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Viaggio nel Mostro-Depuratore di Giugliano: Scarichi Industriali Non Trattati e 18 Miliardi Sperperati

Freebacoli: Viaggio nel Mostro-Depuratore di Giugliano: Scarichi Industriali Non Trattati e 18 Miliardi Sperperati

martedì 8 novembre 2011

Viaggio nel Mostro-Depuratore di Giugliano: Scarichi Industriali Non Trattati e 18 Miliardi Sperperati

Costò diciotto miliardi di lire, è un rottame. Avrebbe dovuto trattare reflui industriali. Ci lavora solo operaio

image Nel nostro articolo apparso su Freebacoli in data 4 ottobre ”Visita al Depuratore di Cuma, L’Impianto è Vecchio: “Qui Arrivano gli Scarichi Industriali da Giugliano”riportai quanto dichiaratoci dai tecnici dell’impianto che, oltre ai problemi dovuti alla vetustà dell’impianto ed alla carenza di manutenzione, un problema aggiuntivo era dovuto agli scarichi industriali che a volte arrivano al depuratore, costruito invece per il trattamento dei soli scarichi urbani.

In particolare i tecnici denunciavano di aver ricevuto anche “borlanda di melassa”, cioè lo scarto di lavorazione dell’alcol.

Tale scarto, arrivando senza alcun precedente trattamento al depuratore di Cuma, provoca danni al delicato sistema (definito testualmente come un piccolo ecosistema) di “ossidazione biologica” a “fanghi attivi”, danneggiando i batteri aerobici necessari per l’aggressione delle sostanze organiche.

La Commissione Regionale Ambiente, presieduta dal Consigliere Antonio Amato, decise pertanto di organizzare un’ispezione al depuratore dell’ Area di Sviluppo Industriale (ASI) di Giugliano, dove si trovano appunto le raffinerie incriminate.

All’Ispezione effettuata la mattina del 7 novembre 2011, erano presenti la suddetta Commissione Ambiente della Regione Campania, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Giugliano, l’Assessore all’Ambiente ed un caposettore del Comune di Bacoli , l’Ing. Allegretti consulente della ditta a suo tempo incaricata della gestione dell’impianto, ITER, e noi come Associazione.

Assenti erano invece, sebbene fossero stati invitati, i tecnici del depuratore di Cuma, che avrebbero dovuto essere tra i maggiori interessati a chiarire il problema.

Ma quale è stata la somma sorpresa? L’impianto, costato negli anni 90 ben 18 miliardi di lire, era fermo, non funzionava!

Infatti, come si sentirà nel filmato dalle parole dell’ Ing. Allegretti e dell’Ass. Postiglione, l’impianto, andato in funzione nel maggio 1999 era stato fermato nel novembre dello stesso anno perché “puzzava” e gli abitanti nelle vicinanze dell’impianto si erano ribellati.

C’è da evidenziare che questo impianto era stato costruito per una “depurazione chimico-fisica mirata”, per depurare cioè con precisione i reflui provenienti dalla Zona ASI, dopo che questi erano stati caratterizzati mediante le necessarie specifiche analisi. A tale trattamento chimico fisico avrebbe dovuto aggiungersi poi uno di tipo biologico.

Per il solo ripristino, senza aggiungere la depurazione biologica, occorrerebbero oggi circa 4 milioni di euro.

Attualmente ognuna delle industrie presenti nella zona ASI di Giugliano dovrebbe provvedere, non essendoci un depuratore consortile, in proprio al trattamento dei propri scarichi, in regime di autocertificazione ma, come precedentemente detto, invece a volte arriva a Cuma la borlanda di melassa che manda in tilt l’impianto.

Tra l’altro questo residuo, se essiccato, può invece avere un valore commerciale, essendo un ottimo fertilizzante.

image Oltre a questo, come si sente dalle parole dell’Assessore Postiglione, c’è il forte sospetto che ci siano anche degli scarichi abusivi, ovviamente non meglio identificati.

È questa quindi un’altra storia di inquinamento e di sperpero di risorse pubbliche, soldi nostri che politici ed amministratori nostrani hanno dissipato con sconcertante allegria, e che noi pesantemente stiamo pagando, come ormai è ben chiaro a tutti in questi giorni di crisi.

Pertanto, come potrete sentire dalla sua voce, il Presidente Amato afferma che, come Commissione Regionale Ambiente “ci vogliamo vedere chiaro perché … al primo posto c’è la salute dei cittadini …[e, pertanto] chiederemo al Presidente dell’ASI i dati …. e impegneremo l’ARPAC a fare indagini puntuali … e poi chiederemo a Caldoro e alla Giunta Regionale di prendere gli opportuni provvedimenti. … [bisogna] colpire i responsabili. Discuteremo con i nostri legali per vedere se ci sono i margini per inviare gli atti alla Procura della Repubblica”

Di seguito riportiamo inoltre il Comunicato Stampa emesso ieri pomeriggio dall’Ufficio della Presidenza della suddetta Commissione Regionale Ambiente.

