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Michele Silvestri, Una Morte da Non Dimenticare: Ritirate i Soldati Italiani dalle “Missioni di Guerra”

Freebacoli: Michele Silvestri, Una Morte da Non Dimenticare: Ritirate i Soldati Italiani dalle “Missioni di Guerra”

lunedì 16 aprile 2012

Michele Silvestri, Una Morte da Non Dimenticare: Ritirate i Soldati Italiani dalle “Missioni di Guerra”

VICINI A CHI HA DATO LA VITA PER RISPONDERE AD UN PERCHE’

image “Quando i leader parlano di pace, la gente comune sa che la guerra sta per arrivare. Quando i leader maledicono la guerra, l’ordine di mobilitazione è già firmato” (Bertold Brecht)

È della gente comune che vogliamo parlare, anche perché il dramma lo sentiamo vicino e, ancora una volta dopo l’attentato di Nassiria, il frastuono delle bombe e degli spari è arrivato fin qui in terra Flegrea. Della gente comune dunque, perché sono loro, siamo noi, a pagare le scelte di chi il rumore degli spari lo sente solo in occasioni di rappresentanza.

E dopo accorate manifestazioni di cordoglio, dopo fastosi funerali di Stato, dopo illustri visite e future onorificenze, dopo tutto questo la “gente comune” rimane sola…

Di certo non possiamo noi lenire il dolore di una famiglia ma, con periodico interesse, possiamo dimostrare che nessuno di noi ha dimenticato e, intanto, proporre una riflessione.

Michele, 50esimo Soldato Italiano Morto in Afghanistan

È sempre curioso accostare il nome di una persona ad un numero: il numero a cui si accosta il nome di Michele è il 50. Un numero che diviene triste se visto alla luce dell’ancor più triste e tragico computo di cui fa parte. Michele è infatti il 50esimo ragazzo a lasciare la sua vita nelle lontane terre desertiche dell’Afghanistan.

Ora mettiamolo in chiaro: la mia è una riflessione pura e semplice, dettata da scarse conoscenze in ambito politico-internazionale e ancor più scarse conoscenze in merito a interessi economici di grande rilievo. Ma ora, fatta la premessa, con quel briciolo di infantile ingenuità che i miei vent’anni ancora riescono a regalarmi, mi chiedo: serve una conoscenza così profonda di siffatti argomenti per giudicare in merito alla morte di una persona?

Se la risposta è un si, allora converrete con me che si parte da un presupposto strano, che mal si concilia con quello che a suon di filastrocche, di poesie, di personaggi da studiare e di libri da leggere cercano di inculcarci sin dalle prime battute della nostra istruzione scolastica.

Rispondere “si” vuol dire dare per assunto che la vita umana può essere sottoposta ad alcuni interessi, siano essi economici o politici.

La Vita Umana Non Può Avere un Prezzo

Ma sottoporre un qualcosa ad un’altra vuol dire necessariamente dare un valore all’una e all’altra, per poi stabilire quale valga di più. Valore è termine economico, che spesso va a braccetto con “prezzo”, e qualsiasi cosa abbia un prezzo si può, in un modo o nell’altro comprare. La vita umana ha dunque un prezzo? Qual è il suo prezzo? Cosa ci si può comprare? Cosa vale di più?

Mi rifiuto di pensare che chiunque abbia il coraggio di guardarsi allo specchio la mattina possa aver anche solo provato a rispondere a queste domande.

È l’assunto da cui siamo partiti allora ad essere sbagliato. Non c’è bisogno di essere imbevuti di nozioni di diritto internazionale, di economia o di statistica per poter parlare di un ragazzo che muore, perché non c’è nozione o algoritmo che possa valere in confronto al dolore e all’ingenuità che si leggono negli occhi di un bambino quando fa la più tipica delle sue domande: quel “perché?” che spesso e volentieri lascia interdetti e senza parole i più alti e raffinati maestri che ormai perché non se lo chiedono più da tanto tempo, quei maestri che hanno capito di non sapere come rispondersi e come rispondere.

Già, perché?

