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Nessun Accordo Tra Sindaco e Presidi, La Crisi la Pagheranno i Bambini: Tutti In Corteo per Difendere la Scuola

Freebacoli: Nessun Accordo Tra Sindaco e Presidi, La Crisi la Pagheranno i Bambini: Tutti In Corteo per Difendere la Scuola

giovedì 17 novembre 2011

Nessun Accordo Tra Sindaco e Presidi, La Crisi la Pagheranno i Bambini: Tutti In Corteo per Difendere la Scuola

Foto4831 Coprire i buchi di cassa scaricando le spese sulle spalle dei bambini: l’amministrazione Schiano non trova in extremis l’intesa con le dirigenze scolastiche. Cittadini, studenti ed insegnati scendono in strada per manifestare il proprio disaccordo verso le nuove politiche di dimensionamento che vedranno la dismissione in città di ben tre edifici didattici

E’ stata una riunione infuocata quella che si è tenuta stamane presso il Municipio di via Lungolago tra i presidi dei diversi istituti cittadini ed i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Assise, convocata ad horas, fortemente voluta dal sindaco Schiano per cercare di mitigare i toni e le polemiche in vista della manifestazione che proprio domani mattina partirà dalla Gramsci per raggiungere la Casa Comunale.

Obiettivo strategico che però, secondo le prime voci ufficiose e le dichiarazioni a caldo di alcuni partecipanti, non pare assolutamente essere andato in porto a causa della reiterata volontà dell’esecutivo di vendere scuole pubbliche e accorpare studenti senza comprenderne i disagi reali.

“Forse credono di avere a che con dei numeri ma non comprendono che a subire i danni di questa manovra priva di concertazione saranno delle persone e, in particolar modo, migliaia di bambini”, asseriva sconsolato qualche rappresentante dell’educazione primaria.

Tra le proposte avanzate dal primo cittadino si è evinta quella relativa all’accorpamento dei ragazzi della scuola di Miseno (attualmente sistemati alla Marconi) presso l’Istituto Gramsci. Un’eventualità paradossale che, data l’attuale indisponibilità della struttura misenate, farebbe sì che il plesso della piazza centrale sarebbe diretto per 2/3 dal preside della Paolo di tarso e per 1/3 dal rappresentante dirigenziale dell’istituto cappellese.

image Tutto ciò dopo che lo scorso mercoledì presso il Complesso Vanvitelliano del Fusaro si è svolto un insolito consiglio comunale alla presenza di una numerosa schiera di genitori e docenti delle scuole di Bacoli che hanno dovuto attendere circa 90 minuti prima dell’inizio dell’assise, vanificando le speranze dell’amministrazione che probabilmente si augurava di indebolire il fronte del dissenso in vista della discussione pubblica.

All’apertura del consiglio è stato introdotto, poiché clamorosamente non posto all’ordine del giorno, l’argomento dell’oramai famoso piano di dimensionamento della rete scolastica; senza troppi giri di parole è stata denunciata l’inammissibilità della dismissione di ben tre edifici scolastici per poi metterli in vendita, poiché in tal modo non si potrà far altro che indebolire l’offerta formativa paesana.

Perché difendere le scuole significa sostenere sia il diritto all’istruzione che la stessa legalità: proprio così la legalità perché ogni scuola in quanto tale rappresenta alla pari di una caserma dell’arma dei carabinieri, polizia, finanza un Presidio di legalità soprattutto in zone disagiate.

Legalità nel senso che si deve rispettare la legge e di riflesso anche la delibera di Giunta della Regione Campania n. 435/2011 che detta le linee guida del piano di dimensionamento scolastico stabilendo parametri e criteri precisi, che l’amministrazione bacolese non mette in alcun modo in pratica.

Dinanzi a tali rivendicazione è intervenuta l’assessore Carannante la quale, un po’ emozionata al cospetto della platea di mamme al pari di un’alunna pronta a recitare la poesia di Natale, così cominciava testualmente a leggere il proprio compitino:

