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Emergenze campane, il germe del dubbio

Freebacoli: Emergenze campane, il germe del dubbio

martedì 28 luglio 2009

Emergenze campane, il germe del dubbio

Tra rifiuti e depuratori si profila un nuovo scenario in Campania. Una nuova emergenza dopo quella drammatica e senza fine dell’immondizia, destinata ad essere nuovamente risolta con misure drastiche. Gli interessi nascosti e il desolante quadro di decadenza della società italiana. Direttamente coinvolti secondo l’assessore regionale all’ambiente Walter Ganapini anche i servizi segreti e la Presidenza della Repubblica nel disastro ambientale campano.

RASSEGNA STAMPA. I depuratori sono stati manomessi o appositamente lasciati marcire. Non è possibile che su cinque impianti di trattamento acque tutti funzionino tra il 10% e il 20%. Il litorale flegreo-domitio continua ad essere evitato dai bagnanti, e sfortunatamente per i gestori degli stabilimenti balneari si è messo di mezzo anche l’assessore regionale all’ambiente Walter Ganapini, ex presidente di Greenpeace e membro della sezione Ambiente presso l’Unione Europea. Uno che dovrebbe essere esperto della materia, dunque. In una recente intervista ha dichiarato che, sebbene i dati diffusi dall’ARPAC siano rassicuranti sulla qualità delle acque marine, eviterebbe comunque di fare il bagno a Napoli. Dichiarazioni contraddittorie che hanno fatto gridare all’ennesimo allarmismo ingiustificato.
Le voci su malattie misteriose capitate a chi si tuffava in mare hanno creato il caos: dalle famigerate bolle coi vermi comparse sulla pelle, al ritrovamento di feti umani in mare, fino ai decessi improvvisi di bambini che avevano appena fatto il bagno a Monte di Procida. Molti i personaggi degli ambienti ospedalieri che hanno diffuso questo allarmismo tra la popolazione. Ma cosa c’è dietro a tutto questo? Il mare è inquinato, questo è indubbio. Ma dopo anni di menefreghismo istituzionale, perchè questa improvvisa escalation di allarmi e psicosi? Sul litorale flegreo incombe un progetto multimilionario, dai costi che superano i 600 milioni di euro. Sono previste la costruzione di nuove stazioni ferroviarie, di porti, strade, parcheggi, il risanamento del Rione Terra a Pozzuoli, il riammodernamento della Tangenziale e la bonifica dell’area industriale ex Sofer, quest’ultima opera finanziata da fondi privati. Il denaro pubblico da spendere equivale a 500 milioni di euro, il resto proviene dal patrimonio degli imprenditori interessati all’affare. E’ in particolare il riconvertimento dell’area industriale ex Sofer in area turistico-ricettiva a destare curiosità. La società che dovrà eseguire le opere si chiama “Waterfront”, nella quale partecipano celebri partner come Pirelli, Milano Investimenti e Finmeccanica. Il titolare di Waterfront si chiama Livio Cosenza, padre dell’onorevole Giulia Cosenza eletta tra le file del PDL e membro della Commissione Ambiente e Territorio. Un conflitto d’interessi in famiglia? Chissà. Sta di fatto che proprio l’on. Cosenza ha ultimamente richiesto maggiori fondi pubblici per la bonifica dell’area flegrea, gravemente compromessa dall’attività del depuratore di Cuma e di altre pratiche criminali eseguite da imprese legate all’esercito, come l’Alenia Finmeccanica, e dal clan dei Casalesi. La promessa è la solita: il rilancio del turismo. In molti tuttavia denunciano le contraddizioni di questo grandioso progetto, che avrebbe ben poco di pubblico e consegnerebbe di fatto le aree bonificate nelle mani dei privati.
Oltre ad alimentare il traffico illecito dei rifiuti tossici, come denunciato nel precedente articolo, lo scandalo depuratori ricorda molto l’annosa vicenda dei rifiuti. In altre parole, si crea un’emergenza, cosicchè sarà il popolo stesso a richiedere misure drastiche per risolverla. Ed infatti i nostri politici sono già al lavoro, in primis il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino (alias Nick ’o Americano e proprietario del combustibile esploso a Viareggio), possibile candidato di Berlusconi alla presidenza della Regione Campania, ha richiesto il commissariamento del litorale flegreo-domitio e l’istituzione di ronde di volontari, ripetendo quanto già fatto per l’emergenza rifiuti e per la bonifica del fiume Sarno, tuttora il più inquinato d’Europa. Inoltre sempre l’on. Giulia Cosenza ha annunciato che presenterà in Parlamento una proposta per militarizzare gli impianti di depurazione campani, dichiarati fuorilegge dall’ARPAC anche se raggiungessero il 100% della funzionalità, in quanto obsoleti e privi delle nuove tecniche di depurazione.

Schiereranno soldati anche nei depuratori, proprio come hanno fatto nelle discariche e negli inceneritori. Una Regione allo sfascio, già presidiata da basi militari NATO, dal vertice della Flotta Navale USA in Europa e da numerose caserme dell’esercito italiano, alcune delle quali trasformate (specialmente nel salernitano) in depositi di stoccaggio dei rifiuti urbani. La militarizzazione come principale mezzo di risoluzione di problemi di ordinaria amministrazione.

