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La Rinascita Italiana, Il Popolo Ha Detto “Sì”: Da Roma a Bacoli c’è da Rappresentare il Cambiamento

Freebacoli: La Rinascita Italiana, Il Popolo Ha Detto “Sì”: Da Roma a Bacoli c’è da Rappresentare il Cambiamento

martedì 14 giugno 2011

La Rinascita Italiana, Il Popolo Ha Detto “Sì”: Da Roma a Bacoli c’è da Rappresentare il Cambiamento

image Ventisei milioni di italiani alle urne hanno detto “Sì”. Più della metà del popolo peninsulare, nel corso dell’ultima settimana, ha ricordato a chi  amministra e a chi vorrebbe amministrare questo paese, quelli che sono i paletti da cui non si può prescindere.

E non perché l’ha imposto questo o quel rappresentante politico. Semplicemente perché l’ha sancito, con una sfilza di “Sì” dalla mole imponente, l’elettorato dal cuore tricolore.

E già questo elemento, in un’ Italia guidata da una classe dirigente lontana anni luce dalla realtà, è un dato che impressiona, che rincuora.

L’altro elemento che sboccia fuori da questa tornata referendaria è altrettanto lapalissiano: gli italiani, dal Trentino alla Sicilia, non sono corsi alle urne per “abrogare una norma” o per urlare il proprio “No” ad un modus operandi vecchio, lurido e deleterio.

Questo già lo fanno da anni, utilizzando le piazze reali e quelle, altrettanto popolose, strutturate sulle fondamenta della rete.

La cittadinanza attiva italiana ha preferito, seppur per pochi minuti, il seggio all’ombrellone per dare risalto e visibilità alle proprie proposte, al proprio modo d’intendere la cosa pubblica, alla propria sete di partecipazione.

L’Italia ha proposto, non ha abrogato.

Ha proposto l’acqua pubblica, ha detto “sì” all’energia rinnovabile, ha prospettato un paese in cui tutti siano effettivamente uguali dinanzi alla Legge.

“Perché mai votare “sì”, se dobbiamo dire “no””, si chiedeva più di qualcuno nel corso della maratona verso il referendum. “E’ un modo per fregarci, molti si confonderanno”, urlava una parte del popolo dei comitati.

La risposta, se si presta maggior attenzione, non va ricercata in alcun tipo di cavillo burocratico/giudiziario.

Si doveva porre una croce sul “sì” perché era giunto il tempo di svoltare definitivamente pagina. O, quantomeno, di far comprendere ai soloni del potere partitocratico peninsulare che la cittadinanza attiva (quella che adesso definiscono “popolo dei comitati”) ha svoltato da tempo.

Non è più la massa della protesta, la cerchia della sola denuncia, il gruppo dei dissidenti a prescindere.

E’ quella parte di popolazione che dopo essersi stancata, dopo aver detto “No”, adesso, con una forza alla vigilia insperata, ha urlato “Sì”.

Ed è questo che deve far realmente rabbrividire chi oggi, con le casacche rosse o blu sbiadite da genuflessioni costanti, esulta o si arrabbia a seconda della portata del vento.

Quello fresco dell’Africa meridionale, quello frizzante dei cugini indignati della penisola iberica.

E’ questa ondata di partecipazione, superiore a qualsiasi diktat di partito o coalizione, che dovrebbe pietrificare quella schiera di burattini a comando che si scorcia le maniche o che va a bunga bunga.

Loro sono il nulla e l’Italia ieri l’ha definitivamente palesato.

“Con il referendum è finita l’era di Tizio”, “Questa affluenza certifica la risalita elettorale del partito di Caio”, “Il voto è schiacciante, chi governa vada a casa”, “L’Italiano non vuole più Sempronio”.

Ma come è possibile tale cecità? L’Italiano si è recato alle urne perché è stato lui stesso a decidere di andare, informandosi in Internet o attraverso qualche sporadico programma televisivo che ancora cerca di cimentarsi in una sana e corretta informazione.

E non certo perché spronato da qualche manifesto della ultim’ora macchiato, sfacciatamente, dal simbolo del partito di questa o quella corrente politica. Lo stesso che non disdegna il nucleare o che, ad esempio, ancora parla di possibili privatizzazioni dell’acqua pubblica.

E allora, assodato questo dato come vero, perché si cerca ancora lo sconfitto o il vincitore di questa battaglia verso la partecipazione?

Ieri pomeriggio ad aver vinto è stato il popolo italiano. L’Italia per bene, quella che sogna sporcandosi le mani con il sudore del lavoro.