 “I riferimenti normativi che dettano i criteri è i parametri di cui abbiamo tenuto conto per l’elaborazione della proposta sono dettati dal Decreto Legge n.98 del 2011 che cita: disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria con la conversione in legge del 15 luglio recita: per garantire un processo di continuità didattica per l’anno 2011/12 la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria sono aggregati in istituti comprensivi. imagePer acquistare autonomia devono essere costituiti da almeno 1000 alunni ridotta a 500 per gli istituti siti nelle piccole isole comunità montane e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche; le linee guida regionali approvate dalla delibera regionale n. 435 del 2011 citate prima dal consigliere della ragione che richiama la normativa del 98 fissa il nuovo parametro massimo a 900 alunni trovandosi in contrasto con il massimo di 1000 alunni. Già qui ci sono delle discordanze. Comunque devono seguire il principio di verticalità e territorialità prevedendo l’istituzione degli istituti dalla scuola materna alla scuola media caratteristiche demografiche, orografiche, economiche e poli culturali del bacino d’utenza e la presenza di criminalità minorile e devianza giovanile… applicando detti criteri si è ritenuto opportuno per ora i seguenti accorpamenti. Col modello che oramai tutti conoscono. Nell’incontro del 9/10 il professore Del Re chiedeva l’accorpamento dell’istituto Gramsci a quella di Miseno ed il consiglio direttivo nella riunione del 19/10 ha comunicato di non volersi distaccare dal Primo circolo didattico. Gli accorpamenti vengono effettuati dopo aver sentito tutte le dirigenze scolastiche rispettando i criteri. Si fa presente che negli ultimi 15 anni le nascite si sono notevolmente ridotte attualmente abbiamo 250 nascite all’anno, ci sono ben 18 strutture scolastiche che vanno riorganizzate ed attrezzate ai nuovi bisogni della popolazioni, solo alcuni edifici hanno bisogno di interventi e l’idea di togliere i plessi di via Guardascione e Cappella A, brutta, per ricavare risorse e permettere ai ragazzi di avere delle scuole nuove. In proposito sono stati sentiti i capigruppo e mi preme dire che alla riunione il consigliere Della Ragione era assente. Lascio la parola al sindaco”

Continuava quindi l’intrepido Schiano che, a braccio, si destreggiava abilmente tra i vari “Faremo un Percorso”, “Quant’altro”, “Vere Verità” e “Mo Vengo”.

 “L’assessore ha fatto degli interventi di natura tecnica io per questa problematica ho sentito le dirigenze scolastiche alcuni genitori della Gramsci e con i capigruppo dove credo che sono stati invitati i consiglieri della ragione e Marotta, niente, noi abbiamo rispettato una normativa del ministro Gelmini dobbiamo però. Poi riferendosi alla Moscato ha detto lei mi ha chiamata per la Guardascione e mi ha detto sindaco perché non chiude la Marconi e rimane la Gurdascione. Io devo dire le vere verità è bello farsi bello come Josi Gerardo. Diciamo le vere verità che per come è la tipologia del territorio è giusto accorparle. Si crea solo disinformazione perché il consigliere Josi Gerardo non viene per il problema politico non fa informazione ma crea lo scoop. Abbiamo accorpato seguendo criteri di territorialità. Il direttore del Re mi ha proposto di accorpare alla Gramsci la scuola di Miseno. Quando il consigliere Josi mi dice che la scuola di Miseno va riparata la dirigenza vuole stare con il primo circolo per continuità territoriale. Per quanto riguarda la situazione delle scuole abbiamo 2600 bambini e 250 nati all’anno negli ultimi 10 anni e abbiamo 14 plessi scolastici che dal punto di vista strutturale hanno dei problemi. imageNoi per la deliberazione di giunta per la vendita delle 2 scuole ex Disna e liceo lo scorso anno in accordo col Partito Democratico non mettemmo nessun vincolo di destinazione, ma per la vendita futura delle tre scuole metteremo un vincolo di destinazione in modo che se ricaviamo 2 milioni di euro li andremo ad investire nel restante patrimonio scolastico. Questo significa che non è che chiudiamo la scuola accussi’… Guardate noi abbiamo via Virgilio che è una scuola credo che ci siano 10 classi ed è una suola che qualunque intervento strutturale fai rimane una scuola che come si dice a Napoli rimane ‘’ntà nu fuoss’’. La volontà dell’amministrazione è quella di dare l’indirizzo di fare una progettazione seria per la scuola Plinio il Vecchio di ristrutturazione dove i bambini avranno l’opportunità di avere una palestra, laboratorio e quant’altro è un vincolo di destinazione vincolato per quella scuola alla ristrutturazione della Plinio il Vecchio. Noi ci siamo preoccupati con grandi responsabilità di affrontare la scuola che sta in un fosso. Per il plesso Cappella A si va ad alienare la struttura e si fa un progetto di ristrutturazione e di ampliamento della Gramsci in modo da spostare in blocco la platea scolastica. Per la scuola di via Guardascione non è in dismissione perché l’amministrazione ha intenzione di fare una caserma di polizia municipale ed un nuovo edificio comunale come casa comunale. Appena si finisce la scuola di Miseno si farà un progetto di riqualificazione della Marconi che ospita 13 classi con circa 25 aule libere questa è la realtà. Dalla platea contestando che non sono aule adeguate. Le adegueremo chiamando il migliore strutturista . Lo speravo e credevo che stasera eravate venuti a dirmi grazie sindaco per l’offerta formativa e per il piano scolastico. Questo è l’unico comune che mantiene la mensa scolastica. E poi badate bene che l’offerta formativa è materia della docenza scolastica non del comune. Poi Cappella A è veramente brutta perché non hanno laboratori’’.