Nel frattempo a Pozzuoli è scoppiato un contenzioso tra il sindaco Pasquale Giacobbe e l’assessore Walter Ganapini. Quest’ultimo afferma che il Comune flegreo non è allacciato al depuratore e che dunque scarichi di frequente i liquami in mare, mentre Giacobbe al contrario afferma che questo avviene solo quando la quantità accumulata dal sistema fognario è eccessiva. Ma proprio l’assessore regionale Walter Ganapini è in questi giorni oggetto di feroci attacchi da parte delle associazioni ambientaliste, che vedono nella sua attuale linea di governo un rovesciamento dei suoi iniziali propositi. Ganapini ha infatti in questi giorni autorizzato i cementifici a servirsi delle famigerate ecoballe come combustibile per i forni. L’accordo è stato siglato con il direttore generale dell’Aitec, Francesco Curcio. I CDR a norma, quindi non quelli stipati a milioni tra Taverna del Re e dintorni, andranno a finire nelle aziende “Italcementi” di Pontecagnano, “Cementir” e “Moccia” di Maddaloni. Proprio la Italcementi, all’inizio del 2008, venne coinvolta in un’inchiesta giudiziaria che portò al sequestro della Calcestruzzi spa, sua controllata, amministrata da Mario Colombini, arrestato con svariate accuse a suo carico, tra cui l’aggravante di avere agevolato l’attività della mafia. Stessa sorte per Carlo Pesenti, amministratore delegato di Italcementi, indagato per concorso in riciclaggio, impiego di denaro e beni di provenienza illecita, nonchè di aver avvantaggiato la mafia. La Cementir, invece, è di proprietà del noto imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, proprietario tra l’altro di numerosi giornali, tra cui Il Mattino di Napoli e Il Messaggero. Caltagirone rischia un processo penale insieme all’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, entrambi sospettati dagli inquirenti di aver celato un’attività speculativa dietro il contropatto Unipol-Bnl, in cui sono coinvolti anche altre persone come Gianpiero Fiorani e Danilo Coppola. Dare in mano ai cementifici le ecoballe equivale a trasformarli in veri e propri inceneritori, inoltre dietro a questa manovra i proprietari degli impianti possono aggirare una serie di normative europee, trasformando sulla carta il CDR prodotto dall’impacchettamento di rifiuti solidi in bio-carburante “ecologico”. Una bella truffa ambientale.

Vedere Walter Ganapini, ex presidente di Greenpeace, che firma concessioni e autorizzazioni ad aziende che operano in spregio della salute umana e dell’ambiente è un colpo al cuore. Eppure fino ad un anno fa era stato promotore di diverse denunce nei confronti dei responsabili della malagestione dell’emergenza rifiuti. Dichiarò apertamente la parola”termovalorizzatore” priva di significato, ribadendo che è solo una simpatica trovata per non chiamare un impianto di combustione rifiuti “inceneritore”; dichiarò tramite un’intervista su Youtube, pubblicata anche dal blog di Beppe Grillo, di aver trovato una vasca a norma già pronta in località Parco Saurino, nel casertano, ottima per accogliere tutti i rifiuti campani per alcuni anni e organizzare così in questo lasso di tempo una filiera efficiente del riciclaggio e del compostaggio. Insomma una discarica sicura (caso più unico che raro) e in grado di evitare tutto il macello finora combinato. Ma stranamente non se ne fece nulla. Le due vecchie discariche di Parco Saurino vennero poi sequestrate dalla magistratura in quanto il percolato aveva invaso i campi agricoli circostanti e compromesso la falda del luogo.
Oggi Ganapini sembra molto cambiato, e forse c’è un motivo. In questa registrazione audio fatta a sua insaputa durante un incontro con le associazioni, l’assessore rivela di essere stato richiamato dal capo dei servizi segreti riguardo l’annosa questione della discarica di Parco Saurino e di essere stato informato di un diretto coinvolgimento della Presidenza della Repubblica. Rivela inoltre di essere stato oggetto di intimidazioni, come il tamponamento avvenuto ai suoi danni sull’autostrada di Modena e le minacce subite da un gruppo di sconosciuti motorizzati in Piazza del Gesù a Napoli. Una vicenda che aprirebbe scenari ben più inquietanti e compromettenti.

Parco Saurino deve essere dunque il punto cruciale di tutta la vicenda rifiuti campana se, come dichiarato da Walter Ganapini, abbia attirato l’attenzione dei servizi segreti e del presidente della Repubblica. Nel 2002 vennero abbandonati in questo posto i macchinari necessari a rendere gli impianti CDR a norma. Per chi non lo sapesse infatti, gli impianti CDR sono stati anche progettati per il TMB e il compostaggio, frutto della migliore tecnologia tedesca. Tuttavia la gestione Impregilo sabotò gli stabilimenti e rese solo la terza linea, quella dei CDR appunto, “funzionante”. Un crimine efferato di cui l’azienda se n’è lavata le mani.
Camorra, servizi segreti e apparati dello Stato. Sarebbe il caso di rileggersi l’articolo di Valeria Chianese comparso su “L’Avvenire” qualche tempo fa. E scoprire che gli apparati “deviati”, responsabili anche della morte di Falcone, Borsellinoe della loro scorta, sono presenti anche in Campania.

Agoravox.it


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