità di misura della dose equivalente di radiazione ed è cioè una misura degli effetti e del danno provocato dalla radiazione su un organismo.

clip_image004Radioattività naturale: Per poter comprendere meglio gli effetti della radioattività sull'uomo, é necessario anzitutto prendere in considerazione l'esposizione alle radiazioni naturali a cui l'uomo é immerso fin dalla sua origine, con il conseguente adattamento. La dose annualmente assorbita da ogni individuo della popolazione per effetto della radioattività naturale é mediamente di 2,4 mSv/anno (millisievert/anno).

Effetti a breve : 1 sievert assorbito in un'ora può causare lievi alterazioni temporanee dell'emoglobina. 2 ~ 5 sievert causano nausea, perdita dei capelli, emorragie. 4 sievert assorbiti nel giro di una settimana su tutto il corpo portano alla morte nel 50% dei casi se non si interviene terapeuticamente. Oltre 6 sievert, la sopravvivenza è improbabile. La malattia correlata è anche detta avvelenamento da radiazione.

Effetti a lungo termine.
Una dose di radiazioni pari a 100 millisievert all'anno è il livello in cui è chiaramente evidente un aumento del rischio di cancro; al di sopra, la probabilità di cancro aumenta con l'aumentare delle dosi.

I livelli di radiazione nell'aria, in Giappone, dopo i danni subiti dall'impianto nucleare di Fukushima hanno raggiunto livelli allarmanti e nocivi per la salute. A Fukushima sono state accertate radiazioni fino a 400 millisievert presso l'impianto n.3 del reattore (20 volte l'esposizione annuale per i dipendenti dell'industria nucleare e degli operai nelle miniere d'uranio, secondo la World Nuclear Association).
Una dose notevole di radiazioni distrugge il sistema nervoso centrale, i globuli rossi e bianchi e compromette il sistema immunitario. Una dose cumulativa di 1.000 millisievert provoca un cancro maligno molti anni più tardi al 5 per cento della popolazione che ha subito l'esposizione. Per confronto una radiografia al petto irradia circa 0,1 millisievert.


Tutti gli impianti nucleari, anche quando funzionano «normalmente», rilasciano una certa quantità di radioattività nell'acqua e nell'aria, ma l’eventuale danno è considerato accettabile rispetto all’interesse economico.

Inoltre, i rischi sono generalmente sottovalutati, dato che i calcoli trascurano due fatti:

  • gli elementi radioattivi rilasciati, anche in quantità minima, possono ritrovarsi nella catena alimentare;
  • quando si ingerisce un cibo contaminato, le particelle radioattive agiscono diversamente, dato che si trovano all'interno del corpo.

La radioattività provocata dai reattori nucleari è la triste eredità che lasceremo alle future generazioni. Per comprenderla meglio è necessario parlare del”TEMPO DI DIMEZZAMENTO”.

Il “tempo di dimezzamento” è il tempo necessario per ridurre a metà la radioattività di un elemento. Maggiore è il tempo di dimezzamento, per maggior tempo ovviamente le “scorie nucleari” rimarranno pericolose.
I principali elementi radioattivi presenti in un reattore nucleare, come combustibile o come scorie, sono:

§ Uranio 235, tempo di dimezzamento 704 milioni di anni (10.000 disintegrazioni al secondo in 1 grammo di uranio (10 000 Bq/g)

§ Iodio 131, tempo dimezzamento circa 8 giorni.

§ Cesio 134, tempo dimezzamento, circa 2 anni

§ Cesio 137 circa 30 anni. (3200 miliardi di disintegrazioni al secondo in 1 grammo (3,2 Tbq/g)

§ Stronzio 90, circa ventotto anni.

§ Plutonio 239 circa 24.200 anni (2 miliardi di disintegrazioni al secondo in 1 grammo di plutonio (2Gbq/g)

Il SITO “neutrale” “ZONA NUCLEARE” riporta testualmente, per un reattore tipo EPR:

“… dopo 3 anni di permanenza all’interno del reattore il combustibile passa alle piscine di raffreddamento; si sono formati in totale circa 350 nuclidi differenti, 200 dei quali radioattivi.
Si ha, in media, la seguente composizione:
- 94% uranio 238
- 1% uranio 235
- 1% plutonio
- 0.1% attinidi minori (Np, Am, Cm)
- 3÷4% prodotti di fissione

…………………la radiotossicità del combustibile esausto decresce nel tempo e pareggia quella dell’uranio inizialmente caricato nel reattore solo dopo 250.000 anni;
- il contributo maggiore alla pericolosità delle scorie è dato dal plutonio: l’80% dopo 300 anni, il 90 % dopo 500 anni;
- dopo il plutonio i maggiori contributori sono gli attinidi minori (nettunio, americio e curio), ………..- gli attinidi rappresentano dunque il maggiore pericolo potenziale delle scorie nucleari; tuttavia bisogna tener conto anche di alcuni prodotti di fissione, quali alcuni isotopi dello iodio, del tecnezio e del cesio, data la loro maggiore mobilità nella biosfera e la loro maggiore affinità biologica (vie di ritorno per l’uomo). Dato che le scorie radioattive, al contrario dei rifiuti convenzionali, decadono nel tempo, si osserva che i prodotti di fissione sono pericolosi per circa 300 anni, gli attinidi minori per circa 10.000, il plutonio per circa 250.000.

Il combustibile esausto deve essere periodicamente allontanato dal reattore e le scorie devono essere “CONFINATE” (o più raramente “riprocessate”) da centinaia a centinaia di migliaia di anni, a seconda la loro composizione.

Il pericolo radiazioni riguarda perciò sia il reattore stesso, sia gli impianti per arricchimento del combustibile nucleare, sia il confinamento delle “scorie radioattive”.

In nessun paese al mondo è stato ancora individuato un sito con caratteristiche tali da poter costituire quello definitivo per il confinamento delle scorie. Si continua pertanto a confinarle in siti provvisori, rimandando forzatamente la soluzione del problema ad un non meglio quantificato futuro.

Alessandro Parisi
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

Vedi anche

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I Maggiori Incidenti Determinati dalle Centrali Nucleari: Ricordare il Passato per Salvare il Futuro

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