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Nuova carta d'Italia: il Governo approva l' Accorpamento delle Province - Passeranno da 86 a 51

Freebacoli: Nuova carta d'Italia: il Governo approva l' Accorpamento delle Province - Passeranno da 86 a 51

martedì 6 novembre 2012

Nuova carta d'Italia: il Governo approva l' Accorpamento delle Province - Passeranno da 86 a 51

Sta impazzando da qualche giorno sul web e sui maggiori media nazionali scatenando critiche e malumori da parte di numerosi esponenti dell' attuale ceto politico: stiamo parlando della nuova carta geopolitica d' Italia, ridisegnata a colori con nuovi accorpamenti territoriali e che andrà in vigore dal prossimo Gennaio 2013, riducendo gli enti provinciali da 86 a 51. 

Ufficialmente si sta cercando di porre la questione sul piano delle contese campanilistiche, intervistando alcuni cittadini e facendo emergere davanti alle telecamere e sulla carta stampata, rivalse e contestazioni che affondano le proprie radici in culture territoriali ancestrali ed identità geografiche forti. Ma qual' è la verità? Cosa cambierà realmente nello scenario geopolitico locale e quali saranno le differenze sostanziali per i comuni cittadini interessati dall' accorpamento delle province nelle quali risiedono? Cercheremo di porre una semplice risposta a queste domande per tutti coloro che, sentendone parlare da diversi giorni al telegiornale, si struggono nel tentativo di capirne il senso.

Questa volta a protestare sono i politici
Cominciamo col dire che il decreto di cui stiamo parlando rientra fra quelli ordinamentali e strutturali appartenenti alla logica della "Spending Review" voluta dal governo Monti e che cancella circa un terzo delle amministrazioni provinciali comprese le città metropolitane. Il Consiglio dei Ministri infatti, ha da poco approvato la legge sul riordino ovvero "...un provvedimento - ha detto il ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi - che è coerente con i modelli europei; il processo è irreversibile e da Gennaio verranno meno le giunte. Il governo si è mosso tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale delle Province..." 

E non appena la notizia è stata resa pubblica pare che da un lato si siano scatenate reazioni cariche di sdegno e risentimento per il nuovo taglio ( di poltrone ) messo in atto dalla matita dell' attuale governo tecnico, mentre dall' altro vi siano stati molti altri cittadini che hanno richiesto l'eliminazione totale di questi enti di intermediazione che non fanno altro che rappresentare fonti dalle quali strappare risorse economiche per presidenze, assessorati e mansioni istituzionali che poco apportano ( in termini di servizi e miglioramenti ) ai cittadini.

Politici "provinciali" manifestano in tutta Italia
E sebbene il taglio ha interessato anche la Regione Campania, accorpando le province di Avellino e Benevento ( provincia più vecchia del Regno d' Italia ) sembra che questa volta ad esprimere con forza la propria indignazione siano solo i politici. Dall' anno prossimo dunque, tutte le giunte provinciali saranno sciolte e tutte le mansioni da esse svolte saranno in parte recepite dai rispettivi presidenti i quali potranno delegare non più di 3 consiglieri ( anche se non si esclude il ricorso di commissari ad hoc eletti dal governo in caso di inadempienze ) ed in parte affidate alle Regioni, nell' attesa delle successive elezioni del Novembre 2013.

 E per "snellire" ulteriormente la burocrazia italiana sembra che il premier Monti abbia intenzione di ridurre anche le prefetture che dovrebbero essere soppresse nelle province più piccole, o accorpate a quelle più grandi, secondo una nuova suddivisione territoriale, con una nuova riforma in programma per Gennaio 2013 che riuscirà a far risparmiare allo stato Italiano oltre 100 milioni di euro.

Uffici dimezzati
"...Il riordino delle Province, tra l'altro, è - si legge in una nota del Governo - il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali (prefetture, questure, motorizzazione civile, e così via) in base al nuovo assetto..."Il decreto prevede inoltre il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e l'abolizione degli assessorati. Quanto agli organi politici, questi dovranno avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. 

La Campania dunque, perde la provincia di Avellino che si unificherà a quella sannita, conservando le Province di Salerno e Caserta mentre Napoli diventerà Città Metropolitana. I risultati effettivi dell' intervento politico in esame potranno quindi vedersi solamente a partire dall' anno prossimo anche se pare che l' opinione pubblica ( fatta eccezione per quella colpita dagli accorpamenti ) abbia preso abbastanza bene l'iniziativa contrariamente a quanto si sta cercando di far passare su scala nazionale.



Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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11 Commenti:

Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:43 , Anonymous Gianni ha detto...

Bhé, l'unica provincia sul serio inutile e da abolire è quella di Aosta:
la Valle d'Asta è l'unica regione italiana ad avere solo UNA provincia ed infatti Aosta è Comune,
Capoluogo di Provincia e Capoluogo di Regione, per una Regione che non raggiunge i 130 mila abitanti totali...
meno di città come Salerno... e quindi ha Sindaco, Presidente di Provincia e Presidente di Regione, con relative giunte!!!
ma essendo a statuto speciale...

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:44 , Anonymous Giacomo ha detto...

danno il contentino alla b.c.e. cosi risparmiamo qualcosa per un costo pari ad un caffe' la vera gola profonda sono le regioni,ma' li non conviene ai politici, li non si tocca perche' dove girano i soldi girano le mazzette.avete un idea quanto e' costato solo di rimborso carburante il presidente del consiglio della giunta calabrese nella passata legislatura?

