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INTERVISTA a S.Garofalo: "Ecco la vera Storia dei Cantieri B.Postiglione di Baia"

Freebacoli: INTERVISTA a S.Garofalo: "Ecco la vera Storia dei Cantieri B.Postiglione di Baia"

martedì 30 ottobre 2012

INTERVISTA a S.Garofalo: "Ecco la vera Storia dei Cantieri B.Postiglione di Baia"

Questo articolo nasce da un intervista rilasciataci dal Sig. Salvatore Garofalo, ex direttore tecnico dello storico Cantiere Navale "B. Postiglione" sul porto di Baia di cui vi abbiamo più volte parlato con alcuni recenti articoli, riguardanti la protesta - tutt' ora in corso - che sta continuando ai cancelli dello stabilimento appena citato, da parte degli operai licenziati. 

Con esso intendiamo sia ricostruire la cronistoria dell' azienda, fornendo dettagli forse sconosciuti e sia coinvolgere i lettori nello stato d' animo di chi purtroppo è costretto ad assistere immobile alle disastrose conseguenze di un dissesto che risale, in termini di tempo, all'ingresso di nuove fisionomie sociali e gestorie e che è stato provocato dal loro subdolo ingresso in azienda ad oggi. 

Permettendovi di avere un quadro generale più chiaro a riguardo, vogliamo altresì illustrare, attraverso le memorie di uno dei componenti dell' originaria famiglia fondatrice, la posizione di chi, tra l'altro, vede perdersi come cenere al vento, il sangue ed il sudore di anni di duro lavoro, mentre Forze dell' Ordine ed Istituzioni politiche restano a guardare il fallimento di una società che un tempo contava più di 30 dipendenti.


Dal 1889 ad oggi...
La storia ha inizio nel lontano 1889, a Posillipo, e precisamente tra Palazzo Donn' Anna e Piazza S.Luigi, in alcune grotte naturali dove il figlio di un pescatore, tra mille sacrifici, riesce a conseguire il titolo di Costruttore Navale e la Laurea "ad Honorem" di Ingegneria Navale nel dopo guerra. Stiamo parlando di Basilio Postiglione, costruttore e restauratore di barche a vela del calibro della SAN DOMENICO, definita nel 1939 come la barca più bella del Mediterraneo e vincitrice della Coppa di Francia,della ASTRA un veliero Shamrock J- Class ( 36mt costr. Camper-Nicholson England ) con il quale ha raggiunto il record per la realizzazione dell' albero in legno più alto del mediterraneo ( ben 43,80 mt ), costruttore di Dinghi e Monotipo, di barche che hanno partecipato e vinto le Olimpiadi del 60, dei motor-yacht classe Baglietto di 20 e 18 mt restaurati, responsabile dei lavori svolti per conto degli enti militari ( GdF, Capitaneria, Carabinieri, Marina Militare Italiana ed Americana ) ed altri impegni che hanno dato lavoro e notorietà all'Azienda ed a Bacoli nella quale essa era insediata. 


Cantiere di Fama Internazionale
Per chi non è appassionato della materia bisognerebbe elencare tutti i riconoscimenti ed i premi internazionali, conseguiti dalle barche ivi realizzate, per far comprendere - almeno in piccola parte - il prestigio del nome "Postiglione".O forse bisognerebbe raccontarvi di quando il compianto Basilio, lavorò per la Regia Marina e quindi peril governo di Benito Mussolini ante e durante l’ultimo conflitto mondiale e per questo gli furono addirittura requisiti gli stabilimenti ( Castellammare e Napoli ) dagli alleati nel 1943-45 Tuttavia, egli, insieme ai figli Luigi e Giuseppe intorno al 1967 si trasferiscono sull' attuale molo di Baia, ricevendo in concessione dal Demanio circa 18 mila mt quadri di superfice portuale ( appartenente all' ex silurificio ) tramite la presentazione di un piano di investimento economico occupazionale che dava lavoro a più di 30 famiglie tra Bacoli e Monte di Procida. 