Ci sono tanti perché in giro per il mondo, e coloro che fanno le scelte che contano cercano invano di trovare una risposta che non c’è. E nella ricerca, un discorso che dovrebbe essere solo etico e filosofico vira verso improbabili pieghe dai connotati strani, nuovamente economici e politici.

imageCon le spalle al muro ci si appiglia ad una definizione che, da sola, secondo loro, dovrebbe rispondere ai tanti “perché?” ingenui e infantili delle famiglie spettatrici inermi di un “conflitto” per la cui partecipazione non ci è stato chiesto il permesso e che ha divorato vite umane di ragazzi a non finire, ragazzi mandati lì o spinti a volerci andare dalle allettanti proposte di natura economica che tentano di dare un prezzo ad una cosa che non ha prezzo come la vita umana.

La Pace Non Può Essere Imposta Con la Guerra

La nostra non è una guerra, è un’”operazione di sostegno della pace”:

“Operazione che ricorre in modo imparziale a mezzi diplomatici, civili e militari, di norma condotta secondo le finalità ed i principi della Carta delle Nazioni Unite, per ripristinare o mantenere la pace. Tali operazioni possono comprendere la prevenzione dei conflitti, il ripristino della pace, l’imposizione della pace, il mantenimento della pace, il consolidamento della pace e/o le operazioni umanitarie”

Definizione che proviene direttamente dagli archivi del post-conflict dell’Esercito Italiano, definizione dietro alla quale si rifugiano tutti coloro che l’ Art.11 della nostra Costituzione lo conoscono bene e hanno lavorato in modo sottile e raffinato per aggirarlo e poi attaccarlo alle spalle.

Appare già tristemente caricaturale la locuzione “imposizione della pace”, come se la pace fosse un qualcosa da poter non solo esportare ma addirittura imporre. Le definizioni di solito si prendono per date, per assolute, per una strada linguistica volta a spiegare l’ovvio, e l’ovvio difficilmente si va a controllare.

Io, che di problemi ne ho parecchi, l’ovvio vado a consultarlo e alla vista del significato di “imporre” nel vocabolario della lingua italiana mi scappa un rammaricato sorriso: Fare osservare, rispettare- Comandare, ingiungere, intimare- Far valere con la propria autorità.

Insomma comunque la si voglia guardare, sono tutti significati difficilmente conciliabili con qualsiasi sfaccettatura del significato di “pace”. Ma queste sono riflessioni che spettano ai critici e ai grammatici non certo a me.

Porre l’attenzione sull’ovvio può però aiutare a comprendere che l’ovvio tanto ovvio non è e che il paravento dietro al quale si stanno rifugiando è a dir poco ridicolo e inadeguato, semmai potesse esserci risposta adeguata a questo tipo di domanda.

Robespierre: “Nessun Popolo Ama i Missionari Armati”

Immediatamente mi vengono in mente (mutatis mutandis, cambiando tutto ciò che deve essere cambiato, contestualizzando il tutto) le parole di Robespierre in un discorso pronunciato contro coloro che sostenevano che la Rivoluzione dovesse essere esportata intraprendendo una guerra contro le altre potenze europee per diffondere i principi della Rivoluzione.

Cito: “L'idea più stravagante che possa nascere nella testa di un uomo Politico è quella di credere che sia sufficiente per un popolo entrare a mano armata nel territorio di un popolo straniero per fargli adottare le sue leggi e la sua costituzione. Nessuno ama i missionari armati, il primo consiglio che danno la natura e la prudenza è quello di respingerli nemici.”

Queste le parole di Robespierre, e la Storia gli avrebbe dato ragione.. così come gli dà ragione tutt’oggi. Siamo visti come nemici in quelle terre che noi intendiamo civilizzare (semmai noi fossimo realmente portatori di valori civili e semmai fosse realmente questo l’intento).

Tutte parole vane: evidentemente, e me ne rendo conto, non sono queste le cose che interessano.