Forse è vero che la scuola Cappella A è unica, ma non per la sua bruttezza come più volte dichiarato sia dal sindaco e sia dall’assessore Carannante, ma perché in quella scuola i docenti oltre a fare il proprio dovere, e cioè quello di insegnare, hanno assicurato ai propri alunni un ambiente più che salubre intonacando e dipingendo le classi. Il tutto sotto gli occhi allibiti dell’ex assessore all’istruzione dell’attuale giunta, Strato Teano.

image Dopo l’intervento di due docenti, la Moscato della scuola Guardascione e la professoressa Ginevra della Gramsci, si procedeva a porre al protocollo della mozione, firmata in poche ore da più di 400 persone, nella quale si chiede di non dismettere per poi vendere i tre edifici scolastici ma di investire sul restante patrimonio scolastico supportato anche dal fatto che lo scorso anno già la stessa amministrazione ha venduto ben due scuole, l’ex Disna ad un privato ricavando 740.000 euro e la sede del liceo sempre a via Virgilio alla Provincia ricavando più di 1 milione dii euro. Ma ad oggi neanche un solo euro è stato investito nelle scuole di Bacoli.

Questa politica del vendere per ripianare i debiti del bilancio del comune di Bacoli non porterà da nessuna parte se non alla totale svendita di un territorio già pesantemente martoriato da una classe politica incapace di tutelare gli interessi della collettività.

Sì, svendere. Perché alienare beni immobili in un gravissimo periodo di crisi economica significa mettere all’asta delle strutture che saranno acquistate ad un prezzo irrisorio e con un rialzo misero. Perché mettere all’asta dei valori immobiliari significa, in una fase di crisi globale come quella attuale, favorire di gran lunga il privato acquirente.

Perché vendere in questa particolare fase storica significa inevitabilmente svendere con i saldi prodotti di qualità.

E Bacoli, così come tutti i bacolesi che domani mattina scenderanno in strada per manifestare contro chi pensa di poter dismettere l’intero patrimonio pubblico, non ha alcuna intenzione di sentirsi paragonata al pari del vestiario di poca qualità posto sulle bancarelle del Mercatino dell’Usato.

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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3 Commenti:

Alle 17 novembre 2011 alle ore 21:35 , Anonymous angelo nero ha detto...

la scuola è la culla della civiltà ,della legalità e della libertà!
valori che la nostra amministrazione comunale non conosce!

 
Alle 18 novembre 2011 alle ore 09:03 , Anonymous Anonimo ha detto...

La scuola a Bacoli è stata da sempre in balìa di vistose disattenzioni - accompagnate a volte in modo schizofrenico anche di vere e proprie mistificazioni ideologiche - delle varie Amministrazioni che si succedevano e molto spesso luogo di competizione conflittuale tra le varie sue anime pseudoculturali.
Rebus sic stantibus, oggi si raccoglie quello che si è seminato nel tempo a ogni livello, non escluso l'interesse meramente assistenzialistico (parcheggiare i figli a scuola)che moltissimi genitori mostrano per le attività educative realizzate a scuola.

 
Alle 18 novembre 2011 alle ore 09:29 , Anonymous Anonimo ha detto...

La scuola bacolese è stata sempre ignorata e relegata a cenerentola delle sensibilità culturali e degli impegni politici delle civiche Amministrazioni che si sono succedute negli ultimi vent'anni.
Rebus sic stantibus oggi non ci si deve meravigliare se i propositi dell'Amministrazione comunale - ma non solo di essa - sono quelli che sono.
Dopotutto l'intendere la scuola non come luogo di formazione primaria e per questo fondamentale per i bambini e gli adolescenti, quanto piuttosto sede di mero assistenzialismo (lasciare in parcheggio i propri figli per la mattinata...) manifestato dalla gran parte dei genitori, spessissimo disinteressati delle scelte culturali delle scuole, ha privato le II.SS. del necessario supporto propositivo e di controllo rispetto alle opzioni culturali e formative predisposte e realizzate dai team di docenti in ogni scuola. Questi, a loro volta, assai spesso con l'avvento dell'autonomia scolastica hanno inteso la scuola quale luogo di competizione didattica interna ed esterna e di accaparramento dei pochi spiccioli che arrivavano dall'alto (PON e quant'altro), restando restii o addirittura refrattari a ogni ipotesi di collaborazione educativa tra le varie scuola e agenzie formative presenti nel territorio.

 

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