Efficienza e Professionalità
Nonostante le innumerevoli difficoltà, questi imprenditori riescono lentamente non solo ad aumentare le commesse - e di riflesso anche l' occupazione - ma anche a "costruire" intorno al nome dei Cantieri, la fama internazionale che li contraddistingue. E a dimostrazione del profondo rispetto che i Postiglione hanno sempre avuto nei confronti del territorio che li ospitava, basti pensare all' accordo stipulato con la prefettura, intorno agli anni 70 ( periodo del bradisismo ) con il quale parte dei capannoni ricadenti nella loro concessione demaniale, furono temporaneamente prestati al Comune affinchè vi realizzasse una scuola(20 anni) . 

Agli inizi degli anni 80, il sig. Garofalo viene assunto in azienda in qualità di responsabile tecnico, e cerca sin da subito di portare una nuova linfa alla già fiorente attività inoltrando domanda allo Stato di utilizzare la Legge 219/81 sul terremoto per trasformare le vecchie e danneggiate strutture in nuovi capannoni atti ad ospitare grandi yacht con l'intento di portare a Bacoli un maggior lavoro e quindi prestigio per il paese e per l' intera società. Sogno avveratosi nel 2001, quando l' Assessorato Regionale all' Industria, rilascia un finanziamento di circa 3 miliardi e 800 milioni di vecchie lire ( di cui il 75 % a fondo perduto ). Ma è proprio allora che le il futuro dei cantieri inizia ad "incrinarsi".


La Caduta di un Cantiere
Due dei quattro fratelli che ereditarono la società decidono di venderne le azioni al Sig. Alfredo Amato il quale, successivamente, riuscì ad appropriarsi anche sulla terza quota azionaria "familiare" del 13% circa ( lo "strappo" delle quote e delle cariche è oggetto di sindacato giudiziario ), per la discutibile cifra di 700 mila euro.

 Da allora inizia la debacle dell' azienda in quanto le politiche adottate dagli ultimi arrivati in casa Postiglione aprono le porte ad una serie di problematiche ( alcune delle quali già denunciate nel passato articolo ) che hanno ridotto l'azienda a come si presenta oggi. Ed ovviamente essendo il maggior azionista societario, il sig. Amato ha gradualmente allontanato tutte quelle persone - come il Sig. Garofalo - che continuavano a rappresentare la filosofia della famiglia Postiglione e che cercavano, nonostante tutto, di tutelare l'integrità lavorativa del cantiere, la sua storia e soprattutto i suoi lavoratori.


Immobili a guardare
Non è difficile immaginare dunque, il coinvolgimento emotivo di chi si è visto strappare, seppur "legalmente", ( attività giudiziarie penali e civili in corso) parti della propria vita senza che ne la Magistratura ne gli Enti preposti al rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali marittime, abbiano vigilato sull' effettivo utilizzo del bene pubblico affidato in gestione ( e nella dicitura Enti sono inclusi Agenzia del Demanio, Regione Campania, Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco, Soprintendenza dei Beni Archeologici, Soprintendenza dei Beni Ambientali, Dogana, COMUNE, Prefettura, Genio Civile della Regione Campania e Genio Civile per le Opere Marittime ) 

Di questi neppure uno, ad oggi, sembra essersi attivato concretamente per risolvere la drammatica vicenda in questione, che vede lo sfruttamento improprio di uno spazio demaniale, che fondamentalmente dovrebbe essere utilizzato per la crescita dell' intera società ( e non per l'arricchimento di un singolo imprenditore ) e per garantire un salario dignitoso ai lavoratori che permetta loro di sostenere le proprie famiglie, di mandare i propri figli a scuola e di condurre la propria vita in maniera onesta.
A voi le conclusioni




M.Rosaria Schiano
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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