1,4 Miliardi di Guerra all’Anno: Ecco Quanto Pagano gli Italiani

Ad interessare e a far drizzare le orecchie non solo agli uomini che sono in alto ma anche a molti cittadini, ansiosi di trovare un pretesto per protestare e sfogare il loro “tributario stress” sono i numeri, i soldi!

imageE allora qualche dato, anche se a malincuore, bisogna pur darlo per far capire quanto in periodi di crisi come questo ci ostiniamo a investire per missioni che non hanno né capo né coda se non quello di farci apparire “forti” come in realtà non siamo, al pari delle altre potenze mondiali, politica a cui l’Italia è avvezza ma dalla quale non abbiamo mai tirato fuori nulla di buono, le pagine della storia del XX secolo ce lo dimostrano.

1,4 miliardi di euro sono stati stanziati dal nostro Governo tecnico per l’anno 2012 per continuare a sostenere tutti i nostri impegni militari all’estero. 1,4 miliardi in periodi per i quali ogni italiano che nasce ha già sulle spalle oltre 8000 euro di debito nei confronti dello Stato secondo un “divertente” calcolo di talune agenzie.

La Solidarietà alla Famiglia Silvestri Continua: Riportate i Soldati in Italia

Adesso sì, abbiamo messo qualche numero, adesso qualcuno si lamenterà e si indignerà per poi dimenticarsene e tornare a lavorare per pagare la propria parte di debito pubblico.

Ma chi invece è fermamente convinto che quando si parla di vite umane i numeri non debbano proprio entrarci non può fare a meno che ignorare questi dati e pensare invece a chi al mattino si sveglia con un peso molto più gravoso degli 8000 euro comuni a tutti gli italiani, il peso di chi ha perso un marito, un figlio un padre nel tentativo di rispondere ad un perché senza risposta.

E allora la solidarietà, a quasi un mese di distanza, non è finita ma continua.

Perché siamo convinti e fieri che un domani, quando tutto il fumo si sarà diradato e non ci saranno più promesse elettorali da mantenere e non si sparerà più neanche un colpo, alla lettura di tutti i nomi di coloro che hanno perso la vita nell’attesa che la risposta a troppi perché venisse trovata, al nome “Michele Silvestri” potremo tutti rispondere a gran voce: “…è presente!”.

Domenico Mazzella
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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15 Commenti:

Alle 16 aprile 2012 alle ore 09:44 , Anonymous Anonimo ha detto...

Buongiorno a tutti i lettori,
sono spiacente nel comunicare a tutti che non esistono missioni di pace ma soltanto missioni dove gli stati si garantiscono una fetta delle operazioni di ricostruzuine e di PETROLIO !!!!!! agli scettici consiglio di dare un occhiata alla mappa delle guerre in essere cosi da verificare che dove una nazione non ha ricchezze il popolo è destinato a morire senza un valido perchè ma sopratutto senza uno straccio di aiuto da parte dell'Europa/America ecc ecc
cordiali saluti
D.V.

 
Alle 16 aprile 2012 alle ore 09:51 , Anonymous Massimo ha detto...

Con questo commento, NON voglio urtare la suscettibilità di nessuno… e ci tengo a premettere che SONO MOLTO DISPIACIUTO PER LA SORTE di questo ragazzo e di tutti quelli prima di lui.
Ci tengo però ad esternare quella che ritengo la mia opinione.
Si sente spesso la frase "ritirare i militari dalle missioni di guerra".
Sono pienamente d'accordo, ma credo anche che bisogna fare delle distinzioni.
Innanzitutto chi sceglie (per indole o perché costretto dalla mancanza di lavoro) la carriera militare, immagino che metta in conto che non si tratterà di un lavoro da impiegato, ma di un "compito" che comporta dei grossi rischi.
Parlo per esperienza: i militari che partecipano a questo tipo di missioni non vengono costretti a farlo. Si tratta di volontari. E vi assicuro che la maggior parte di essi (non tutti) lo fanno semplicemente perché attratti da uno stipendio molto allettante che altrimenti sarebbe impossibile da guadagnare rimanendo dietro una scrivania.
Un mio carissimo amico è da due anni che cerca di partire per l'Afghanistan, e lo fa per i soldi… Anche lui ha famiglia, ma è ben consapevole del rischio che corre.
Però come dicevo, sono due anni che tenta, ma la fila di chi è in attesa è molto lunga e di solito viene scavalcata solo da chi ha le "conoscenze giuste".
Ho detto questo, perché a mio parere, anche i poveri padri di famiglia che lavorano a nero per guadagnarsi la giornata e che magari cadono da un impalcatura o muoiono soffocati da esalazioni velenose pulendo una cisterna, dovrebbero essere considerati degli eroi di stato per aver perso la vita solo per poter guadagnare poche centinaia di euro al mese, senza nessun tipo di tutela fisica o economica.