A perdere è stato invece chi, questa stessa Italia, non la sa rappresentare, non la vuole rappresentare.

Oggi, ancor prima che domani, convive con il reale chi riesce a comprendere questo elementare ragionamento e, senza parlare del morto che avanza marcendo, si metta al lavoro per dare rappresentanza ad un sentimento trasversale. Per dare forma ad un comitato di liberazione (nazionale, regionale, provinciale e locale) che abbia la capacità di segnalare le anomalie e proporre le alternative.

Che abbia la continuità nell’azione e la consapevolezza del duro e gravoso cammino che dovrà mettere dietro le proprie spalle per raggiungere la meta. Che riesca a far conoscere senza remore il proprio operato.

Dalla sfera nazionale a quella locale. Da Roma a Bacoli.

Questa volta non ci sarà più neanche la possibilità di appigliarsi al più classico degli alibi dello sconfitto: “Il popolo non è ancora pronto”, “Il paese deve crescere”, “La città è schiava e succube di questo o quel potere”, “La gente è ignorante e non solo non può capire, ma non capirà mai”.

“Questo è stato il referendum che ha decretato il divorzio tra il paese e il capo”, No.

Questa non è stata la consultazione referendaria del “divorzio” ma, al contrario, dello stimolo e dello sprono all’unione tra chi, seppur da tempo in lotta per la rinascita della propria terra, spesso si divide per motivazioni, troppo spesso superficiali, che allontanano la meta e disperdono energie a favore dei soliti noti.

E’ stato un appello, forte, chiaro ed assordante, alle forze sane dei territori. Quelle prive di interessi e di riciclaggi della ultim'ora.

L’Italia, parafrasando l’inno di Mameli, non solo ha chiamato ma, con egual ardore, ha anche detto: “Sì!”

Josi Gerardo Della Ragione
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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9 Commenti:

Alle 14 giugno 2011 alle ore 22:00 , Anonymous Anonimo ha detto...

Lina Maione
E cambiamento sia!!!

 
Alle 14 giugno 2011 alle ore 22:01 , Anonymous Anonimo ha detto...

Domenico Caruso
OgnUNO vale UNO...e alla fine la lotta,sia essa fatta seduti dietro ad un pc,sia fatta andando ad una riunione o manifestazione o anche solamente parlando con gli altri e cercare di convincerli se e chi votare...sta dando i suoi frutti!!

 
Alle 14 giugno 2011 alle ore 22:01 , Anonymous Anonimo ha detto...

Luisa Oliviero
e adesso attenti a non farci mettere la censura anche nella rete!

 
Alle 14 giugno 2011 alle ore 22:07 , Anonymous Anonimo ha detto...

Nicoletta Oliviero
i miei complimenti consigliere josi =)

 
Alle 14 giugno 2011 alle ore 22:26 , Anonymous Anonimo ha detto...

Manu Ela
giustissimo!

 
Alle 14 giugno 2011 alle ore 22:26 , Anonymous Anonimo ha detto...

Giancarlo Iemma
tutte le strade portano a bacoli

 
Alle 14 giugno 2011 alle ore 22:38 , Anonymous Anonimo ha detto...

...quindi secondo te chi non disdegna il nucleare e parla di privatizzazioni non è na persona perbene, non lavora e non suda?

 
Alle 14 giugno 2011 alle ore 22:44 , Anonymous Anonimo ha detto...

Emiliano
Indubbiamente gli ultimi risultati, referendum compreso, porterebbero a pensare a un cambiamento. Tuttavia, alla resa dei conti, questi voti appaiono più essere voti di stomaco e di generale malcontento, piuttosto che di testa. Cosa che ci può pure stare e può pure avere dei connotati positivi, se poi questa manifestazione di volontà si riesce a coinvolgerla in qualche modo. E chi può coinvolgere tutte queste persone alla fine è solo la politica. Ma gli ultimi risultati hanno in un certo senso comunque sancito un fallimento degli odierni partiti. Dunque? Non lo so. Personalmente penso che non cambierà nulla. Ma apprezzo l'ottimismo - che non significa apparire nelle televisioni e dire alla nazione che: "Va tutto bene, stiamo a posto così." Del resto è solo con questo che si arriva da qualche parte.

 
Alle 15 giugno 2011 alle ore 16:49 , Anonymous Anonimo ha detto...

Loredana Scamardella
Democrazia rappresentativa K.O - Democrazia diretta Sìììììììììììììììììììììììì

 

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