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:44 , Anonymous Gustavo ha detto...

Penso che la riforma delle province sia stata fatta appositamente malissimo per provocare queste reazioni indignate e, alla fine, non fare niente.
Ritengo che la cosa più semplice ed utile sia che le province restino, come entità geografiche e competenze (con il divieto costituzionale di farne altre); sono i consigli provinciali e tutto il connesso che devono sparire; i dipendenti provinciali vengono aggregati a quelli regionali e quando si vota per la regione ogni provincia elegge un rappresentante (uno) che nella giunta regionale assumerà l'incarico di assessore per quella provincia e per quelle competenze.
Mi sembra tutto molto più semplice e MOLTO meno costoso. Si eviterebbe, per esempio, la coesistenza quasi impossibile fra livornesi e pisani.
Gli unici a perdere il posto sarebbero i polititici provinciali.

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:45 , Anonymous Gabriele ha detto...

campanilismo e salvataggio delle poltrone la solita tiritera, tutte le provincie andrebbero soppresse e trasferiti i relativi fondi e competenze ai comuni, i politici tornassero a fare i precari o a pulire le strade
se non sanno fare altro,troppa gente migliore di loro si mette in gioco senza cercare sponda nella politica;
le tentano tutte per conservare il loro presuntuoso privilegio, anche speculare sullo strisciante campanilismo delle persone, il movimento di grillo e di pietro( se riuscirà a riformare il suo partito) sono le
uniche speranze di rifondare questo paese, il resto è il vuoto.

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:46 , Anonymous Gennaro ha detto...

Io credo che fossero da eliminare le province come entità politiche, mantenendo sul territorio quegli uffici che servono al cittadino.
In effetti se da Varese devo andare a Como o a Monza per fare un passaporto (che in un paese civile potrei richiedere per posta elettronica), il taglio delle province diventa un disagio per il cittadino con risparmi che devono essere ancora valutati (se sposto i dipendenti della provincia di Varese a Como senza razionalizzare le risorse e la forza lavoro tutto resterà come ora)

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:47 , Anonymous Gervasio ha detto...

Siamo alle solite, il pannicello caldo che non serve a nessuno se non ai soliti che continuano imperterriti a prenderci in giro (ma non dovevano cancellarle tutte?). Gia' leggo le giustificazioni ai licenziamenti dei dipendenti ed alle inefficienze della classe politica che si accapiglierà' per non perdere poltrone che inevitabilmente si moltiplicheranno in barba a bilanci sempre più esigui che produrranno disservizi ai cittadini (non ci sono soldi). Bravo Monti, la tua squadra tecnica ha compiuto l'ennesimo passo verso un nuovo futuro (esasperazione e caos).

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:47 , Anonymous Giacobbe ha detto...

E' chiaro che con questa riforma pasticciata non solo non si risparmierà, ma con la creazione delle nuove
aree metropolitane si prospettano numerose nuove "cadreghe" per la gioia dei politicanti di tutti
i partiti. Come ben sappiamo quando si creano nuovi organismi in Italia non è più possibile disfarsene anche se si dimostrano totalmente inutili- Al massimo lo stato risparmia sui costi autorizzando le nuove istituzioni a introdurre una tassazione locale aggiuntiva per far fronte ai costi sempre crescenti. Vedi ad es. bollino blu e tassa su acquisto auto a favore delle provincie.

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:48 , Anonymous Giosuè ha detto...

io la vedo diversamente , e come dire tagliamo altri posti di lavoro , e avremo un aumento dei disoccupati , ma con amicizie piu importanti del disoccupato del figlio del pensionato o altro . e aumentando la pessima qualità dei servizi nei livelli dei ceti medio/ bassi , si deve ( nel pubblico, nelle aziende di governo , Forza armate , servizi ecc. ecc ) portare gli stipendi ad un massimo di 3000 euro . limitare tutte le pensioni ad un massimo di 2000 euro a tutti . ( in base alle legislazioni conseguite con un massimale da decidere ) , lo stato deve essere proprietario di una azienda in tutti i settori primari strategici . e essere una linea guida in base al livello di vita e qualitativo del popolo ( con le stesse regole negli emolumenti lavorativi e pensionistici ) . avrei anche il mio pensiero su età pensionabile , evasione ( quella vera , le micro lobby farmacisti , avvocati , commercialisti , avvocati ecc. ecc , ) banche , ecc , ecc , I SOLDI CI SONO E CI SONO PER TUTTI , IL PROBLEMA E CHE VANNO A POCHI E LE "BRICIOLE" VANNO AGLI AMICI .

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:49 , Anonymous Gioacchino ha detto...

stanno facendo tanto rumore per una riforma che va verso un risparmio della spesa pubblica, ma nessuno di quei politicanti ha speso un fil di fiato per dire ai governi precedenti a questo,dell'inutilità della creazione di piccole provincette di trenta mila abitanti, addossate le une sulle altre senza tradizioni che ne giustificassero la nascita. ho l'impressione che questi "bravi" amministratori territoriali abbiano a cuore una sola cosa la loro poltrona politica

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 07:49 , Anonymous Giorgio ha detto...

Non hanno capito che le province devono essere spazzate via tutte.
Il sistema amministrativo statale va smantellato e ricostruito con un budget ridotto del 50%: via manager e dirigenti strapagati, strutture e personale inutile.
Dipendenti pubblici con stessi diritti dei privati. E' ora di finirla.

 
Alle 7 novembre 2012 alle ore 09:02 , Anonymous Anonimo ha detto...

che fine faranno i dipendenti ???

 

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