 
Alle 16 aprile 2012 alle ore 13:50 , Anonymous Anonimo ha detto...

Sono lo Zio di Michele Ti Chiedo una cosa : Come ti permetti a fare certi commenti su un ragazzo di 33 anni che HA perso la vita X LA PATRIA e X LA SUA FAMIGLIA. Tutti questi ragazzi che vanno in Missione RISCHIANO LA PROPRIA VITA PRINCIPALMENTE X LA TUA PATRIA e poi x altri motivi. Rispondi a QUESTA Domanda : LA VITA HA UN PREZZO ? Oppure la TUA VALE POche Migliaie di EURO ? Se è cosi Ti Capisco.

 
Alle 16 aprile 2012 alle ore 14:30 , Anonymous Massimo ha detto...

Se rileggi bene quello che ho scritto, comprenderai che non facevo di tutta l'erba un fascio. Se vai alla riga 12, leggerai che NON TUTTI lo fanno per soldi, ma una buona parte sì e chi lo fa per questo motivo, si vede che un prezzo alla propria vita lo dà. E il significato del mio messaggio era: anche chi perde la vita per un lavoro a nero, per me dovrebbe essere considerato un eroe di Stato.

 
Alle 16 aprile 2012 alle ore 15:37 , Anonymous Anonimo ha detto...

morti sul lavoro

 
Alle 16 aprile 2012 alle ore 16:33 , Anonymous Anonimo ha detto...

Puerili e articoli di sinistra estrema, spero che almeno questo lo pubblichiate.

 
Alle 16 aprile 2012 alle ore 20:36 , Anonymous Anonimo ha detto...

Caro Massimo NESSUNO E DICO NESSUNO di QUESTI ragazzi che vanno in missioni DANNO un PREZZO ALLA PROPRIA VITA perchè NON c,è prezzo. Diciamo che quella parte che dici tu che vanno x soldi ok però PERCHé CI VANNO ? Perchè QUESTA SOCIETA POLITICA non permettono di avere una vita normale cioè ; formare una Famiglia , di poter lavorare ,ecc.ecc. Questò è la realta dei fatti . E' x questi motivi certi commenti NON si dovrebbero ne farli e ne dirle . TUTTO QUA'

 
Alle 16 aprile 2012 alle ore 21:06 , Anonymous Anonimo ha detto...

Aggiungerei per Massimo: te ci andresti per 6-8 ( sapro numeri a caso) mila euro in un deserto dove sei bersaglio di questa gente, caldo 30-35 °sotto il sole in mezzo alla polvere e sempre con quella mimetica addosso e tutto il resto? io NO ...percio' porta rispetto e chi va' li' un minimo ci deve sentire senno' non riesce a starci neanche una settimana e Michele non era la prima missione ma la 7!!!!!

 
Alle 16 aprile 2012 alle ore 21:21 , Anonymous Anonimo ha detto...

spero che almeno tu sappia cosa voglia dire puerile e, soprattutto, cosa voglia dire "sinistra estrema"..su puerile non c'è bisogno che tu mi dia spiegazioni, sul "sinistra estrema" magari sì invece perchè è da tempo che questa definizione non ha più alcun significato..spero tu possa illuminarmi semmai leggerai la risposta ma mi rendo conto che anche io mi vergognerei di andar a vedere se mi hanno risposto ad un commento simile!
ah ps: questi commenti a QUESTI articoli sono più che fuori luogo
domenico mazzella

 
Alle 17 aprile 2012 alle ore 10:12 , Anonymous Massimo ha detto...