Noi, dal canto nostro, continueremo, al meglio delle nostre capacità e possibilità, a seguire e ad informarvi su questa storia, che incide in maniera così pesantemente negativa sulla nostra città, e che ha trasformato una delle zone più belle ed affascinanti del nostro territorio, la spiaggia di Cuma, in una discarica di liquame e di rifiuti di ogni genere.

Alessandro Parisi
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

Sopralluogo al depuratore zona ASI di Giugliano. Sperpero di miliardi e gravi danni all’ambiente
7th novembre 2011, 05:21 pm
«Sconforto, amarezza e rabbia: lo scempio del depuratore della zona ASI di Giugliano, l’ennesimo sperpero di danaro pubblico, le gravi ripercussioni per l’ambiente, non possono che suscitare questi sentimenti» lo afferma il Presidente della Commissione Regionale per le bonifiche e i siti smaltimento rifiuti Antonio Amato che questa mattina, con i componenti della commissione Mafalda Amente, Corrado Gabriele e Anita Sala, l’assessore all’ambiente del Comune di Giugliano Marcello Postiglione ed i rappresentati di alcune associazioni, ha effettuato un sopralluogo al depuratore della zona ASI di Giugliano «I 18 miliardi di lire della Cassa del Mezzogiorno utilizzati per costruirlo sono stati sostanzialmente buttati. L’impianto ha lavorato per poco più di 4 mesi, poi a seguito del malfunzionamento, dei miasmi che emetteva, delle legittime proteste dei cittadini, dal 1999 è chiuso. In pratica è costato 150 milioni di lire per ogni giorno di funzionamento, ed oggi è poco più che un rottame che cade a pezzi» La commissione regionale si è recata a Giugliano a seguito del precedente sopralluogo al Depuratore di Cuma, durante il quale erano stati denunciati scarichi industriali abusivi provenienti proprio da quest’area. Al sopralluogo di questa mattina i consiglieri regionali sono stati accompagnati dall’Ing. Marco Allegretti, della società ITER che, successivamente alla chiusura dell’impianto (che avrebbe dovuto trattare le acque industriali della zona ASI ma anche quelle civili), ha avviato un contenzioso con l’ASI che va avanti ancora oggi «Saranno necessari ancora degli anni prima che il contenzioso si risolva» ha spiegato l’Ing. Allegretti «Un peccato perché l’impianto, che dava lavoro a decine di operai, quando fu aperto era all’avanguardia per il trattamento dei reflui industriali. Oggi l’adeguamento dell’impiantistica costerebbe almeno 8 milioni di euro». Fondi che in parte, per 4 milioni di euro, erano anche stati trovati, ma non sono mai stati utilizzati in attesa che si concludesse il contenzioso «Ci troviamo così di fronte ad una situazione assurda» spiega Amato «Nei Silos ancora giacciono i reflui giunti nell’impianto al momento dell’apertura, tutto è in stato di abbandono, sono stati rubati anche tutti i cavi elettrici e l’ufficio del custode, l’unico che ancora lavora nel depuratore, ha la luce grazie ad un allacciamento di fortuna. Ma soprattutto» continua il Presidente della Commissione Regionale «Non si riesce ad avere un controllo sicuro sui reflui che da qui giungono al Depuratore di Cuma. Lì ci avevano segnalato l’arrivo periodico di scarichi industriali non depurati, a partire da borlande di distilleria. L’ufficio di Presidenza della Commissione» ha spiegato Amato «chiederà urgentemente gli adeguati controlli dell’ARPAC per verificare quello che viene immesso nel collettore dalle singole aziende che dovrebbero essersi dotate ciascuna di un depuratore. Non gettiamo la croce sugli imprenditori» chiarisce Amato «Questa zona ASI non garantisce né servizi né infrastrutture, a partire dalle strade, passando per la bonifica dell’area dove giacciono migliaia di tonnellate di rifiuti anche tossici, per finire, appunto, ad un impianto di depurazione che sarebbe assolutamente necessario. C’è quindi bisogno di chiarezza, ed ognuno deve fare la propria parte. Di certo» conclude il Presidente della Commissione Regionale «al di là del contenzioso giudiziario e degli improcrastinabili accertamenti sugli scarichi industriali, si resta allibiti di fronte allo sperpero, all’abbandono e ai danni che, per l’ennesima volta, abbiamo dovuto constatare»

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1 Commenti:

Alle 10 novembre 2011 alle ore 10:55 , Anonymous Anonimo ha detto...

Eva Polak
Magistrato di Pistoia (collaboratore di Borsellino anche) rende false dichiarazioni sotto giuramento, si appropria dei soldi dello Stato e si abusa del suo status da magistrato per ottenere vantaggi personali e favoreggiamento dai colleghi magistrati di Genova. era la Procura della Repubblica di Torino NON si deve procedere nei loro confronti!!!

 

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