Ripeto ancora una volta, per chi non l'avesse capito, anche se l'avevo scritto all'inizio del post proprio per evitare fraintendimenti, che non mi riferivo a questo povero ragazzo... ma parlavo di una parte (NON TUTTI - NON TUTTI - NON TUTTI l'avevo scritto!!!!!) che va lì per una questione economica. Ripeto ancora una volta: NON MI RIFERIVO A QUESTO POVERO RAGAZZO.... NON MI RIFERIVO A QUESTO POVERO RAGAZZO... NON MI RIFERIVO A QUESTO POVERO RAGAZZO... NON MI RIFERIVO....

 
Alle 17 aprile 2012 alle ore 13:05 , Anonymous Anonimo ha detto...

Peppe Giardino
La storia si ripete. I nostri antichi antenati imponevano la PAX ROMANA ora fanno imporre la PAX AMERICANA.Riguardo i commenti vedo
che sono riusciti a spostare l'attenzione su ciò che fa loro comodo
(patria,onore ecc.)e non sui problemi reali della gente.Riflettete bene sull'ottimo articolo del bravo Domenico Mazzella

 
Alle 11 luglio 2012 alle ore 14:09 , Anonymous Anonimo ha detto...

Caro Massimo chiedi al tuo amico che competenze ha.Tu pensi che puo' dare un contributo valido? poi se vuole partire digli di trasferirsi ad un reggimento operativo sicuramente partira'..ricordati che piu' competenze ha il militare e piu parte visto che i comandanti scelgono sempre le persone valide.

 
Alle 11 luglio 2012 alle ore 14:17 , Anonymous Anonimo ha detto...

Massimo penso che tutti lavorano per guadgnare!
e i rischi sono dovunque.. pensa i quei casi non si fa nessun commento perchè non hai arricchito culturalmente nessuno con le tue parole.

 
Alle 11 luglio 2012 alle ore 14:37 , Anonymous Anonimo ha detto...

Al Sig. Domenico Mazzella,un consiglio se puoi scrivi su qualcosa che hai studiato ed ne sei a conoscenza su ampia scala.

(ci ostiniamo a investire per missioni che non hanno né capo né coda se non quello di farci apparire “forti”)...INFORMATI..L'ITALIA VA IN MISSIONE PERCHE' RICAVERA' E HA SEMPRE RICAVATO DENARO SU VENDITA DI TECNOLOGIE ED ALTRO! NON ESISTEREBBE LA EX SELENIA E TUTTO L'INDOTTO CHE GIRA INTORNO SE NON ANDREMMO IN MISSIONE, c'e SURPLUS IN QUESTI INVESTIMENTI..E LA VITA DI OGNI LAVORATORE MILITARE,..... VALE QUANTO CHI RESTA IN VITA PER VIVERE BENE.

 
Alle 11 luglio 2012 alle ore 14:59 , Anonymous Anonimo ha detto...

IL MILITARE CHE MUORE IN UNA MISSIONE DI PACE è 2 VOLTE EROE PER LA FAMIGLIA PERCHE' LAVORAVA E PER LA PATRIA ...QUINDI PER VOI PERCHE'CON LE SUE GESTA FA SI CHE L'ITALIA VENDE TECNOLOGIE E ALTRO E L' ENI TRAE PROFITTO DAL PETROLIO QUINDI PERSONE CHE LAVORANO PER L'ENI LE IMPRESE ITALIANE COSTRUISCONO STRADE E CASE ALTRE FAMIGLIE CHE VIVONO..QUINDI LA SUA VITA FA VIVERE ALTRE FAMIGLIE

IL MURATORE CHE MUORE PERCHE' CADE DALL'IMPALCATURA E' EROE PER LA FAMIGLIA PERCHE LAVORAVA

A NESSUNO DEVE INTERESSARE PERCHE HA SCELTO QUEL LAVORO NON E' IMPORTANTE...CHI DI VOI FA IL LAVORO CHE FA PERCHE' L' HA SEMPRE SOGNATO? L'HA SCITTO SUI TEMI A SCUOL ANCHE IL MURATORE ...FORSE... FACEVA QUELLO PERCHE' NON C'ERA ALTRO LAVORO DA FARE MA NESSUNO LO DICE E' GIUSTO NESSUNO LO DEVE DIRE ...NON IMPORTA...NON IMPORTA

 

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